Ecco tutta una serie di notizie di oggi riguardanti Catania e il coronavirus:
CHIUSI DODICI LOCALI – Sette pattuglie della Polizia Municipale di Catania stanno operando su disposizione del sindaco Salvo Pogliese per garantire il controllo serrato del territorio e la corretta applicazione delle norme nazionali per il contenimento del virus.
Dall’inizio dell’emergenza sono complessivamente un centinaio i locali sottoposti alle verifiche dei vigili urbani del reparto della polizia commerciale.
Sette pub, una sala bingo e quattro esercizi commerciali sono stati chiusi per violazione delle disposizioni del governo, tra cui la mancata osservanza delle distanze interpersonali.
AMT, CORSE RIDOTTE – L’Azienda metropolitana trasporti (Amt) di Catania da stasera e fino al 25 marzo garantirà il servizio bus dalle 6 alle 21, con programmazione ridotta, in conformità al Dpcm dell’11 marzo e all’ordinanza odierna del Presidente della Regione Siciliana.
Inoltre, l’Amt continuerà ad assicurare quotidianamente le operazioni straordinarie di sanificazione dei mezzi.
CHIUSI SPORTELLI DELLA QUESTURA – L’accesso agli uffici potrà essere richiesto telefonicamente, su appuntamento. Lo sportello Passaporti è reso disponibile soltanto nel caso di documentato stato di necessità e urgenza, quali comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità, di spostamenti per motivi contingibili e urgenti, corredati da titolo di viaggio.
Domande e documentazione, comprese quelle per cui è previsto un termine perentorio di presentazione alla Questura di Catania dovranno essere inviata con Posta elettronica certificata (Pec) a: ammin.quest.ct@pecps.poliziadistato.it.
I contatti con l’utenza saranno assicurati mediante gli ordinari canali telematici e telefonici agli indirizzi di posta elettronica e ai numeri telefonici consultabili sul sito della Questura di Catania alla sezione “Servizi ai cittadini”.
M5S CHIEDE IL RINVIO DELLA TARI – “Nell’attuale incertezza dei tempi di risoluzione dell’emergenza Covid-19, sarebbe opportuno rinviare la scadenza dei termini di pagamento degli avvisi Tari di almeno 60 giorni”.
E’ la proposta, protocollata oggi, che il gruppo consiliare del M5s del Comune di Catania, primo firmatario Giuseppe Fichera, ha rivolto al sindaco, Salvo Pogliese.
“Le recenti circostanze – spiegano i consiglieri del MoVimento – hanno determinato un’evidente situazione di difficoltà nell’ambito sia sanitario che economico. E proprio in questi giorni i cittadini catanesi stanno ricevendo gli avvisi per il pagamento della prima rata dell’imposta Tari, che scadrà il 30 marzo 2020. Inoltre la popolazione anziana, in un momento in cui tutti sono invitati a rimanere a casa, sarebbe costretta ad uscire per il pagamento, sovraffollando le attività commerciali che svolgono questo servizio”.
“Spero che il sindaco – commenta Fichera – accolga presto questa nostra richiesta in modo da poter dare una boccata d’ossigeno a tutti i cittadini che, obbligati a rimanere a casa in questo difficile momento, ne hanno davvero bisogno”.
CHIESE APERTE MA RISPETTO DEL DPCM – “Ci troviamo dinanzi a due possibilità estreme: o chiudere materialmente le porte delle chiese, ma non vorremmo arrivare a questo, o lasciarle aperte, seguendo comunque le restrizioni che il governo impone. In un caso come nell’altro, ci viene richiesta una rinuncia dolorosa”.
Lo scrivono l’arcivescovo di Catania, Salvatore Gristina, e i vescovi di Acireale, Antonio Raspanti, e di Caltagirone, Calogero Peri, in una lettera ai fedeli sull’emergenza Covid-19 dopo le ultime disposizioni governative dell’11 marzo e il documento della presidenza della Cei in cui a ciascuno “viene chiesto di avere la massima attenzione, perché una eventuale sua imprudenza nell’osservare le misure sanitarie potrebbe danneggiare altre persone”.
“Lasciamo le chiese aperte – annunciano i vescovi della provincia ecclesiastica di Catania – per entrarvi a pregare, per vivere il sacramento della Riconciliazione, per scambiare una parola con il sacerdote, qualora ci troviamo a passare per i casi previsti dall’autocertificazione. Soltanto attenendoci scrupolosamente e responsabilmente a queste disposizioni – sottolineano Gristina, Raspanti e Peri – potremmo non essere costretti a chiuderle fisicamente. Confidiamo nella responsabilità di tutti, perché tutti tendiamo al bene di tutti. Questo tempo sarà prezioso se lo usiamo per rientrare in noi stessi, riguadagnare i valori più alti dello spirito e, principalmente, ‘stare’ sotto la croce, come Maria, la Madonna, con il suo Stabat ci insegna. Chiediamo a Lei, la Mamma di tutti noi, di accompagnarci in questo percorso, di aiutarci ad essere Chiesa gli uni per gli altri, nelle nostre famiglie, nelle nostre case, là dove siamo chiamati a vivere, a stare”.
“Scopriremo – aggiungono – che l’essere ‘chiesa domestica’ ha un grande valore agli occhi del Signore. Ciò che vale e permane è solo l’Amore che metteremo in ogni gesto, in ogni parola, perché sarà questo a edificare la Chiesa, a essere veramente per gli altri. Restiamo tutti uniti – concludono i tre vescovi – a rispondere nel presente con un surplus di amore”.
