Confimprese, la spesa in Sicilia è in leggera ripresa - QdS

Confimprese, la spesa in Sicilia è in leggera ripresa

Confimprese, la spesa in Sicilia è in leggera ripresa

lunedì 28 Settembre 2020

L’Osservatorio Confimprese-Ey: nel mese di agosto trend ancora negativo ma in miglioramento. L’Isola recupera sei punti percentuali rispetto a luglio ma Catania è maglia nera in Italia (-24%). Tra i settori in recupero, l’abbigliamento: -7% rispetto al -30% di giugno e luglio

MILANO – Ancora piccoli segnali di ripresa nel mercato delle vendite. Stando ai dati, emanati dall’Osservatorio Confimprese-Ey, nel mese di agosto la Sicilia ha registrato un trend ancora negativo ma in miglioramento, -10,9% rispetto allo stesso mese del 2019 e in recupero di sei punti su luglio, che aveva chiuso a -16,6%

A livello nazionale messo, almeno temporaneamente, alle spalle il periodo legato al lockdown, nell’ultimo mese della stagione estiva è arrivato qualche segno di ripresa con una chiusura a totale mercato del -11.9%. Un dato decisamente positivo rispetto al -28% registrato in luglio e al -27% dei primi sette mesi sullo stesso periodo dell’anno precedente. La scelta della maggior parte delle regioni di posticipare i saldi ad agosto, non ha comunque soddisfatto in pieno quelle che erano le previsioni in materia di riequilibrio dei fatturati sul progressivo. Il totale dell’ultimo trimestre ha segnato, infatti, un -22,8%.

I trend per aree geografiche mostrano valori simili con eccezione del Sud, che registra un -9,2%. Il Centro, infatti, si attesta a -14,3%, seguito da Nord-est con -13,7%, il Nord-Ovest chiude a -11,2%. Sud e Isole, anche grazie al periodo di vacanze, fanno meglio del resto del paese, +3 punti percentuali nel mese e +4 punti percentuali da inizio anno rispetto alla media italiana.

“Sud e Isole hanno performato meglio rispetto ai mesi passati, complici le ferie estive e i saldi, ma è presto per tirare le somme – spiega Mario Resca, presidente di Confimprese. “I nostri indicatori – continua – ci dicono che avremo un autunno molto freddo, a causa del riacutizzarsi della crisi sanitaria e di ciò che ne consegue”.

A fronte del quadro regionale di cui sopra, però, il mese di agosto 2020 messo a confronto con la stessa mensilità del 2019 evidenzia una discrepanza tra l’andamento dei consumi nelle regioni e nelle singole province.

In Sicilia, la provincia di Catania fa peggio rispetto a tutte le altre province italiane, -22,4%. Fa decisamente meglio Palermo, con appena un – 6,6%. Le cause della pesante flessione di Catania potrebbero ricondursi, secondo Confimprese ed Ey – alle difficoltà dei trasporti aerei e alle preferenze degli italiani nei confronti delle località marittime.

Entrando nel dettaglio dei vari settori, agosto fa segnare un netto recupero in quello dell’abbigliamento e accessori, registrando il -7% rispetto al -30% di giugno e luglio. Il progressivo sull’anno – sottolinea però Confimprese-Ey – rimane comunque pesantissimo con un -38%. Discorso diverso, invece, per il mercato della ristorazione, dove il mese di agosto segna -21,3%, meglio rispetto al -30% di giugno e luglio. L’ultimo trimestre si chiude a -27,2%. Il bilancio degli ultimi sei mesi è complessivamente di -54% e sull’anno di -40%.

Il comparto non food, contenente entertainment, ottica, arredo casa e oggettistica, tiene botta registrando un -13,3% in agosto e chiude l’ultimo trimestre a -10%. Il dato sugli ultimi sei mesi è di -38% e sul progressivo annuo di -29%, circa dieci punti percentuali meglio del resto delle categorie. Naviga ancora in acque pericolose anche il canale travel dove il mese registra -52%, che porta il trimestre a -65% e gli ultimi sei mesi a -77%. Passando ai canali di vendita, secondo le stime dell’Osservatorio agosto conferma il trend registrato nei mesi scorsi: centri commerciali, outlet e highstreet delle grandi città intorno al -32%, meglio le aree periferiche delle grandi città e le città di provincia con-21%.

Adesso il vero banco di prova saranno i mesi successivi, che coincideranno con l’inizio della stagione autunnale, la ripresa delle attività scolastiche e l’incertezza di una nuova ondata del virus che potrebbero portare a nuove conseguenze negative sia da un punto di vista sanitario che economico.

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