Dopo una battaglia legale il Tar del Lazio ha sospeso l’obbligo di iscrizione al Fondo di solidarietà bilaterale dell’artigianato (Fsba) per ottenere la Cig. Smentito l'assunto che l’iscrizione al fondo fosse dovuta per legge
Secondo le regole stabilite dal Fondo di solidarietà bilaterale dell’artigianato (Fsba), gli artigiani sarebbero stati obbligati a corrispondere le quote contributive, passate e future, per ottenere in cambio l’erogazione della cassa integrazione con causale Covid-19. Il Tar del Lazio ha invece sospeso la procedura di iscrizione al fondo e obbligato la Fsba a predisporre una semplice richiesta per ottenere l’integrazione salariale senza assunzione di un vincolo contributivo. Lo ha reso noto con un comunicato lo studio legale palermitano Leone-Fell, che ha ottenuto l’importante vittoria.
All’indomani dell’approvazione del Decreto Cura Italia, con riferimento al comparto artigiano, è sorto un acceso dibattito sulla obbligatorietà dell’iscrizione al Fondo di solidarietà bilaterale dell’artigianato, apparentemente necessaria ad accedere alla cassa integrazione con causale Covid-19. Da più parti si è levata la protesta degli artigiani e della categoria dei consulenti del lavoro che, a ragione, avevano sempre ritenuto non necessaria l’iscrizione a Fsba ed Ebna.
Di contro l’Ente Bilaterale che gestisce il Fondo, pur avendo ricevuto un trasferimento di risorse pubbliche a sostegno della Cig di sessanta milioni di euro, con diversi comunicati stampa, ha mantenuto ferma la propria posizione, affermando categoricamente che l’iscrizione è dovuta per legge.
L’arbitraria richiesta di iscrizione, che avrebbe comportatoe il sorgere dell’obbligo contributivo non solo per il futuro, ma anche per il pregresso (pari a 36 mensilità), ha di fatto paralizzato la possibilità di ottenere la cassa integrazione per migliaia di datori di lavoro che liberamente avevano deciso di non aderire a Fsba.
A risolvere la controversia è intervenuto il presidente del Tar del Lazio – Roma, sez. III quater Riccardo Savoia il quale, in accoglimento della richiesta avanzata da un artigiano difeso dallo studio legale Leone Fell & C., ha riconosciuto il diritto di presentare la domanda di integrazione salariale senza previa iscrizione a Fsba ed Ebna
“Negli ultimi giorni – dichiara l’avvocato Francesco Leone – abbiamo attivato un nuovo servizio di confronto con le imprese, Open Impresa, in cui sono emerse diverse criticità sulle modalità di attuazione delle misure emergenziali adottate dal Governo, tra cui la cassa integrazione per gli artigiani”.
“Nei prossimi giorni – continuano gli avvocati Simona Fell e Nicolò Vella – chiariremo all’intera categoria la migliore strada per tutelare le loro posizioni senza rinunciare alla cassa integrazione”.