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Consorzio di bonifica, all’Ars rischio impasse: in aula torna il tema con il ddl riforma

Consorzio di bonifica, all’Ars rischio impasse: in aula torna il tema con il ddl riforma
Sala d’Ercole

In Aula torna il tema con il ddl di riforma che ha avuto il via libera anche dalla Commissione bilancio: l’approfondimento

“Quest’aula per l’ennesima volta si ritrova ad affrontare un tema e un argomento di cui si discute in ogni legislatura”, ha premesso il deputato regionale del Partito democratico Tiziano Spada, in apertura intervento, per affermare subito la “preoccupazione che anche in questa non riusciremo a raggiungere l’obiettivo, perché la riforma dei Consorzi di bonifica è una riforma che presuppone l’impegno anche di risorse economiche per mettere un punto a quello che è il passato, che è stato il passato”. La riforma infine approdata a Sala d’Ercole, che ha visto tra le altre difficoltà del Parlamento siciliano e della maggioranza lo slittamento – ennesimo – di ciò che restava della riforma degli Enti locali, non sembra nascere con i buoni presupposti di una facile approvazione da parte dell’Ars. Lo conferma, in qualche modo, l’intervento del deputato di Forza Italia Salvo Tomarchio, segretario tra l’altro della III Commissione all’Ars, quella delle Attività produttive che ha ricevuto – il 6 luglio 2023 – e poi licenziato, dopo un considerevole numero di sedute, la riforma in discussione approvata anche in Commissione bilancio.

Le considerazioni di Tomarchio

Il forzista Tomarchio ha “sentito quasi la necessità” di intervenire – premettendo che la riforma contiene cose positive – affermando: “Da quando ho memoria, mi ricordo e si parla di Consorzi di bonifica commissariati, si parla di riforma dei Consorzi ma non si arriva mai, un po’ come tutte le cose che, signor presidente, pare che capitano in quest’aula: si lavora, si lavora nelle Commissioni, si lavora duramente e si vota, poi si arriva in aula e non si sa bene che cosa succede, perché poi tutto diventa una Caporetto”. Tomarchio ha sostenuto la validità della razionalizzazione dei Consorzi, che rendendo legge il ddl di iniziativa governativa li riduce da 13 a 4, ma ha anche sposato la proposta giunta dall’opposizione, nello specifico dall’onorevole dem Giovanni Burtone. Bene quindi nel ddl la nuova definizione dei Consorzi sulla base delle fonti irrigue invece della costituzione più burocratica e meno pratica, ma anche il deputato di maggioranza ha sottolineato quella che a suo avviso è da ritenersi una “grave ingiustizia” ancora vigente: “Non è possibile che ancora oggi venga pagato un canone dell’acqua a forfait che non rispecchia, invece, quelli che sono i reali consumi”. “Io non lo so se tra un mese saremo in condizioni di difficoltà, però non c’è dubbio che la canalizzazione dell’acqua che è stata realizzata è insufficiente”, aveva premesso il deputato del Pd Giovanni Burtone che verso la conclusione del proprio intervento ha appunto affermato: “È inaccettabile che produttori che non attingono all’utilizzazione dell’acqua abbiano delle quote fisse assai alte per mantenersi consorziati”.

Il disegno di legge

Questi sono quindi i primi e sostanziali aspetti su cui il disegno di legge, presentato dal presidente della Regione il 30 giugno 2023 “su proposta” dell’allora assessore per l’Agricoltura, lo Sviluppo rurale e la Pesca mediterranea Luca Sammartino, si scontrerà con l’aula sia per i banchi dell’opposizione che per quelli della maggioranza. Maggioranza di cui fa parte il capogruppo di Fratelli d’Italia Giorgio Assenza, che in apertura lavori aveva subito posto una questione ostativa chiedendo il rinvio della discussione del ddl giacente da ormai due anni esatti. Assenza aveva chiesto al presidente di “non chiudere oggi la discussione generale perché manca l’assessore per l’Economia, mancano diversi parlamentari che su questo disegno di legge sono importanti”.

La questione dell’assessorato di Alessandro Dagnino è stata posta in molti interventi, perché nel riordino previsto dalla riforma sono inclusi interventi di miglioramento del sistema irriguo, per i quali è ineludibile l’intervento finanziario. Le criticità del ddl sono emerse subito in avvio lavori d’aula. Tutti gli interventi, o quasi, hanno inoltre avuto un denominatore comune sull’ormai conclamata difficoltà legislativa nel ridisegnare i Consorzi di bonifica. Anche nel duro intervento della deputata Jose Marano, del Movimento 5 stelle, questo è stato sottolineato in premessa: “Il testo che oggi, infatti, ci apprestiamo a discutere è, sostanzialmente, il figlio del disegno della scorsa legislatura, disegno di legge sul quale avevamo lavorato – io ero in III Commissione, e abbiamo lavorato praticamente per anni durante il corso della legislatura – per poi non avere nessuna riforma a fine legislatura”.

La tutela dei lavoratori

Nell’equilibrio tra intervento normativo della politica e intervento dei partiti, di solito in mezzo si trovano “poltrone” e lavoratori. Anche Marano ha posto l’attenzione sulla tutela dei lavoratori in questa razionalizzazione approdata a Sala d’Ercole al momento senza grandi numeri per un facile varo. Il dem Spada invece ha preso di mira le poltrone: “La continua nomina dei commissari, che poi di fatto corrispondono a una nomina politica, senza che materialmente questi commissari riescano a porre in essere delle soluzioni concrete al problema, rimane solo ed esclusivamente uno spreco di denaro pubblico”.

Il ddl sui Consorzi di bonifica precederà di poche sedute il fermento delle commissioni parlamentari per la variazione di bilancio ter, con tutto il suo carico di promesse per l’Ars posticipate durante la discussione della “manovrina”. Ma le tensioni tra i ranghi in attesa di risposte da Palazzo d’Orleans gravano adesso su una riforma che appunto di risorse ha estremo bisogno. “Ricordo come i fondi siano stati clamorosamente persi – ha puntato il dito in aula Marano – in occasione della partecipazione dei bandi del Pnrr in cui, nella scorsa legislatura, il governo Musumeci è riuscito a farsi bocciare 31 progetti su 31. Sono diverse le criticità che oggi si registrano, ma si registravano anche negli anni precedenti, all’interno dei Consorzi di bonifica e questo testo di riforma non le affronta minimamente”.

Dai debiti dei Consorzi di bonifica, definiti dalla deputata Cinque stelle in ammontare di “milioni di euro”, agli interventi infrastrutturali posti in essere o “partiti male” sulle reti irrigue, in chiusura lavori l’intervento del deputato del Pd Mario Giambona nella premessa ha assunto grado quasi di probabile profezia: “Guardi, presidente, io la ringrazio per avermi concesso la parola, però, io le dico che l’andazzo della discussione, obiettivamente, mi fa venire qualche dubbio che il prosieguo della discussione sui Consorzi di bonifica possa anche non esserci”.

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