Il Consiglio di Stato ha bocciato la proroga di un anno voluta dal governo. Nuova grana per la Meloni e altro terremoto per il settore
Caos balneari. La sentenza del Consiglio di Stato che ha bocciato la proroga senza gara delle concessioni approvata nel decreto Milleproroghe ha generato un nuovo terremoto nel settore. La norma, si legge, “si pone in frontale contrasto” con la direttiva Bolkestein e va dunque “disapplicata da qualsiasi organo dello Stato”. Che succede adesso?
Per gli stabilimenti balneari e per il personale il futuro appare pieno di nubi e incertezze. Il caso siciliano è emblematico visto che le strutture nelle ultime settimane hanno dovuto fare i conti anche con i danni causati dal maltempo. Mareggiate, vento, temporali, hanno devastato soprattutto i lidi della costa sud orientale dell’Isola e sugli aiuti chiesti non c’è ancora una risposta definitiva. Ed ecco che anche in Sicilia arrivano i primi annunci di vendita delle attività balneari.
Balneari, nuova grana per il governo Meloni
Nell’immediato la sentenza del Consiglio di Stato è una nuova gatta da pelare per il governo Meloni che già sul dossier dei balneari era stato bacchettato dall’Ue e “richiamato” dallo stesso presidente Mattarella. Sentenza attesa, tagliano corto dall’esecutivo. Ma il clima non è certo sereno. Il governo era già pronto a intervenire in sede di approvazione della norma in Senato ma ha dovuto accontentare Forza Italia e Lega che chiedevano la proroga di un anno per realizzare una mappatura delle coste. E nonostante la decisione del Consiglio di Stato, i due partiti di maggioranza rivendicano ancora quelle scelte, sulle quali invece le opposizioni vanno all’attacco. Insomma, gli stabilimenti balneari sono diventati sede di scontro politico e di polemiche.
Stabilimenti balneari, aumentano le vendite
Sarà un caso, ma negli ultimi mesi sono aumentati gli annunci di stabilimenti balneari in vendita. L’incertezza che ruota attorno al settore si suppone possa aver indotto molti imprenditori a mollare. E tra gli annunci inseriti nella bacheca del sito Mondo Balneare ci sono anche strutture siciliane. Nell’Isola, per esempio, il proprietario di uno stabilimento di Noto ha messo in vendita la sua attività, ma senza inserire ulteriori dettagli. Sempre nel Siracusano nei mesi scorsi è stata offerta un’altra struttura a Portopalo di Capo Passero. Un annuncio che risale a tre mesi fa riguarda invece Calatabiano, in provincia di Catania, dove è stato messo in vendita uno stabilimento fornito di 90 ombrelloni e lettini, ma anche chiosco, veranda e cabine. Scorrendo gli annunci, si trovano stabilimenti in vendita anche in altre zone d’Italia, in particolare in Liguria, Abruzzo, Basilicata.
Balneari, il grido d’allarme degli imprenditori
Gli imprenditori del settore, intanto, chiedono al governo di tirare dritto e completare nel più breve tempo possibile la mappatura dei litorali. L’obiettivo è dimostrare che le coste italiane non possono essere considerate una risorsa scarsa e, di conseguenza, le concessioni demaniali marittime non rientrerebbero nella direttiva Bolkestein.
“La proroga di un anno – sottolinea Cristiano Tomei, coordinatore nazionale Cna Balneari – è funzionale ad effettuare la mappatura delle nostre coste per rilevare il grado di disponibilità della risorsa. È importante procedere in tal senso nel più breve tempo possibile”. A Palazzo Chigi partirà il confronto con le associazioni di categoria coinvolte. “E’ urgente una legge di riforma organica della materia – sottolinea il Sib (sindacato Italiano balneari) – che effettui un corretto bilanciamento fra l’esigenza di una maggiore concorrenza e la salvaguardia dei diritti dei concessionari attualmente operanti”.