Consigli elettorali per cittadini disorientati - QdS

Consigli elettorali per cittadini disorientati

redazione

Consigli elettorali per cittadini disorientati

Salvo Fleres  |
mercoledì 27 Luglio 2022

Credo che, oggi più che mai, la politica non sia un argomento facile

Nei giorni scorsi ho ricevuto la telefonata di una cara amica che, tra una cosa e l’altra, mi ha chiesto quale fosse la mia opinione in merito ai recenti fatti politici e come mi sarei orientato sul piano elettorale.
La stessa domanda mi è stata rivolta, di persona o attraverso Facebook, da tante altre persone, che hanno l’amabilità di leggere i miei articoli su questo giornale o i miei post e che ringrazio per l’attenzione e per il peso che attribuiscono alle opinioni che esprimo, anche quando non le condividono o sono io a non condividere le loro. Proverò a rispondere alle domande postemi non fornendo una indicazione, ma suggerendo un metodo di valutazione, che spero sia utile.

Credo che, oggi più che mai, la politica, soprattutto perché è tendenzialmente sganciata da valori ideali di riferimento, non sia un argomento facile. In realtà non lo è mai stato, ma oggi è ancora più difficile, anche perché né la scuola, né l’informazione preparano le persone a capire questo mondo così importante ma anche così complesso.

Tutto complotta contro la conoscenza e la presa di coscienza! I cittadini non vengono quasi mai presi in considerazione in quanto tali, ma soltanto in quanto consumatori di beni, prodotti o servizi. La stessa comunicazione politica è sempre più immagine e sempre meno sostanza, esattamente come accade per un qualsiasi prodotto commerciale, sia esso un detersivo o un elettrodomestico.
Ciò premesso, mi permetto di indicare agli amici lettori alcune “cartine al tornasole”, per valutare meglio ciò che ascoltano da parte di partiti e candidati.

La prima riguarda la sostanza realistica delle proposte che verranno ipotizzate: scartate subito quelle che formulano ipotesi senza precisare, in maniera chiara e ben documentata, da dove verranno presi i soldi necessari per concretizzarle. La seconda riguarda la sostanza metodologica delle proposte: scartate subito quelle che, magari utilizzando l’enfasi e la retorica, spiegano che “con il semaforo verde si passa e con il semaforo rosso ci si ferma, perché diversamente si rischia di provocare o subire incidenti”. Ovviamente si tratta di una similitudine. Intendo dire che è opportuno scartare chi sostiene ovvietà. La vita non è fatta solo di semafori rossi e di semafori verdi, magari lo fosse, sarebbe tutto più facile. La vita, soprattutto la vita politica, è fatta soprattutto di semafori gialli.

A quel punto, acquisito questo elemento, provate a comprendere cosa si intenda fare davanti ad un semaforo giallo, evitando contemporaneamente di investire qualcuno, ma anche tentando di non arrivare tardi ad un appuntamento. Ecco, per restare nel medesimo esempio, i governi ed i parlamenti raramente si trovano davanti a semafori verdi o rossi, mentre si trovano quasi sempre davanti a semafori gialli.
Forse anche io ho usato la retorica, ma almeno ho lealmente allertato i lettori, sperando di essere stato sufficientemente chiaro.

La terza cartina al tornasole riguarda la vita personale dei partiti e dei candidati. Se sono poco organizzati, se sono stati dei truffatori, se non hanno chiare fonti reddituali o di finanziamento, se sono stati delle banderuole, se hanno cambiato schieramento come chiunque potrebbe fare con una cravatta, se inseguono ipotesi palesemente irrealizzabili, se usano considerare gli elettori come un prodotto commerciale, o come i consumatori di un prodotto commerciale, è meglio lasciarli al loro destino.

Un’altra cartina al tornasole è la seguente: se trovate qualcuno che chiede il vostro consenso solo perché “lui o lei è una persona onesta”, ma non ha idea di cosa si debba fare per salvare il Paese, “perché lui non è un politico”, provate a rispondergli come mi capita di fare in casi simili: “Le persone oneste, fortunatamente, sono tante, la mia governante, ad esempio, è onestissima e bravissima, ma non per questo ha la pretesa di diventare Presidente del Consiglio, in quanto è consapevole di non averne la preparazione”. Per quest’ultima funzione, infatti, oltre all’indispensabile onestà, ci vuole anche altro”.

C’è un’ultima cartina al tornasole che è bene utilizzare, è importante quanto le altre e bisogna utilizzarla con intelligenza. Riguarda i casi di quei candidati che sono bravissimi a spiegare cosa dovrebbero fare gli altri: i ministri, i governatori della Banca d’Italia, gli allenatori della Nazionale, i presentatori del Festival di Sanremo, ecc. ma si guardano bene dal farvi capire cosa fanno loro di originale e di determinante nel lavoro che svolgono. Di esperti nell’attività altrui, vale a dire di chiacchieroni inconcludenti, il Paese non ha proprio bisogno, mentre ha bisogno, oltre che di onestà e lealtà, anche di coraggio, di passione, di professionalità, di stile, di competenza, di buonsenso e di umiltà. Se trovate gente simile, e vi assicuro che esistono, provate a convincerli a scendere concretamente in campo, ad incoraggiarli e non esitate a schierarvi al loro fianco. Come diceva il grande Giorgio Gaber: “Libertà è partecipazione”.

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