La finalità è favorire i genitori con i figli in età prescolare e scolare riducendo le assenze sul lavoro. Sono 16 quelli che hanno avuto il via libera, prevedendo attività come babysitting e dopo scuola
Favorire il lavoro dei genitori con figli in età prescolare e scolare, con riflessi positivi sulla riduzione delle assenze, sull’aumento della produttività, sul miglioramento della motivazione e sul benessere organizzativo, per una vita che riesca ad unire al meglio il momento lavorativo a quello familiare.
A questo sono destinati i 16 progetti approvati e finanziati dalla Regione siciliana con l’avviso “Conciliazione dei tempi di vita – lavoro – Promozione di iniziative di welfare aziendale familiare per il miglioramento del benessere lavorativo”. Destinatari sono i dipendenti, e le loro famiglie, delle micro e piccole imprese e delle aziende pubbliche che abbiano almeno una sede operativa nel territorio siciliano.
Ad ogni progetto circa 90 mila euro
Ad ogni progetto concessi circa 90 mila euro, per un totale di poco meno di 1,5 milioni di euro. Otto sono stati finanziati tra Palermo e provincia, uno solo ciascuno alle province di Messina e Catania, 3 Agrigento, e uno a testa nei territori di Enna, Ragusa e Caltanissetta.
Altri 13 sono i progetti approvati ma non finanziati per mancanza di ulteriori fondi disponibili. I finanziamenti potranno essere utilizzati per la realizzazione di attività di animazione come eventi, seminari, workshop, laboratori territoriali o altre attività di animazione pensate per diffondere ed incentivare una cultura di conciliazione tra vita e lavoro, capace di integrare il ciclo di vita dei lavoratori nella dimensione lavorativa e di sostenere la partecipazione nel mercato del lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori gravati da compiti di cura dei familiari.
Ancora, le attività serviranno per far comprendere ai soggetti economici del territorio il valore strategico di possibili strumenti di welfare, in particolare per la conciliazione, essenziali per permettere a tutti i lavoratori, e in particolare alle donne, di non dover rinunciare al lavoro a causa delle responsabilità familiari e di garantire più in generale un miglior equilibrio tra vita professionale e privata.
Reti di imprese per lo sviluppo del welfare di conciliazione
Quindi, si potranno attivare reti di imprese per lo sviluppo del welfare di conciliazione, valorizzando le opportunità del territorio con convenzioni e piani di sostenibilità che permettano all’accesso a servizi rispondenti ai bisogni di welfare di conciliazione delle imprese aderenti alla rete. Ad esempio, i servizi di caregiving a domicilio, anche di emergenza, che non sia già sostenuto da altre misure nazionali o regionali.
Si possono attivare anche servizi di baby-sitting o di assistenti familiari per soggetti fragili, o servizi per la custodia dei figli nei periodi di chiusura/sospensione della scuola, come le vacanze natalizie, pasquali o eventuali elezioni, o servizi di accompagnamento dei figli dei dipendenti alle attività extrascolastiche e dei familiari fragili per l’accompagnamento nello svolgimento di attività varie.
Molto interessante anche la possibilità di sviluppare una serie di figure all’interno delle aziende, come l’assistente sociale di impresa, che sostiene i dipendenti negli adempimenti connessi alla cura familiare, e che, a seguito della lettura dei bisogni individuali, definisce interventi in materia di welfare, smart working e lavoro agile all’interno delle imprese aderenti alla rete.
Si potranno attivare servizi che contribuiscano ad ottimizzare i tempi lavorativi, come servizi di recapito della spesa direttamente in azienda, il maggiordomo aziendale, servizi di carsharing, e la costituzione delle “banche del tempo” per favorire un uso del tempo per fini di reciproca solidarietà e interesse.
In tal modo, si potrà avviare un processo partecipativo e di confronto tra associazioni di categoria, datoriali e sindacali, gli ordini professionali, le imprese, i soggetti del terzo settore, nonché le amministrazioni pubbliche locali, con l’obiettivo di uscire dal perimetro aziendale e generare impatti positivi sul territorio, attivando filiere capaci di mettere a sistema le risorse locali e innescare circoli virtuosi di sviluppo.