Accordo nella maggioranza, rinviate le procedure per le nuove assegnazioni. Ma la norma prevista dal governo Draghi non è stata abrogata. Rabbia dei titolari nell'Isola
L’accordo prevede una proroga di un solo anno, con lo scopo di effettuare la mappatura del demanio marittimo. In un secondo momento scatteranno le procedure per riassegnare le concessioni balneari.
In sostanza, fino ad allora non sarà pubblicato alcun bando di gara in tutta Italia. L’intesa è stata raggiunta ieri dai partiti di maggioranza e probabilmente confluirà nel maxi-emendamento del governo che sarà presentato la prossima settimana. La proroga di un anno, tuttavia, era già prevista dalla legge sulla concorrenza, che ammette che ci sia una finestra temporale fino al 31 dicembre 2024 qualora vi fossero “difficoltà oggettive” a disciplinare le gare entro il 2023. Quindi l’emendamento, in realtà, non introdurrebbe una misura nuova.
Balneari, i motivi della proroga di un anno delle concessioni
La proroga di un anno delle concessioni è una misura giustificata dalla necessità di appurare l’eventuale disponibilità di spiagge libere da poter mettere a gara, dunque serve altro tempo. E in particolare, cosa che le imprese che attualmente detengono le concessioni non hanno certo gradito, non c’è l’abrogazione degli articoli sulle gare, ma solo il rinvio del decreto attuativo, dal momento che la scadenza per l’avvio della norma firmata dal governo Draghi è il 27 febbraio.
Balneari, che succede in Sicilia
La proroga, ovviamente, riguarda anche la Sicilia con i suoi circa tremila titolari di concessione demaniale marittima, più di 7.500 addetti e 100 mila stagionali impiegati nel settore della balneazione.
E su questo settore ruota una fetta importante dell’economia siciliana, ovvero il 13 per cento del Pil dell’Isola. La cosiddetta direttiva europea Bolkestein, recepita dall’Italia e che prevede la fine delle attuali concessioni entro il 31 dicembre 2023, rende incerto il futuro per tutto il comparto.
Nel corso dell’assemblea regionale di Cna balneari che si è tenuta a Pozzallo, infatti, è stato lanciato un grido d’allarme sul disagio delle imprese e sulla necessità di dare stabilità al settore. “Sospendere la spada di Damocle del 31 dicembre 2023 e definire la mappatura”, è stato l’appello.
In Sicilia il precedente governo Musumeci aveva dato il proprio sostegno ai balneari e alle associazioni di categoria attraverso la Legge regionale 24 del 2019 che si ispirava alla Legge di stabilità nazionale del 2018 (poi superata nel Consiglio dei ministri del febbraio 2022) e che estendeva le concessioni demaniali al 2033. Anche Fiba Confesercenti Sicilia aveva alzato la voce contro la fine delle concessioni al dicembre 2023. “Una proposta inaccettabile”, l’ha definita il presidente regionale Alessandro Cilano.