Il documento contenente l'esito delle prove scritte non è un falso né la trovata di qualche buontempone desideroso di creare il caos all'interno della pubblica amministrazione siciliana
Un elenco che non sarebbe dovuto girare, ma sulla cui veridicità non ci sono dubbi. Nella storia che ha fatto ripiombare la Regione Siciliana al centro delle polemiche per la gestione del concorso per l’assunzione delle nuove guardie forestali, c’è un punto fermo: il documento contenente l’esito delle prove scritte, le quali si sono svolte la scorsa settimana tra Catania e Siracusa, non è un falso né la trovata di qualche buontempone desideroso di creare il caos all’interno della pubblica amministrazione siciliana.
Già verificata dai tanti partecipanti – tra cui il figlio dell’ex dirigente generale del Corpo forestale Giovanni Salerno, primo con il massimo punteggio – che hanno visto riportato il proprio risultato insieme al resto dei dati anagrafici e del codice fiscale, la conferma al QdS è arrivata nelle ultime ore da una persona vicina all’organizzazione della selezione pubblica. “Quel documento è stato fatto girare senza alcuna autorizzazione, non è comprensibile come sia potuto accadere. Si tratta di una fuga di informazioni che non doveva avvenire, serve capire chi l’ha messo in giro”, commenta la fonte, il cui nome abbiamo deciso di non divulgare.
Concorso corpo forestale in Sicilia, quello che si sa
Per districarsi una vicenda che sembra destinata ad avere ulteriori sviluppi, compresi quelli politici con il deputato regionale Ismaele La Vardera (Sud chiama Nord) che ha annunciato un’interrogazione all’assessora al Territorio Elena Pagana e il Movimento 5 stelle che sembra in procinto di chiedere un’audizione urgente dell’esponente del governo Schifani, è bene partire da quello che si sa.
Nel 2021, la Regione Siciliana ha indetto un bando per l’assunzione di 46 agenti di categoria B1 e sopperire così alle croniche mancanze di personale del Corpo forestale. Il concorso, rivolto ai giovani tra i 18 e i 30 anni, consisteva in un quiz a risposta multipla, da effettuare con l’utilizzo di supporti informatici, su una serie di temi che mescolavano materie più affini al ruolo del Corpo forestale, elementi di diritto, conoscenza dello Statuto siciliano e cultura generale. A occuparsi della prova, a cui seguirà la presentazione di eventuali titoli che garantiranno un diritto di precedenza in caso di pari punteggio, è stata così come in altre circostanze Formez Pa, l’associazione in house della Presidenza del Consiglio dei ministri.
Una volta corretti i compiti – il presidente della commissione Salvatore Di Salvo ha tenuto a specificare che la correzione è stata fatta in automatico dal sistema informatico – ogni partecipante ha avuto la possibilità di conoscere la propria valutazione e verificare gli errori commessi.
La trasformazione del file in Pdf
Sulla carta, fino a oggi, avrebbe dovuto sapere solo questo. Così però non è stato: “La diffusione di dati sensibili e dei punteggi assegnati dopo la correzione della prova scritta è un fatto grave e assolutamente non previsto”, ribadisce la fonte, specificando che è da escludere che le informazioni elaborate da Formez Pa vengano fatte in chiaro. “Per questione di privacy e di regole interne, si lavora su codici alfanumerici che non sono immediatamente riconducibili ai candidati – continua – e di certo con programmi per l’elaborazione dei dati, non con Pdf”.
Questo significherebbe che qualcuno prima di divulgare la graduatoria, sì provvisoria ma con un livello alto di approssimazione rispetto a quella definitiva, si è occupato di trasformare il file in un formato Pdf più facile da diffondere e consultare. “È una brutta storia che rischia di gettare ombre su tutti coloro che lavorano in maniera corretta, limitandosi a svolgere i propri compiti”, conclude la fonte.
Critiche e lamentele
Mentre in molti si chiedono se la fuga di notizia potrà avere riflessi sul completamento dell’iter di selezione e, di conseguenza, sull’assegnazione dei posti in palio, tra chi non è riuscito a ottenere il punteggio minimo per l’idoneità o chi, pur avendolo raggiunto, ha avuto la possibilità di verificare di essere lontano dalla 46esima posizione, e dunque ormai ufficiosamente fuori dai giochi, c’è chi ha iniziato a sollevare dubbi sulle modalità con cui la prova scritta è stata espletata. Tra le critiche, c’è quella – allo stato tutta da confermare – riportata da diversi candidati in merito a una presunta difformità tra la formulazione delle domande al momento dello svolgimento del test e quelle che, invece, erano riportate a correzione già effettuata.
“Certe domande durante la prova erano formulate in un modo e alle correzioni risultavano formulate diversamente, così come anche le opzioni di risposta presenti”, hanno scritto alcuni candidati in una mail inviata al deputato regionale Ismaele La Vardera, che, dal canto suo, ha assicurato di volere andare a fondo alla storia. A sostenere qualcosa di simile è stato anche un candidato del Catanese: “Quando ho visto gli errori che avrei commesso sono rimasto perplesso – racconta al QdS – Risulta che ho sbagliato domande su cui ero certo di avere risposto correttamente e che, obiettivamente, è difficile immaginare di sbagliare. Alcuni quesiti erano semplici, e mi sembra impossibile, per quanto si possa essere stressati durante un concorso, avere preso questo tipo di abbagli”.
Il nipote dell’ex assessore
Al netto delle singole esperienze, è chiaro che la diffusione anticipata dei risultati della prova scritta abbia contribuito ad alimentare un clima di sospetto con il rischio di sollevare un polverone per ognuno dei partecipanti che attualmente si trovano nei primi 46 posti. Tra questi il figlio dell’ex dirigente generale Giovanni Salerno non è l’unico caso di candidato con legami con l’amministrazione regionale. È il caso, per esempio, del nipote di Felice Bruscia, un passato da assessore comunale a Palermo all’epoca di Cammarata e più recentemente componente della segreteria particolare dell’ex assessore regionale al Territorio Toto Cordaro. Il giovane al momento è 15esimo, con un punteggio di 26,90. “Io credo che ognuno abbia il diritto di partecipare, l’importante è fare le cose nel massimo della trasparenza”, dichiara lo zio al QdS. Bruscia, che è anche funzionario del Corpo forestale, tiene a sottolineare le capacità del ragazzo: “Mio nipote è quasi ingegnere, ha vinto un concorso nell’esercito, credo abbia il diritto di candidarsi”.
Il problema non è capire chi ha messo in giro “il documento” ma comprendere quello che è accaduto durante le prove d’esame. Sicuramente il primo in classifica sarà un genio, come tanti altri a seguire, nomi illustri nella PA, ma c’erano tantissimi altri ragazzi preparatissimi perché ingegneri, avvocati etc etc che non sono arrivati a 21. Questo mi lascia un po’ perplessa, come anche il sistema di vigilanza che lasciava a desiderare?