Controllo su detenuti autorizzati a lavorare: irregolari nel Catanese

Controllo su detenuti autorizzati a lavorare: scoperti impiegati irregolari nel Catanese

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Controllo su detenuti autorizzati a lavorare: scoperti impiegati irregolari nel Catanese

Redazione  |
giovedì 14 Settembre 2023

Prosegue l’attività di controllo “a tappeto” nei confronti dei beneficiari delle misure di detenzione alternative al carcere

Prosegue l’attività di controllo “a tappeto” avviata dal Comando Provinciale Carabinieri di Catania nei confronti dei beneficiari delle misure di detenzione alternative al carcere. In particolare, l’attenzione dei militari dell’Arma è stata rivolta a quei soggetti a cui è stato consentito di svolgere una attività lavorativa all’esterno dei luoghi di espiazione della pena.

I controlli

Già tra luglio e agosto, sia in città che su tutto il territorio della Provincia di Catania, i Carabinieri hanno pertanto proceduto al controllo di oltre 150 individui ai domiciliari presso le altrettante aziende che avevano offerto loro un impiego, rilevando una serie di violazioni, quali lo svolgimento fittizio dell’attività lavorativa da parte di 2 destinatari del beneficio e l’impiego “in nero” di 10 soggetti in detenzione domiciliare da parte di altrettante aziende oltre che la mancanza della prevista “sorveglianza sanitaria”.

Deferiti i titolari di 7 esercizi commerciali

Nel primo caso, si trattava di un 31enne di Paternò che da tempo non si era presentato presso un frantoio di Contrada Cuturella, luogo di lavoro indicato all’Autorità Giudiziaria per ottenere il permesso, e di un 27enne di Acireale, che addirittura non ha mai svolto nemmeno una giornata lavorativa in un fioraio di Aci Catena. Passando invece al secondo scenario riscontrato, l’Arma di Catania aveva deferito i titolari di 7 esercizi commerciali (una operante a Riposto nel settore dell’abbigliamento, una rivendita all’ingrosso di prodotti ortofrutticoli e un autonoleggio di Catania, una ditta edile, un’officina meccatronica e un panificio di Misterbianco, nonché una ditta di fabbricazione di carta e imballaggi di Mineo, per cui è stata anche disposta la sospensione delle attività commerciali interessate) per aver impiegato 7 beneficiari della misura alternativa al carcere, autorizzati a svolgere attività di lavoro, “in nero” e senza la prevista “sorveglianza sanitaria”, mentre ulteriori 3 imprenditori (rispettivamente titolari di una Macelleria ad Aci S. Antonio, di un vivaio a Catania e di un ingrosso di pesce ad Acireale) erano stati sanzionati solo amministrativamente per aver occupato “in nero” altri 3 soggetti ai domiciliari.

Due lavoratori “in nero” a Paternò

I militari della Compagnia di Paternò, unitamente a quelli del NIL di Catania, hanno scoperto altri 2 detenuti domiciliari con permesso di lavorare, che prestavano la loro opera “in nero” e senza la prevista sorveglianza sanitaria. Si tratta, in particolare, di una carrozzeria di Adrano e di un bar-tabacchi di Biancavilla, che complessivamente su 10 lavoratori effettivi, ne avevano impiegati 7 senza contratto e visita medica; tra questi, vi erano appunto anche le 2 persone sottoposte alla misura alternativa al carcere. Per entrambe le aziende, è quindi scattata una maxi sanzione per un valore totale di 69.300 euro, il recupero dei contributi previdenziali e assicurativi per 16.500 euro e la sospensione imprenditoriale delle attività.

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