Con il coronavirus anche l’Italia scopre lo smartworking - QdS

Con il coronavirus anche l’Italia scopre lo smartworking

redazione

Con il coronavirus anche l’Italia scopre lo smartworking

venerdì 28 Febbraio 2020
ROMA (ITALPRESS) – Con l’epidemia da coronavirus, l’Italia sta scoprendo l’importanza dello Smart Working, il lavoro a distanza, gia’ ampiamente utilizzato in molti altri Paesi del mondo. I lavoratori costretti dalla quarantena o per motivi di prevenzione a stare a casa potranno lavorare con telefono e computer.
Per l’imprenditore e professore a contratto dell’Universita’ di Pavia, Gianluigi Ballarani, “se fino a qualche anno fa le aziende potevano contare solo su lavoratori presenti nelle loro sedi, oggi grazie a internet, le tecnologie permettono di lavorare in modo piu’ smart con un team sparso in tutto il mondo”.
Ballarani spiega che per le sue aziende lo smart working “e’ stata una grande leva per attrarre talenti da tutto il mondo, senza essere costretti a trovarli vicino le proprie sedi e senza obbligarli a trasferirsi e venire tutti i giorni in ufficio. Lo smart working e’ una grande liberta’ che fino a qualche anno fa era solo un miraggio”.
Una realta’ gia’ consolidata in altri Paesi. In Gran Bretagna, per
esempio, 1,54 milioni di persone lavora da casa e, negli ultimi 10 anni, questa attivita’ e’ aumentata del 74%.
Secondo un’analisi IPSE (Association of Independent Professionals and the Self-employed), per il 55% degli smart worker il piu’ grande vantaggio e’ la flessibilita’, mentre un terzo degli smart worker si sente piu’ produttivo.
Per l’Osservatorio POLIMI, in Italia lo smart working nell’ultimo anno e’ cresciuto pero’ soltanto del 20%.
(ITALPRESS).

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