Il nostro Paese retrocede sul piano istituzionale, sociale ed economico per una serie di motivi. Il primo è che le leggi sono formulate in maniera volutamente maldestra, con periodi e parole contorti e spesso privi di significato, con richiami a commi e numeri di altre leggi, con sostituzioni di periodi ad altri periodi e così via dicendo. Insomma, un meccanismo perverso per evitare che i cittadini capiscano il senso logico delle norme, di modo che esse possano essere “lette” solo dagli addetti ai lavori.
Gli stessi magistrati, che hanno il compito di applicare le leggi, riscontrano grandi difficoltà nel valutarne il senso e la portata, proprio perché esse sono espresse in maniera quasi animalesca.
Altro motivo del degrado indicato è l’assoluta mancanza di sanzioni per chi ha compiti e doveri, quando non li osserva. Cosicché, impudentemente, ognuno può evitare di fare il proprio dovere. L’argomento riguarda soprattutto i pubblici dipendenti, ma anche i partitocrati.
Nella Pubblica amministrazione, l’abbiamo scritto numerose volte, mancano i valori di merito, responsabilità e produttività, non previsti dai Ccnl (Contratti collettivi nazionali di lavoro) redatti fra l’Aran, che rappresenta lo Stato o le Regioni, e il sindacato dei dirigenti pubblici.
Non essendoci sanzioni, ognuno può fare quello che crede, tanto lo stipendio arriva intonso ogni mese, i contributi si accumulano per la pensione, percepita alla fine del periodo lavorativo, e la liquidazione del Trattamento di fine rapporto non subirà alcuna tosatura.
Vi è un altro motivo del degrado e riguarda il fatto che gli obiettivi da raggiungere in tutto il settore pubblico sono fissati dagli stessi dirigenti, in quanto i vari ministri e sottosegretari non sono in condizione di farlo.
Cosicché, tali dirigenti fissano gli obiettivi molto in basso e facili da raggiungere, con due conseguenze positive per loro e negative per i cittadini: la prima è che possono dire di lavorare bene perché hanno raggiunto i risultati; la seconda è che prendono i premi che loro stessi hanno fissato al raggiungimento di quei magri obbiettivi.
Nessuno ha il compito di controllare quanto appena descritto.
La regola generale, etica e giuridica, prevede che il controllore non possa controllare se stesso – come accade nel nostro Paese – e un’altra regola, etica e giuridica, prevede che non vi è vera Democrazia quando non vi sono controlli efficaci.
Ma i controlli debbono essere effettuati da organismi terzi ed esterni alla Pubblica amministrazione e alle istituzioni, che dovrebbero anche fissare gli obiettivi, in modo che non vi possa essere manipolazione, come avviene adesso.
Insomma, nel nostro Paese vi è un andazzo che lo fa sempre di più retrocedere e cioè che i 3,2 milioni di pubblici dipendenti possono fare ciò che vogliono poiché nessuno li sanziona.
Tuttavia, all’interno di questo gruppo di cittadini, ve ne è un altro di circa quattrocentomila persone, uomini e donne, che compongono le Forze dell’ordine e le Forze armate, che funzionano secondo un’organizzazione efficiente, tant’è vero che portano a casa risultati molto buoni.
Il sistema delle leggi è complesso, come prima si scriveva. Oltre a esse, vi è una serie di atti che ne discendono, come i Dpr (Decreti del Presidente della Repubblica), Dpcm (Decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri), Dlgs (Decreti legislativi), Dl (Decreti legge), Dm (Decreti ministeriale o interministeriali), oltre a una sfilza di circolari che chiariscono al corpo dei pubblici dipendenti la portata di ciascuna di queste norme.
E poi vi è un’altra anomalia e cioè che le leggi approvate dal Parlamento quasi mai sono esecutive perché rimandano a decine di atti successivi la loro attuazione e la loro specificazione. Pensate, vi sono leggi di bilancio che prevedono decreti attuativi non ancora emessi alla fine dell’anno, quando non servono più.
Il coacervo delle questioni prospettate è più che sufficiente per spiegare questo retrocedere continuo del nostro Paese: la difficoltà nell’attuare le leggi e la presenza di una Pubblica amministrazione insufficiente, fanno sì che tutti i provvedimenti di accelerazione della spesa e di miglior funzionamento del sistema cadano nel vuoto e i decenni passino senza lasciare traccia di riforme, di cui tutti parlano, ma che nessuno fa, pur essendocene un grande bisogno.

