Conti correnti, crescono le spese di gestione - QdS

Conti correnti, crescono le spese di gestione

Conti correnti, crescono le spese di gestione

giovedì 17 Novembre 2022

Bankitalia: “Nel 2021 è stata pari a 94,7 euro, in aumento rispetto all’anno precedente (90,9 euro). Unc: “Rialzo spropositato, balzo ingiustificato”. E Assoutenti chiede l’intervento all’Antitrust

ROMA – Nel 2021 la spesa per la gestione di un conto corrente bancario è stata pari a 94,7 euro, in aumento rispetto al valore registrato nell’anno precedente (90,9 euro).

La variazione della spesa è legata alla crescita sia delle spese fisse sia di quelle variabili; tra le spese fisse l’apporto più significativo è attribuibile a quelle per l’emissione e per la gestione delle carte di pagamento mentre le spese variabili sono cresciute principalmente per effetto della maggiore operatività della clientela, dopo la contrazione osservata nel 2020. È quanto emerge dall’indagine sulla spesa dei conti correnti delle famiglie condotta nel 2022 dalla Banca d’Italia.

Per i conti collegati a contratti di apertura di credito in conto corrente, sottolinea la Banca d’Italia, la commissione per la messa a disposizione dei fondi è stata mediamente pari all’1,7% del credito accordato, in leggera diminuzione rispetto all’anno precedente.

La commissioni di istruttoria veloce applicata sugli sconfinamenti è diminuita mediamente da 18,9 a 16,9 euro; la diminuzione di quest’ultima è stata accompagnata da un minore importo dello sconfinamento massimo osservato.
“Un rialzo spropositato! Un balzo ingiustificato” ha tuonato il presidente dell’Unione nazionale consumatori, Massimiliano Dona, commentando i dati diffusi da Bankitalia.

“Quello che più è inaccettabile, in particolare – ha aggiunto il presidente Dona – è il rincaro delle spese fisse cresciute di 2,8 euro nel 2021 e 4,3 euro nel 2020, costi che gravano indiscriminatamente anche su chi ha una bassa operatività e fa un basso numero di operazioni”.

“Non c’è pace per gli utenti italiani, che dopo bollette, prezzi e mutui devono ora fare i conti con i rincari dei costi dei conti correnti”, ha commentato dal canto suo il Codacons.

“Dal girone infernale dei rincari non potevano certo mancare i servizi bancari – ha spiegato il presidente Carlo Rienzi –. In particolare la gestione di carte di credito e bancomat, dalle commissioni sui prelievi ai canoni mensili, passando per spese di ricarica delle prepagate, blocco o sostituzione carta, invio dell’estratto conto cartaceo, commissioni di cambio valuta applicate nei casi di pagamenti effettuati all’estero, ecc., risulta sempre più onerosa per i consumatori”.

Allo stesso tempo, però, ha conclude Rienzi, “si assiste ad un depotenziamento dei servizi bancari sul territorio, al punto che oggi 4 milioni di italiani che risiedono in 3.062 Comuni non hanno a disposizione una banca nel proprio Comune di residenza, e in meno di 10 anni gli istituti di credito italiani hanno chiuso 11.231 sportelli, penalizzando il Sud e le fasce di utenti più deboli come gli anziani”.

In merito ai crescenti costi di conti correnti, prelievi e carte di pagamento, poi Assoutenti ha inviato una istanza all’Antitrust in cui si chiede di intervenire a tutela degli utenti sei servizi bancari. “A fronte di un crescente costo di conti correnti e carte di pagamento, negli ultimi 7 anni sono stati chiusi in Italia più di 6mila sportelli Atm soprattutto nei piccoli centri e nei paesi più isolati dove la gestione dei dispositivi è più onerosa – spiega il presidente Furio Truzzi -. I prelievi Bancomat negli ultimi anni si sono infatti ridotti assestandosi su 500 milioni all’anno, con gli utenti che 7 volte su 10 prelevano presso la propria banca senza pagare commissioni. Il 66% degli utenti non conosce o non ricorda il prezzo applicato al prelievo da uno sportello di un’altra banca, commissione del tutto arbitraria che attualmente può raggiungere i 3 euro a prelievo, con una media di circa 2 euro”.

“Quello attuale è un modello di pricing che disincentiva il mantenimento della rete e l’apertura di nuovi Atm, con conseguenti ripercussioni sui servizi resi ai consumatori – prosegue Truzzi -. Per questo sosteniamo il piano presentato dalla Società Bancomat che, se approvato dall’Antitrust, prevedrebbe l’accesso al contante con un tetto alla commissione di 1,50 euro, vietando di applicarla alla banca che emette la carta. Al tempo stesso però è necessario garantire massima trasparenza agli utenti circa costi e commissioni sulle operazioni agli sportelli automatici (costi che in ogni caso devono essere ridotti al minimo) anche attraverso una intensa campagna informativa congiunta tra la società Bancomat e le associazioni dei consumatori, e in tal senso abbiamo inviato nelle settimane scorse una apposita segnalazione all’Antitrust”.

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