Coronavirus, come Palermo riuscì a inventare il cocktail ... in buatta - QdS

Coronavirus, come Palermo riuscì a inventare il cocktail … in buatta

redazione web

Coronavirus, come Palermo riuscì a inventare il cocktail … in buatta

martedì 24 Novembre 2020

Manhattan, Negroni, Pornstar Martini, tutti preparati da barman esperti, sono diventati "da asporto" grazie alle lattine sottovuoto. L'idea è venuta ad Alessio Ricchiari, che spiega come, nonostante le restrizioni imposte dall'ultimo Dpcm, bere sia diventato più facile

Le scatolette di latta sono come quelle dei pelati, del tonno sott’olio, dei fagioli.

Semplici lattine, buatte come vengono chiamate comunemente in Sicilia – e non solo -, che si aprono a strappo alzando la linguetta.

Ma dentro non ci sono conserve, bensì cocktail, quelli che normalmente si gustano per l’aperitivo, preparati da barman esperti, con amici seduti nel lounge bar o col bicchiere in mano davanti al pub.

Una nuova impresa ideata in città nel 2019 che produce da poco più di una settimana, ma che ora con le restrizioni per il covid19 potrebbe essere l’uovo di colombo per le bevande che non si consumano più nei locali che chiudono alle18 e che comunque devono essere d’asporto.

Il motto del produttore è “bere è diventato più facile”.

In Europa, ma forse nel mondo, i cocktail di Rita sono gli unici prodotti in lattina che una volta aperta restituisce l’originale mix di prodotti alcolici. L’idea, già concretizzata in migliaia di lattine con Manhattan, Negroni, Pornstar Martini, fra poco vedrà la produzione di Cosmopolitan, Mi-To (Milano.-Torino) , Mai Tai, è venuta ad Alessio Ricchiari, 43 anni, che lavora nel mondo dell’abbigliamento e che ha aperto il Rita Cocktail House in via Malta (piazza Borsa) nel centro di Palermo.

Un cocktail bar dove vende anche le colorate lattine di apertivi alcolici prodotte nel suo opificio, sempre in città.

Anche i contenitori di latta sono prodotti da un’azienda siciliana.

“Il Rita si chiama come mia madre – dice Alessio – donna ospitale con la casa e la cucina sempre aperte e come santa Rita da Cascia che io ho fatto raffigurare nel mio locale da Igor Scalsi Palminteri col volto di Monique una mia amica della Costa D’Avorio che ha avuto una vita molto difficile. I nostri cocktail rispettano le ricette originali. Sulla lattina è scritto come servire il mix alcolico, se agitarla prima di aprila, insomma come gustare a casa un vero Negroni”.

Le buatte costano cinque euro l’una, l’opificio di Alessio ne produce mille al giorno e in una settimana ne sono state vendute 5500.

Tra il locale e la fabbrica dei cocktail lavorano sette persone tra cui Martina Gennaro, e Nicola Loiacono, Francesco Russo e Amed Shopon.

“Sono un appassionato di cucina – racconta Alessio – e l’idea mi è venuta mettendo un po’ d’acqua per levare la conserva di pomodoro che rimane sul fondo e sui lati della lattina: un’operazione che in cucina fanno tutti. Con le restrizioni del covid questo prodotto potrebbe aver un grande successo. Naturalmente spero che tutto finisca presto e che tutti possiamo tornare a una vita normale”.

“Un grosso incoraggiamento ad andare avanti – aggiunge – viene dai miei stessi collaboratori che chiedono di poter lavorare anche senza essere pagati. Questa è una spinta notevole ecco perchè noi siamo ancora aperti nonostante tutto. Il locale è stato inaugurato lo scorso ottobre ma poi c’è stato il lockdown e ora le restrizioni…” .

I cocktail di Rita si trovano anche a Londra dove vengono vendute da una catena di market palermitana.

A Natale sarà prodotta una special edition con lattine da appendere all’albero: bianche e rosse.

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