Continuità territoriale, ma la Sicilia è interrotta. Burocrazia e pasticci lasciano i siciliani a terra - QdS

Continuità territoriale, ma la Sicilia è interrotta. Burocrazia e pasticci lasciano i siciliani a terra

Paola Giordano

Continuità territoriale, ma la Sicilia è interrotta. Burocrazia e pasticci lasciano i siciliani a terra

martedì 07 Maggio 2019

In esclusiva per il Qds il Ministero dei trasporti fa il punto sulla situazione e attacca: "Ritardi dalla Regione nel fornire chiarimenti e integrazioni". Un rimpallo di responsabilità che pesa sulle tasche dei viaggiatori

PALERMO – La continuità territoriale nell’Isola è ancora un miraggio. Nonostante qualche passo – per i soli scali di Trapani e Comiso – sia finalmente stato compiuto, all’orizzonte non si intravede alcuna linea di arrivo.

Era giugno dello scorso anno quando il sottosegretario alle Infrastrutture Michele Dell’Orco annunciò, durante una sua visita nell’Isola, la disponibilità, da parte dello Stato, di 31,5 milioni di euro per la continuità territoriale degli aeroporti “Vincenzo Florio” e “Pio La Torre”. A quasi un anno di distanza da quelle dichiarazioni, è stata completata la fase uno: il ministro Toninelli ha firmato lo scorso gennaio la delega al Presidente Musumeci per indire la Conferenza dei servizi, con l’obiettivo di individuare il contenuto degli oneri di servizio pubblico da imporre sui collegamenti aerei tra gli aeroporti di Trapani e Comiso ed alcuni scali nazionali.

Il tavolo tecnico – istituzionale è stato convocato da Musumeci il 12 febbraio presso la sede del dicastero delle Infrastrutture e dei Trasporti e si è concluso il 21 marzo. Insieme a Musumeci, hanno partecipato alla riunione l’assessore regionale delle Infrastrutture Marco Falcone, i rappresentanti del ministero delle Infrastrutture, dell’amministrazione regionale, dell’Enac, dei Comuni di Comiso e Trapani e delle società di gestione dei due aeroporti Soaco e Airgest.

Il prossimo passo sarà il decreto di imposizione del Mit che, assieme agli allegati richiesti dalla comunità europea e assieme alla nota informativa del bando di gara, dovranno essere inviati a Bruxelles per il parere. Dalla Presidenza della Regione siciliana arrivano brutte notizie: i 46 milioni di euro necessari all’attuazione della continuità territoriale sono diventati 52 dopo l’aggiornamento contabile e “i rappresentanti del Ministero, al momento, non si sono detti disponibili a colmare la loro quota – pari a quattro milioni di euro – dei sei milioni totali”.

Se non è ancora chiaro chi si sobbarcherà tale aggravio di costi, è chiarissimo che a continuare a rimetterci sono le tasche dei siciliani. Alcuni esempi: un abitante dell’Isola che ha deciso di rientrare a casa per le festività pasquali prenotando con poco anticipo ha infatti dovuto spendere una fortuna: la tratta Roma-Catania dal 20 al 28 aprile costava ben 292 euro e quella Roma-Trapani addirittura 618 euro: quasi cinque volte più di quanto avrebbe speso un sardo per fare avanti e indietro dalla Capitale ad Alghero.

Ancora più dispendioso raggiungere la capitale lombarda. Il prezzo più “vantaggioso” per trascorrere le vacanze di Pasqua a Palermo si aggirava infatti sui 746 euro. Cinque volte superiore alla tratta Milano-Olbia. Un salasso, insomma.


In esclusiva per il QdS, il MIT fa il punto sulla continuità territoriale della nostra Isola
“Ritardi da parte della Regione nel fornire chiarimenti e integrazioni”

