ROMA – “Mentre il Presidente Mattarella lancia un anatema contro gli evasori tacciandoli di essere i veri colpevoli del fatto che per il nostro paese la coperta è estremamente corta, Cgil, Cisl e Uil hanno incontrato il ministro della Funzione pubblica, Fabiana Dadone e il titolare dell’Economia, Roberto Gualtieri, per intavolare un accordo politico sul rinnovo dei contratti”. Lo dichiara in una nota il sindacato Fsi-Usae.
“Cgil, Cisl, Uil e il Governo – si legge ancora nel documento – ci hanno fatto sapere che hanno deciso di predisporre un memorandum d’intesa nel quale trovare un accordo preventivo sulla parte finanziaria e su alcuni punti normativi del nuovo contratto. Ci fanno sapere anche che la somma triennale per gli aumenti nel pubblico impiego sarebbe stata portata a 3,375 miliardi di euro e che, secondo le stime del governo, si parlerebbe di un aumento lordo per le buste paga del 3,50% (cioè circa 86 euro lordi medi). Ma in realtà non sarebbe così perché dentro tale cifra ci sono anche i soldi vincolati per adeguamento delle carriere dei comparti non contrattualizzati cioè quelli delle Forze di Polizia. E il rinnovo delle carriere delle Forze di Polizia vale circa 220 milioni di euro. Quindi il medesimo incremento ottenuto dal governo Renzi per il triennio 2016-2018 con il patto (alla vigilia del referendum) del 30.11.2016”.
“Tutto questo – lamenta la Federazione sindacati indipendenti – mentre sono ancora in alto mare i lavori della commissione paritetica per la revisione del sistema di classificazione professionale che dovrebbe essere prodromica all’apertura di qualsiasi trattativa per il rinnovo del contratto e la gente, negli ospedali, si lecca ancora le ferite di un rinnovo contrattuale 2016-2018 alquanto amaro e magro di soddisfazioni”.
In soldoni, viene contestato il fatto che per la revisione delle carriere del personale della pubblica amministrazione e della sanità non ci sono i soldi ma per quello delle Forze di Polizia e dei Vigili del Fuoco invece sì. Per aumenti contrattuali decenti per il personale dei comparti della pubblica amministrazione e della sanità i soldi non ci sono stati ma per rinnovare quello della dirigenza invece si sono trovati.
Adamo Bonazzi, Segretario Generale della Fsi-Usae, ha dichiarato a tale proposito: “I professionisti della sanità e degli altri comparti sono stanchi di rimanere inchiodati al palo. Vogliono che nel nuovo contratto si recepiscano gli sforzi profusi e ci siano aumenti adeguati, che coprano per intero il gap stipendiale che si è creato rispetto al 2009; vogliono anche un sistema di classificazione che offra possibilità di carriera basata su criteri predeterminati e certi e sia stabile nel proprio curriculum professionale. Gli 87 euro annunciati sono un’altra svendita e non bastano nemmeno a recuperare una piccola parte del gap stipendiale che si è determinato dal 2009 ad oggi.”

