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Cooperative e lavoro, al Romano Palace Luxury Hotel di Catania l’ultimo convegno Unci del 2025

Cooperative e lavoro, al Romano Palace Luxury Hotel di Catania l’ultimo convegno Unci del 2025
Da sinistra Gennaro Scognamiglio, Luisa Tosto, Andrea Amico, Filippo Badami e Fabio Carraro

Ad aprire la tavola rotonda, l’intervento dell’ingegnere Andrea Amico

Si è svolto oggi l’ultimo convegno 2025 del ciclo annuale di incontri realizzati dall’UNCI (Unione Nazionale Cooperative Italiane) presso il Romano Palace Luxury Hotel di Catania. Il titolo dell’evento “Cooperative e lavoro: connubio tra opportunità di crescita e valorizzazione del capitale umano” svela le tematiche trattate durante l’incontro con forte attenzione verso lo stato dell’arte dei C.A.T., i centri di assistenza alle cooperative sviluppati in tutto il territorio siciliano.

Gli ospiti

Ospiti della tavola rotonda l’ingegnere Andrea Amico, presidente UNCI Nazionale; il dottore Alfredo Mancini, coordinatore operativo FESICA CONFSAL; il dottore Gennaro Scognamiglio, presidente UNCI Agroalimentare; il dottore Filippo Badami, commercialista esperto in Finanza Agevolata e Bancaria; il dottore Fabio Carraro, presidente Centro Studi CESAM; gli onorevoli Antonino D’Asero (segretario generale UNCI Nazionale) e Giuseppe Castiglione (componente XIII Commissione Agricoltura). A introdurre e moderare l’incontro la dottoressa Luisa Tosto, direttrice regionale UNCI Sicilia, la quale apre preannunciando le tematiche trattate, ossia il lavoro, la contrattazione nazionale, gli enti bilaterali, la valorizzazione del capitale umano, il supporto della finanza agevolata e bancaria per le cooperative, e infine i rapporti istituzionali a tutela del lavoro.

Saluti istituzionali

«Noi rappresentiamo la seconda centrale cooperativistica in Sicilia e siamo ben lieti di condividere con voi i nostri risultati» si esprime con entusiasmo prima dei saluti istituzionali in cui si alternano Filippo Cultrona, presidente della Federazione Comprensoriale UNCI di Caltagirone; Mario De Marco, presidente facente parte della federazione provinciale di Messina e Paolo Ragusa, presidente dell’ANCOS (Associazione Nazionale Cooperative Sociali) che ricorda quanto la cooperazione sociale sia una capacità di impresa solidaristica che concilia le regole del mercato con la visione umana nonché capace di creare valore sociale e valore economico. «L’Istat nel 2023 ha attestato 510mila addetti della cooperazione sociale – racconta Ragusa – di questi più di 30mila in Sicilia che ogni giorno tracciano una linea di solidarietà e di speranza per rendere le nostre comunità più accoglienti e più giuste. Una grande esperienza umana che trova una sua dimensione economica nell’economia del bene comune» conclude calcando le parole di don Luigi Sturzo.

Gli interventi

Ad aprire la tavola rotonda, l’intervento dell’ingegnere Andrea Amico, il quale apre i lavori presentando i C.A.T. (Centri di Assistenza Tecnica alle Cooperative) attivati dall’UNCI, gli obiettivi e le finalità che rappresentano e che hanno rappresentato come strumento di crescita per la federazione. «È importante menzionare la legge regionale che dal 2003 finanzia questi sportelli che abbiamo sul territorio e che servono a fornire assistenza a chiunque circa il mondo delle cooperative – asserisce Amico –. I C.A.T. vogliono inoltre promuovere quella cultura della cooperazione fondamentale per una società che tende ad essere sempre più individualista. Questi sportelli sono finanziati dalla Regione Siciliana e aperti tutto l’anno, fornendo assistenza e cercando di creare nuove imprese e cooperative. L’articolo 45 della nostra costituzione riconosce il ruolo e il valore della cooperazione come momento inclusivo tra il lavoro e l’elemento societario».

Segue poi l’intervento di Alfredo Mancini, dedicato ai contratti di lavoro tra UNCI e OO.SS. CONFSAL – FESICA e il FUEB, seguito a sua volta dal discorso di Gennaro Scognamiglio sui regolamenti interni e sulle finalità della legge 142/2001. «Nasciamo col motto di papa Leone XIII – specifica –: “un lavoro inteso come momento sociale e di opportunità”. Nascendo da queste origini, da quella che è la partecipazione vera, abbiamo dovuto in un primo tempo contrastare con l’INPS e con gli istituti previdenziali che non riconoscevano il lavoro dipendente e dei soci di cooperativa, non opportunamente inquadrati in una cassa previdenziale. È del 2001 il regolamento che equipara quello che è il lavoro dipendente puro con quello di un socio lavoratore dipendente. Questo doppio rapporto ci porta alla reale mutua assistenza nella cooperativa. Ciò che deve essere tenuto in conto è proprio il rispetto della legge 142/2001». Proseguono infine Filippo Badami riguardo alla finanza agevolata e bancaria come opportunità e strumento di crescita; Fabio Carraro riguardo la valorizzazione del capitale umano e Antonino D’Asero sull’importanza del ruolo delle istituzioni a tutela del lavoro.