PALERMO – Oltre 2 mila attività che sono state costrette ad abbassare la saracinesca, con più di 5 mila lavoratori che hanno dovuto ricercare un nuovo impiego. Sono questi, secondo Confcommercio Palermo, i numeri drammatici della crisi economica che ha coinvolto il settore del commercio al dettaglio di articoli di abbigliamento in Sicilia nel quinquennio 2019-2023 e che rischiano di acuirsi anche in relazione all’anno da poco concluso.
La ripresa dei consumi nelle città siciliane non c’è stata
Nemmeno la stagione dei saldi, iniziata nell’Isola il 4 gennaio scorso, sembra promettere un’inversione di tendenza. Anzi. La ripresa dei consumi nelle città siciliane non c’è stata, con un calo che nelle Città metropolitane di Catania, Messina e Palermo segna un dato negativo del -20% rispetto allo stesso mese dello scorso anno, il peggiore del nostro Paese. Addirittura, la percentuale diventa ancora più ‘nera’ per quanto riguarda i piccoli Comuni isolani. L’unica eccezione, in questo contesto desolante, riguarda le vendite dell’abbigliamento dei più giovani, dove si è riscontrato un incremento (elaborazione di Confesercenti Sicilia-Fismo). Ma non basta.
Difficoltà che sono state illustrate in occasione del recente incontro di giovedì 16 gennaio in via degli Emiri a Palermo tra l’assessore regionale alle Attività produttive, Edy Tamajo, la presidente provinciale di Confcommercio Patrizia Di Dio e il…

