Una professione che viene sempre più richiesta dal mercato del lavoro: ecco come funzionerà la fase finale della selezione di consulenti del lavoro in Sicilia.
A gennaio si conclude con la prova orale l’iter per i giovani laureati che vogliono accedere alla professione di consulente del lavoro in Sicilia.
Si svolgeranno in 3 giornate, dal 23 al 25 gennaio, nella sede del dipartimento regionale del lavoro, in via Praga a Palermo, i colloqui degli esami di Stato per l’abilitazione all’esercizio della professione di consulente del lavoro.
Consulenti del lavoro in Sicilia, come funziona la prova orale
Ogni giornata saranno ascoltati 14 candidati; al termine di ciascuna seduta di esame, la commissione emetterà il giudizio di idoneità o meno e affiggerà il risultato all’esterno dell’aula sede della prova.
Contestualmente, avverrà la pubblicazione sul sito istituzionale del dipartimento regionale del lavoro. I candidati, un totale di 42, di cui 27 donne e 15 uomini, dovranno presentarsi alle ore 9 del mattino muniti di documento di riconoscimento in corso di validità. La mancata presentazione sarà considerata rinuncia all’esame.
Dopo l’abilitazione, spazio in un mercato avido di nuovi consulenti
Si tratta dell’ultimo passaggio cruciale, che va a completare il percorso di studi per lo svolgimento di una professione sempre più richiesta dalle imprese siciliane, centrale nella mediazione tra domanda e offerta di lavoro, nella formazione e nella riqualificazione. Nell’Isola operano oltre mille e 500 consulenti, un numero non indifferente ma ancora esiguo per una clientela di circa 14mila imprese, sempre più bisognose di competere sul mercato attraverso l’inserimento di risorse qualificate, che sappiano muoversi nel mondo dei bandi e della legislazione in continua evoluzione del mondo del lavoro.
Il consulente del lavoro, infatti, trova ampio spazio nel mondo del lavoro attuale, perché rende l’avvio di una nuova attività o lo sviluppo di quelle già esistenti più agevole ed efficace in termini organizzativi e di guadagno, fornendo la giusta consulenza sulla legislazione vigente e su tutto ciò che deve essere ottemperato per poter lavorare in maniera regolare.
Competenza e professionalità per un mercato in evoluzione
Non è un caso, ma una scelta di competenza e preparazione, che dal 2008 i consulenti del lavoro necessitino della laurea per potersi abilitare alla professione, come prescritto da un decreto del governo nazionale. Era dal 1994, infatti, che l’Unione europea aveva aperto una procedura d’infrazione nei confronti dello Stato italiano proprio per il titolo di studio dei consulenti del lavoro, professione per la quale bastava prima un semplice diploma. Ma sino al 2007 non si era riusciti a colmare questa lacuna.
L’inserimento dell’obbligo della laurea parte dal presupposto che il consulente del lavoro è una professione delicata che richiede un bagaglio culturale e professionale importante.
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