Contro i rischi idrogelogici alla Sicilia servono 41 “Cuore” - QdS

Contro i rischi idrogelogici alla Sicilia servono 41 “Cuore”

Contro i rischi idrogelogici alla Sicilia servono 41 “Cuore”

sabato 01 Febbraio 2020

La proposta del capo della Protezione civile, Borelli, e di quello del Dipartimento Sicilia, Foti. I Centri unificati per l’emergenza “serviranno a garantire funzionalità ed efficienza”

PALERMO – Il capo della Protezione civile Angelo Borrelli e il capo del Dipartimento Sicilia Calogero Foti hanno presentato a Palermo la proposta di istituzione dei Cuore, Centri unificati operativi della Regione siciliana per l’emergenza, definiti nell’ambito del “Programma per il supporto al rafforzamento della governance in materia di riduzione del rischio ai fini di protezione civile – Pon Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020”.

“Il cuore è la parte pulsante dell’organismo che irrora e consente a tutto il corpo di funzionare. Allo stesso modo i Cuore – dice Foti – serviranno a garantire funzionalità ed efficienza al sistema complessivo di protezione civile nell’azione di prevenire, monitorare e intervenire in emergenza nel territorio regionale. L’ individuazione dei 41 ambiti risponde all’esigenza di ottimizzare le aree caratterizzate da esigenze territoriali omogenee ed altresì connesse da vie di collegamento che consentano ai mezzi di spostarsi velocemente per portare aiuto”.

“Il confronto con le istituzioni appena avviato – aggiunge il capo del Dipartimento Sicilia – mira a ridurre i possibili attriti che una divisione rigidamente amministrativa delle funzioni possa disperdere le energie e rallentare gli interventi la cui tempestività, in caso di catastrofi naturali diventa fondamentale per salvare vite umane”.

I Cuore, realizzati secondo le indicazioni contenute nel Codice della protezione civile del 2018 e definiti per la Sicilia in numero di 41, avranno il compito strategico di presidiare il territorio, vigilare e coordinare le attività di protezione civile, migliorare la capacità dei territori di mitigare il numero di rischi, fronteggiare le emergenze attraverso l’ottimizzazione delle risorse esistenti. Ai Centri unitari – che rappresentano un momento di rivoluzione strutturale e culturale nella gestione delle emergenze – competerà valutare e attuare le migliori condizioni possibili per garantire in modo tempestivo il soccorso sanitario, l’intervento operativo e la raggiungibilità dei luoghi al fine di assicurare le funzioni fondamentali per la gestione in emergenza e rendere più efficace la risposta del Sistema complesso della Protezione civile in occasione di criticità territoriali e/o di calamità naturali

La Sicilia, che rientra tra le quattro regioni del progetto pilota nazionale, realizzerà i centri operativi nel rispetto di parametri e metodologie standardizzate secondo criteri che, una volta testati, verranno riprodotti anche nelle altre regioni. L’impianto complessivo è frutto di un lungo lavoro che Foti ha portato avanti con il supporto di Giuseppe Basile, responsabile del Servizio Idraulico e Idrogeologico e di Marinella Panebianco.

Le 41 aree – definite con riferimento ai Sistemi locali del lavoro dell’Istat, alla dimensione demografica e alle infrastrutture viarie – superano il concetto di delimitazione amministrativa e sposano la filosofia più ampia della specializzazione nella sussidiarietà. I Cuore, infatti, una volta costituiti saranno il centro fisico di riferimento di territori tra loro collegati e coerenti per analogia di condizioni territoriali e consteranno di una struttura fisica affidata a un responsabile che sarà dotata di personale competente e di mezzi tecnologici e strumentali adatti ad affrontare interventi in emergenza.

Per il capo della Protezione civile nazionale Borrelli “l’individuazione preventiva dei centri operativi, della loro dislocazione sul territorio e della loro strutturazione in una rete unificata, potrà garantire in ordinario, ma ancor più in emergenza, una più efficiente operatività e una più veloce attivazione del sistema locale di protezione civile. L’istituzione dei Cuore – aggiunge – in ottemperanza alle indicazioni del nostro Codice di Protezione civile, potrà sicuramente accrescere la capacità di coordinamento territoriale delle attività di soccorso e di assistenza alle popolazioni interessate da un evento e favorire le azioni di prevenzione non strutturale di competenza dei territori”.

L’incontro di presentazione del progetto Cuore, che è stato aperto in questa prima sessione a prefetti, responsabili delle Città metropolitane, dei Liberi Consorzi Comunali e rappresentanza dell’Anci, avvia un momento di confronto tra istituzioni per ottimizzare il lavoro sin qui svolto e avviare il processo di definizione dei centri stessi. Alla fine del percorso, infatti, un nuovo passaggio dalla giunta Regionale ne potrà sancire la definitiva istituzione.

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