Il Garante boccia le concessioni del Governo Meloni. Il Codacons: “Regna il caos, serve intervenire”
ROMA – Basta proroghe delle concessioni balneari. È questo il messaggio dell’Antitrust, che sembra voler bloccare le intenzioni del Governo di allungare tutte le concessioni balneari fino al 31 dicembre 2025. Il monito fa seguito a quelli espressi in passato, ma questa volta l’Antitrust estende la segnalazione anche all’Anci e alla Conferenza Stato-Regioni.
Monito dell’Antitrust: avviare le procedure di gara
Il Garante per la concorrenza ha intimato di avviare le procedure di gara per assegnare i nuovi bandi entro la fine di quest’anno. Mentre l’esecutivo punta a ritardare le gare appellandosi alla mappatura delle spiagge, l’Antitrust ribadisce invece che la risorsa demaniale è scarsa, e che le spiagge libere sono troppo poche. Il Garante inoltre ricorda che la legge europea prevale su quella nazionale, quindi il Milleproroghe che ha autorizzato finora l’allungamento delle concessioni cederebbe il passo davanti alla direttiva Bolkestein (2006/123/CE).
Infine chiarisce che i “casi eccezionali” a cui sono si sono appellate molte località turistiche per evitare le gare e rinnovare i contratti esistenti non rispettano la normativa, appoggiandosi su circostanze infondate.
Il Codacons definisce sacrosanto l’intervento dell’Antitrust
“Non si può più guadagnare tempo per evitare di scontentare qualcuno tra gli attori in gioco – è scritto in una nota – adesso è ora di prendere una decisione chiara su un tema che da troppo tempo viene accantonato e rimandato al futuro, e di cui fanno le spese i cittadini. Il richiamo dell’Antitrust, in piena stagione estiva, ricorda una volta di più che in Italia sul tema delle concessioni balneari regna il caos più assoluto – tra minacce dell’Ue, sentenze dei tribunali e Governo in fase di stallo permanente”.
E il Codacons sollecita come sia “indispensabile individuare soluzioni per intervenire una volta per tutte, nel rispetto delle disposizioni comunitarie e delle recenti sentenze del Consiglio di Stato che hanno bocciato le proroghe delle concessioni. Anche perché, negli ultimi anni, gli stabilimenti sono addirittura aumentati. La crescita è stata del 26% dal 2011 a oggi, generando un business da 10 miliardi di euro annui, a fronte di appena 115 milioni di euro incamerati attraverso i canoni dallo Stato”.
Perplesso si è definito il presidente di Federbalneari Italia, Marco Maurelli, “sulla continua attenzione e sulla mediaticità di questi interventi verso il comparto balneare e come caotico risulta l’intervento di molti Comuni italiani senza che vi sia l’esistenza di una norma quadro statale sulla concorrenza e come se le gare non si fossero mai fatte in Italia”.
“Ribadiamo – ha detto Maurelli – l’assenza di un intervento da parte del legislatore che manca ormai da 15 anni e non possono essere né accelerati né rallentati i processi di riforma poiché il negoziato tra Italia e Commissione Ue deve essere rispettato”.
Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini rivendica la necessità di applicare un “diritto di prelazione” per i concessionari attuali e la previsione di un indennizzo in caso di perdita della gara, come requisiti da applicare alla direttiva di Bruxelles. “Se arriva l’ok siamo contenti – ha detto Salvini -. Si sta negoziando su questo. La mappatura, su cui io avrei tenuto, non ritengono invece di considerarla. Se dall’Europa ci danno l’ok chiudiamo dopo 15 anni il percorso”.