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Consorzi di bonifica, ddl già in affanno e carico di emendamenti

Consorzi di bonifica, ddl già in affanno e carico di emendamenti
Assessore Salvatore Barbagallo in aula Ars

Tra articoli ed emendamenti, i lavori d’aula potrebbero protrarsi a lungo, ed il tempo di contro non è molto.

Alla griglia di partenza il ddl sui Consorzi di bonifica ha già tutto il carico di un tentativo di riforma mal concepito che deve affrontare un’aula in cui la maggioranza non ostenta ottima salute. Il governo a Sala d’Ercole è rappresentato dall’assessore al ramo, Salvatore Barbagallo. La delega all’Agricoltura c’é, ma il resto del governo e tutte le attenzioni sono puntate nell’altro palazzo che si affaccia su piazza Indipendenza: Palazzo d’Orleans. Da li, all’esito dell’incontro convocato dal presidente della Regione con l’assessore al Turismo Elvira Amata, è partita nel pomeriggio la laconica nota con la quale Renato Schifani ha fatto sapere che quali sono le proprie intenzioni o quantomeno quale strada intende percorrere: “Confermo piena fiducia nell’assessore Elvira Amata. Sono convinto che ogni aspetto legato alla vicenda giudiziaria troverà chiarimento nelle sedi competenti e che l’assessore saprà dimostrare la correttezza del proprio operato”.

Il clima nei palazzi regionali, tra l’Ars e Palazzo d’Orleans

Amata, indagata dalla Procura di Palermo e sulla quale si sono concluse le indagini come notificato da avviso di ieri mattina, è confermata alla guida dell’assessorato. All’Ars, nel frattempo, la deputazione regionale orfana del presidente Galvagno – presente solo qualche minuto e fino alla capigruppo richiesta formalmente dal capogruppo M5s Antonio De Luca – procedeva con il disegno di legge per il riordino dei Consorzi di bonifica in una seduta presieduta da Nuccio Di Paola. Pochi interventi dalla maggioranza, tra le quali quella del democristiano Ignazio Abbate, presidente della Commissione affari istituzionali e “responsabile” dell’iter legislativo approdato in aula la scorsa settimana, giusto dopo l’ormai noto confronto tra il presidente Galvagno ed i deputati di opposizione che chiedevano chiarimenti sulle indagini a suo carico. Abbate, come anche il capogruppo della Democrazia Cristiana Carmelo Pace ed il capogruppo di Forza Italia all’Ars Stefano Pellegrino.

“Una buona legge” e tanti debiti da risolvere

L’impianto del disegno di legge però non sembra quello di “una buona legge”, come definita da Abbate. A provare a demolirlo, smentendo al contempo l’idea di testo condiviso anche dalle opposizioni in Commissione, sono stati vari deputati dell’opposizione ed in particolare del gruppo del Partito Democratico. Come affermato da esponenti del Pd e del M5s, in commissione il testo è stato approvato grazie all’astensione dell’opposizione che ha voluto far approdare la riforma a Sala d’Ercole con tutto il suo carico di circa cinquecento emendamenti. Il via alle picconate è partito probabilmente dal capogruppo dem Michele Catanzaro che ha parlato di riforma monca ed ha ricordato che sui consorzi gravano “debiti per circa 180 milioni”. Per il capogruppo Catanzaro, “al di là delle intenzioni del governo e del lavoro fatto in commissione Attività produttive questo testo così com’è non è in grado di superare difficoltà che ci portiamo avanti da decenni. Dopo un confronto con i sindacati – ha sottolineato l’esponente del Pd – abbiamo presentato diversi emendamenti per migliorare le condizioni dei lavoratori e per rendere più efficienti i servizi a supporto del settore agricolo”.

La riforma che doveva ridurre a due gli undici Consorzi di bonifica

Uno dei colpi più forti assestati in dichiarazione di voto è stata forse quella del presidente della Commissione antimafia regionale, già assessore all’Agricoltura in altri governi, Antonello Cracolici. Da Sala d’Ercole, Cracolici ha ricordato come la riforma oggi al vaglio del Parlamento siciliano sia un intervento che forse vorrebbe correggere più che altro gli errori del precedente governo ed in particolare del presidente della Regione Nello Musumeci.  “Voglio essere franco”, ha detto Cracolici prima di rispolverare gli antefatti della legge sui Consorzi, riportando alla memoria “che nel 2013 o 2014, in una delle finanziarie che furono fatte allora, questo parlamento approvò” una legge che ordinava due soli consorzi di bonifica: Sicilia occidentale e Sicilia orientale. Poi divenne assessore Cracolici ed avviò l’iter, “provando a riformare in via amministrativa ciò che la legge regionale aveva predisposto”.

Cracolici: “Nessuna legge ha mai stabilito che fossero 13”

L’affondo di Cracolici è presto e servito in aula, e citando il capogruppo forzista Pellegrino che aveva ricordato come il ddl in discussione vuole ridurre da 13 a 4 i Consorzi di bonifica il deputato del Pd ha detto in Sala d’Ercole: “Vorrei ricordare che nessuna legge ha mai stabilito che i Consorzi di bonifica in Sicilia fossero 13. Ciò è avvenuto, secondo me in maniera arbitraria, sol perché il governo Musumeci nella scorsa legislatura decise di bloccare quella riforma che l’assessorato da me diretto fino a quel momento si era limitato ad applicare, visto che la legge stabiliva che dovevano essere due. Era la riforma Cracolici … diciamo, nel fanatismo ideologico che ha caratterizzato una parte dell’onorevole Musumeci come presidente della Regione ci stava pure la lettura comunista della riforma dei Consorzi di bonifica. Ma riuscì a fare un capolavoro. Al punto che agli undici consorzi di bonifica esistenti – e che la legge aveva superato stabilendo che fossero solo due in applicazione della norma che aveva stabilito che i consorzi fossero Sicilia occidentale e Sicilia orientale – si aggiungevano i due”. In altre parole, gli undici dovevano diventare due invece oggi sono tredici e si vogliono fa diventare quattro. Inevitabile, per Cracolici, la battuta sul rischio che ce ne ritroviamo poi diciassette.

Poco tempo all’Ars e tanti impegni senza forti convinzioni

Le difese democristiane, leghiste e forziste di un’aula sguarnita non sono risultate bastevoli per sostenere con forza il ddl che ad un certo punto della discussione è stato proposto da Dario Safina, esponente Pd della competente Commissione, la valutazione sulla maturità del ddl e che “forse è meglio prendere atto che non siamo ancora pronti”. L’ultima difesa è stata quella dell’assessore all’Agricoltura Salvatore Barbagallo, che ha sostenuto come il testo sia il frutto di modelli ed esperienze positive che la Regione sta tentando di portare in Sicilia. Ma qui, sull’intervento di Barbagallo, Sala d’Ercole ha chiuso la discussione generale durata un paio d’ore per procedere con la votazione dell’articolato domani pomeriggio. Tra articoli ed emendamenti, i lavori d’aula potrebbero però protrarsi a lungo, ed il tempo di contro non è molto. Il 15 luglio, cioè il prossimo martedì, Sala d’Ercole e le Commissioni non terranno sedute per la ricorrenza del Festino di Santa Rosalia. Ma prima della consueta cerimonia del ventaglio che da il via alla pausa estiva l’Ars dovrebbe procedere con la manovra finanziaria ed approvarla, altrimenti tutto si rinvierà a settembre.

(Foto Ars)