Riscontrate incongruenze nei dati di traffico passeggeri di Trapani e Comiso
La fase uno per il riconoscimento della continuità territoriale degli scali di Trapani e Comiso è stata completata ma l’iter per ottenerla è ancora lungo. Per avere un quadro completo su quella che orma è diventata una questione infinita – e tutt’ora irrisolta – abbiamo interpellato il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Il Ministro Toninelli ha firmato la delega al Presidente Musumeci per indire la Conferenza dei servizi. Prima di arrivare a questo punto, però, ci risulta che si siano verificati dei ritardi: a cosa sono stati dovuti?
“C’è stata tutta una serie di ritardi da parte della Regione e dei soggetti del territorio coinvolti nell’istruttoria nel fornire chiarimenti e integrazioni. Per quanto concerne specificamente i collegamenti da e per lo scalo di Trapani, si sono rilevate ad esempio incongruenze tra i dati di traffico passeggeri considerati per il dimensionamento dell’imposizione e quelli storici risultanti dal prospetto destinato alla Commissione europea. Con riferimento, inoltre, alle rotte da onerare da/per l’aeroporto di Comiso, si era invece evidenziata l’opportunità che il dimensionamento ipotizzato fosse accompagnato da uno studio più approfondito che, nell’indicare le analisi a sostegno della corrispondenza del nuovo regime impositivo ai parametri imposti dal Reg. CE n. 1008/2008, evidenziasse in particolare, in ragione dell’assenza di dati storici di traffico sui collegamenti individuati, stime attendibili in merito al traffico futuro”.

Confermate che sia stato il MIT a contattare la Regione siciliana per “spingere” sulla questione continuità territoriale?
“È stato direttamente il Sottosegretario Michele Dell’Orco a chiedere inizialmente di riavviare la discussione sugli Osp con la Regione, in quanto nella precedente Conferenza dei Servizi sui collegamenti con le isole minori era stata demandata ad una successiva Conferenza di servizi la valutazione di un’eventuale imposizione di ulteriori Osp sui collegamenti aerei da e per Trapani (con Brindisi e Napoli) e Comiso (con Bologna, Venezia e Torino), previa acquisizione della documentazione necessaria da parte dei gestori e degli Enti locali interessati”.

È vero che la Regione non aveva inizialmente capito che avrebbe dovuto contribuire stanziando 15 milioni?
“La Regione nell’ultima riunione al Ministero fatta a dicembre scorso considerava, erroneamente, di dover stanziare 1/3 dell’importo statale e non 1/3 del totale complessivo.


Dall’assessorato alle Infrastrutture un silenzio preoccupante
In ballo sei milioni di € tra Ministero e Regione
In attesa dei chiarimenti dell’assessore Falcone

“Ho preso atto che il Governo centrale chiede ulteriori risorse a carico della Regione. Abbiamo detto che provvederemo per la nostra quota, ma anche lo Stato faccia la propria parte. Comiso e Trapani sono territorio nazionale e le esigenze di quei cittadini sono pari a quelle di ogni altro Paese europeo. Ciò che mi preoccupa è che all’interno dei Palazzi si dica una cosa e fuori un’altra”. Queste le parole del presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, al termine del tavolo tecnico-istituzionale per discutere della continuità territoriale degli aeroporti di Comiso e Trapani.

Il progetto iniziale prevedeva infatti uno stanziamento di 46 milioni di euro, che sono diventati in corso d’opera 52 dopo l’aggiornamento contabile. E che dovrebbero essere così ripartiti: due terzi a carico dello Stato e la parte restante sulle spalle della Regione. Al momento però, secondo quanto dichiarato dalla Presidenza della Regione, i rappresentanti del Ministero non si sono detti disponibili a colmare la loro quota.

“Il Governo regionale – prosegue Musumeci – ha da sempre posto fra i suoi obiettivi quello di risolvere l’annosa questione della continuità territoriale, troppo spesso oggetto di discussioni senza risultati. è arrivato il momento di dare una soluzione concreta ai tanti disagi subìti dalla popolazione residente nell’Isola a causa delle onerose tariffe del trasporto aereo”.

Abbiamo interpellato l’assessore regionale alle Infrastrutture e ai Trasporti, Marco Falcone, per avere delucidazioni su come la Regione intenda risolvere la questione dei sei milioni mancanti, su quali siano i prossimi passi da compiere per ottenere il riconoscimento della continuità territoriale degli scali di Trapani e Comiso e, soprattutto, sul perché non si sia pensato anche agli aeroporti di Catania e Palermo ma al momento in cui chiudiamo il giornale l’assessore non ha ancora risposto alle nostre domande. Pubblicheremo il suo punto di vista nei prossimi giorni.

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