Un mese e un giorno. È il tempo impiegato dalla Regione Siciliana per stabilire l'impossibilità di scacciare le ombre sul concorso forestale.
Un mese e un giorno. È il tempo impiegato dalla Regione Siciliana per stabilire l’impossibilità di scacciare le ombre che via via si sono proiettate sul concorso per l’assunzione di 46 guardie forestali. La decisione di annullare in autotutela la selezione è arrivata questo pomeriggio, con il presidente Renato Schifani che ha sciolto le riserve davanti alla relazione presentata dall’ufficio legale. Un’ipotesi che già nei giorni scorsi Schifani non aveva escluso, pur dichiarando di volere valutare tutto nel dettaglio per evitare che a pagare le conseguenze fossero coloro che hanno superato la prova selettiva in maniera trasparente. “Rincresce per i tanti giovani che con sacrificio hanno partecipato alle prova del concorso – ha commentato oggi Schifani – ma l’annullamento degli atti, come indicato dal collegio ispettivo e in sintonia con la giurisprudenza amministrativa, è a questo punto l’unica soluzione percorribile per ripristinare la legalità violata e consentire una partecipazione, con pari opportunità, a tutti i concorrenti”.
Uno scandalo, tanti sospetti
A raccontare per primo quanto di poco chiaro ci fosse nella selezione indetta dalla Regione Siciliana è stato il Qds la mattina del 3 novembre. La vicenda, già da qualche giorno, rimbalzava tra le chat e riguardava la diffusione della graduatoria in un momento in cui la stessa sarebbe dovuta essere ancora secretata. Insieme ai risultati della prova a risposta multipla, svoltasi tra Catania e Siracusa a fine ottobre, erano stati diffusi le generalità di tutti i candidati idonei, codici fiscali compresi. A spiccare, però, era stato da subito il nominato del primo classificato: Alessio Salerno. Il giovane, 20 anni, è il figlio dell’ex dirigente generale del Corpo forestale Giovanni Salerno, ovvero colui che l’estate dello scorso anno, designò la rosa dei componenti della commissione giudicatrice. Un elenco di cui facevano parte tutti dipendenti interni al dipartimento e, dunque, a lui subordinati. Raggiunto telefonicamente dal Qds, Salerno, che da inizio 2023 è in quiescenza, replicò affermando che ogni allusione a possibili favoritismi erano pretestuosi, aggiungendo che il figlio aveva iniziato a prepararsi al concorso già da qualche anno.
In effetti, un mese dopo, nessuna prova del reale condizionamento della prova è stata scoperta. L’unico dato certo è che il giovane aveva ottenuto il massimo punteggio, avendo risposto correttamente a tutte le sessanta domande previste dal test. Ciò che invece è ormai chiaro è l’illegittimità dell’indicazione dei nomi dei commissari da parte di Salerno. “Il dirigente generale del comando del Corpo forestale dell’epoca avrebbe dovuto astenersi dal nominare il presidente della commissione di concorso, trovandosi in conflitto di interessi”, si legge nella relazione finita all’attenzione di Schifani. A rimarcare di avere dato indicazione nei giorni scorsi era stato, nel corso di un’intervista a Striscia la notizia, anche Toto Cordaro, l’ex assessore al Territorio del governo Musumeci.
Gli altri nomi e l’attenzione dell’Antimafia
Una volta circolata la notizia delle stranezze seguite all’espletamento della prova selettiva, le voci riguardanti la presenza di altri candidati legati a personaggi in vista della politica e non si sono rincorse. Tra i primi in graduatoria si è scoperto esserci anche il nipote di Felice Bruscia, in passato assessore comunale a Palermo, mentre tra i corridoi degli uffici regionali c’è chi suggeriva di volgere lo sguardo verso Belmonte Mezzagno e dintorni, l’area di cui è originario l’ex dirigente generale Giovanni Salerno. Ipotesi che non hanno ottenuto adeguati riscontri.
A dichiarare di volere andare a fondo alla vicenda è stata invece la commissione regionale Antimafia guidata da Antonello Cracolici, che ha già ascoltato diverse persone tra quelle coinvolte nell’indizione del concorso. Tra queste la dirigente generale della Funzione pubblica Carmen Madonia e uno dei responsabili di Formez Pa. L’associazione in house della presidenza del Consiglio dei ministri ha avuto infatti un ruolo centrale nell’organizzazione delle selezioni.
Il Qds ha dedicato un approfondimento ai quesiti utilizzati per il concorso siciliano e frutto di una fornitura fatta da una società ligure i cui titolari, in passato, erano stati al centro di polemiche riguardanti lo svolgimento di alcuni concorsi nel Lazio.
Cosa accadrà adesso?
Disposto l’annullamento del concorso, a chiedersi cosa succederà ora sono le decine di candidati che contavano di essere in procinto a essere assunti dalla Regione Siciliana. Il concorso, infatti, prevedeva l’inquadramento nella categoria B ma, soprattutto, la possibilità di ottenere un posto di lavoro a tempo indeterminato e full time. Una rarità o quasi nella Sicilia dei giorni nostri. Di animo diverso, ma comunque interessati alle prossime mosse, sono invece coloro che erano rimasti esclusi dalla lista degli idonei e per i quali adesso si profila una seconda opportunità. Ma quanto ci sarà bisogna di attendere prima che il nuovo concorso venga bandito? “Sono certo che in poco tempo saranno selezionati i migliori”, ha detto Schifani.