Home » Askanews » Confagri Piacenza: conferire latte libero in Op per fare formaggi

Confagri Piacenza: conferire latte libero in Op per fare formaggi

Confagri Piacenza: conferire latte libero in Op per fare formaggi

Mercati rallentano, va evitato uno shock di fine anno

Roma, 9 dic. (askanews) – La filiera del latte guarda con preoccupazione al 2026: disdette contrattuali diffuse, quotazioni spot in crollo e una quantità significativa di “latte libero” che rischia di non trovare collocazione commerciale mettono a repentaglio la tenuta economica di molte aziende. A fotografare la situazione è Alfredo Lucchini, presidente della sezione lattiero-casearia di Confagricoltura Piacenza, che lancia proposte operative precise per evitare l’innesco della catena di effetti negativi. Il Tavolo del Latte convocato dal Ministero e le recenti prese di posizione delle organizzazioni agricole, confermano l’urgenza: sindacati e associazioni hanno chiesto interventi per difendere prezzi e contratti, mentre il calo delle vendite e le disdette stanno già producendo segnali di razionamento del ritiro per il primo trimestre 2026. Sul fronte dei prezzi, i partecipanti al Tavolo hanno evidenziato una erosione del valore alla stalla: lo spot, dopo i massimi estivi, ha registrato un forte ridimensionamento negli ultimi mesi, segnale che richiede interventi di governance della produzione e tutela dei contratti.

Secondo Lucchini, il problema nasce da due fattori che si sommano: l’aumento delle produzioni, anche a livello internazionale, e la reazione degli acquirenti, che in presenza di segnali di debolezza alzano la pressione sui prezzi. “Dichiarare pubblicamente le proprie difficoltà, come di fatto è avvenuto con il tavolo ministeriale e la sospensione delle quotazioni del latte spot, è un autogol: la filiera legge il segnale e i listini vengono immediatamente ritoccati al ribasso”, osserva Lucchini, spiega sottolineando che disdette rischiano di riversare sul mercato, nei primi mesi del 2026, migliaia di quintali di latte senza destinazione. Un ulteriore elemento che potrebbe aggravare la crisi è la strategia del Consorzio di tutela del Grana Padano.

Dopo un periodo in cui la convenienza a trasformare latte in formaggio ha contribuito ad assorbire parte dell’eccedenza, le scelte industriali annunciate nell’assemblea del 2 dicembre, segnano un raffreddamento: la proposta di reintrodurre la distinzione tra «quota A» (latte destinato al formaggio Dop) e «quota B» (latte destinato ad altri canali) rischia di creare nuove spaccature e lasciare parte della produzione senza sbocco. Lucchini è netto: “se il Consorzio consentisse ai propri caseifici in deroga straordinaria l’utilizzo degli impianti per trasformare il surplus di latte certificato in forme di a lunga stagionatura, eviteremmo l’eccesso di latte certificato che resta libero sul mercato andando ulteriormente a deprimere le quotazioni”.