Coronavirus, alleanza globale per vaccino e farmaci - QdS

Coronavirus, alleanza globale per vaccino e farmaci

redazione web

Coronavirus, alleanza globale per vaccino e farmaci

venerdì 27 Marzo 2020

Indispensabile per giungere a mettere a punto un'arma definitiva contro il nuovo agente patogeno. Tra le ipotesi di terapia, anche l'uso del plasma dei soggetti guariti. Ancora lontano il farmaco "mirato" allo studio in America

Una “alleanza globale” è necessaria per arrivare a mettere a punto un vaccino che potrà rappresentare l’arma definitiva contro il nuovo coronavirus, ma unire le forze dei vari Paesi è fondamentale in questo momento di emergenza anche sul fronte della ricerca per altri nuovi farmaci.

Quello a lavorare insieme è un appello corale, che arriva oggi dai ministri Di Maio e Speranza ma anche dagli scienziati, mentre sul fronte delle terapie si continuano a fare passi avanti ed aumenta il numero delle sperimentazioni in campo.

Lancia appunto la sfida dell'”alleanza globale” il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, dopo la videoconferenza con i colleghi del G7 sull’emergenza Covid-19.

“Noi siamo disponibili a condividere la nostra conoscenza – afferma – ma devono farlo tutti: la corsa al vaccino non può essere individuale”.

Posizione sostenuta anche dal ministro della Salute Roberto Speranza, che sottolinea come “servono in Ue misure armoniche e condivise e il massimo sforzo di convergenza sulla ricerca”. Una sfida, questa, sulla quale la scienza concorda con la politica.

Dalla rivista Science, infatti, anche il direttore della Gavi Alliance, Seth Berkley, lancia l’appello per un “progetto globale” perché il vaccino anti coronavirus richiede uno sforzo confrontabile al Progetto Manhattan, che portò alla bomba atomica. Essere uniti, dunque, per ottimizzare forze e risorse, mentre già si registrano importanti passi avanti.

Sono 44 i progetti di vaccino anti SarsCoV2 nel mondo ed aumenta di giorno in giorno il numero delle sperimentazioni.

Oltre agli studi in atto e autorizzati dall’Agenzia del farmaco Aifa su farmaci già in uso per altre patologie – è il caso dell’anticorpo monoclonale usato per l’artrite reumatoide Tolicizumab o dell’antinfluenzale giapponese Avigan – è indicato dall’Oms l’uso della combinazione di farmaci anti-aids Lopinavir/Ritonavir e del farmaco antivirale Remdesivir, sviluppato inizialmente per la malattia da virus Ebola e potenzialmente attivo contro il Covid-19.

Ma altre nuove sperimentazioni sono ai nastri di partenza, come il progetto di ricerca nato dall’accordo biennale tra Toscana Life Sciences di Siena e l’Istituto nazionale malattie infettive Spallanzani di Roma: l’obiettivo è clonare gli anticorpi monoclonali da pazienti convalescenti partendo dal loro plasma per sviluppare una cura ed un futuro vaccino. Ulteriori due studi su nuovi farmaci sono inoltre in valutazione da parte dell’Aifa, ha annunciato il direttore generale Nicola Magrini, il quale ha pure affermato che “a breve libereremo la possibilità per i medici di famiglia di prescrivere farmaci anti-Aids”.

Accolta dunque la richiesta in tal senso più volte rilanciata dagli Ordini dei medici e dalla Federazione dei medici di medicina generale. Resta su tutto il forte invito alla prudenza: l’anti-malarico clorochina, utilizzato in Cina, ad esempio, presenta “rischi” ed è “necessaria cautela rispetto ad un uso di massa”, ha avvertito Magrini.

Quanto al farmaco ‘mirato’ anti-Covid denominato Eidd-2801, sperimentato all’Università del North Carolina con primi risultati positivi sui topi, si tratta, ha concluso, di un farmaco che “è ancora molto lontano dall’arrivare”.

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