“Dare credito alle imprese. Un imperativo per il post pandemia, che ha messo a dura prova la tenuta finanziaria del tessuto economico siciliano”.
È da qui che il presidente di Confindustria Sicilia, Alessandro Albanese, è partito in occasione dell’incontro che si è tenuto oggi, a Palermo, tra le imprese del sistema e i vertici dell’Irfis-FinSicilia, il presidente, Giacomo Gargano, e il direttore generale, Calogero Guagliano.
“La pandemia – ha detto Albanese – ha costretto le imprese a contrarre forti debiti emergenziali e ci vorranno anni per restituirli con il rischio concreto che non restino risorse per gli investimenti e per la ripresa. Per questo come Confindustria abbiamo sollecitato, e continuiamo a farlo, misure per la liquidità e la patrimonializzazione delle imprese con l’obiettivo primario di non lasciare indietro nessuno e assicurare la ripartenza”.
Immediata la risposta del
presidente Gargano che, dopo aver sottolineato come l’Irfis sia passato dalle
57 pratiche lavorate nel 2017 alle 7 mila del 2020, ha ribadito la necessità di
un confronto costante con le associazioni di categoria affinché “gli interventi
messi a punto dall’Istituto finanziario della Regione siano sempre più
rispondenti alle reali esigenze del tessuto imprenditoriale”.
Quindi il direttore generale
Guagliano ha annunciato un fitto calendario di scadenze. La prima tappa, già la
prossima settimana quando sarà pubblicato l’avviso da 80 milioni di euro
destinato a imprese e titolari di partite Iva. Poi sarà la volta di quello da
20 milioni per le imprese industriali che hanno, stanno o vorranno riconvertite
la propria attività producendo dispositivi di protezione individuale.
Grande attesa, infine, da
parte del mondo imprenditoriale per la misura da 250 milioni di euro, a valere
sui Fondi di Sviluppo e Coesione, che il governo regionale si appresta ad
approvare e che dovrebbe partire entro la fine dell’estate permettendo di
erogare prestiti a medio e lungo termine anche alle aziende prive di merito
creditizio. “L’Irfis – ha detto Guagliano – non deve d’altronde produrre utili.
L’indicatore dell’utile è il numero delle imprese che riusciamo a sostenere
nell’arco dell’anno”.
“Confindustria – ha concluso
Albanese – è a totale disposizione per fare da ponte tra le esigenze delle
imprese e gli obiettivi dichiarati dall’Irfis. Mai come adesso è necessario un
lavoro sinergico per supportare e rilanciare un intero territorio”.