Parla Rosario Marchese Ragona, tra i protagonisti del dibattito “La transizione dell’agricoltura siciliana”
“Là dove non c’è l’agricoltore c’è l’abbandono dei campi, il dissesto e gli incendi. Oggi la Comunità Europea un messaggio ce lo lancia: un milione di ettari da potere coltivare”. Lo ha detto Rosario Marchese Ragona, presidente regionale di Confagricoltura nel corso del dibattito dal titolo: “La transizione dell’agricoltura siciliana” che si è svolto a Palermo. Lo stesso numero uno dell’associazione è intervenuto, sul tema dei campi non coltivati, ai nostri microfoni.
“Persa la sovranità alimentare”
“Con la vecchia Pac – ha dichiarato – si consentiva all’agricoltore di ricevere dei contributi non seminando. E considerando che il prezzo del grano era arrivato a minimi storici che non coprivano i costi di produzione, molti agricoltori sono stati indotti ad usufruire dei contributi non seminando il grano. A ciò si aggiungeva una misura della Regione Siciliana che assegnava addirittura un premio a coloro che non coltivavano al quale molti agricoltori decisero di aderire, disabituandosi a coltivare. Dopo più di un mese di guerra si scopre che l’Italia non produce grano a sufficienza e dipende proprio da Russia e Ucraina, tant’è che nei mari degli stessi due Paesi sono ferme, a causa del conflitto, delle navi contenenti grano che sarebbero dovute arrivare in Italia. Quindi, dipendendo dagli altri, noi abbiamo perso quella che si chiamava “sovranità alimentare” con tutti i problemi che ne conseguono. Adesso la Comunità Europea invece, come già accennato durante il convegno, ci autorizza a coltivare un milione di ettari di terreno e con la nuova Pac bisognerà fare attenzione a non riproporre tutte quelle misure che avevano ridotto l’agricoltura ad un “giardinetto”. Noi – conclude il presidente di Confagricoltura Sicilia – ci impegneremo perché la Pac appunto contemperi le esigenze dell’imprenditore e dei territori al fine di evitare, tra l’altro, alluvioni e incendi che danneggiano gravemente i campi incolti in inverno e in estate”. Marchese Ragona, ha poi ribadito le altre difficoltà che l’agricoltura deve fronteggiare. “Un altro problema con il quale dobbiamo fare i conti e ci auguriamo che si superi presto, – ha sottolineato – è quello del caro-materie prime, sia per le ordinarie coltivazioni dei campi che per gli investimenti strutturali che gli imprenditori, supportati dai progetti del Psr decretati dall’Assessorato all’Agricoltura, rischiano di non completare per le eccessive onerosità sopravvenute”.