Coronavirus, i contagi in Italia spaventano di nuovo - QdS

Coronavirus, i contagi in Italia spaventano di nuovo

redazione web

Coronavirus, i contagi in Italia spaventano di nuovo

lunedì 05 Ottobre 2020

Ieri 2.578 casi. Oggi il nuovo Dpcm, stretta su feste, cerimonie e movida. Forse l'obbligo delle mascherine anche all'aperto. Il ministro della Salute Speranza, "Lavoriamo per evitare un nuovo lockdown che non possiamo permetterci"

Feste private ridotte a pochi partecipanti, battesimi e matrimoni a numero chiuso, verifiche costanti nelle zone della movida, con possibili chiusure anticipate dei locali.

Nuove restrizioni allo studio del governo, oltre all’obbligo di mascherine all’aperto, potrebbero aggiungersi alla bozza del nuovo decreto che sarà varato mercoledì.

Con i contagi giornalieri a quota 2.578 casi, l’Esecutivo è “al lavoro per evitare un nuovo lockdown che non possiamo permetterci”, spiega il ministro della Salute, Roberto Speranza, il quale chiude alla possibilità di aumentare la soglia massima di mille tifosi allo stadio per le partite di serie A e, di fronte al moltiplicarsi di contagi tra i banchi, assicura: “vogliamo tenere le scuole aperte nonostante ci saranno ulteriori contagi”.

Ma mini-lockdown sono già in atto in alcune città del Paese.

Contro l’aumento dei casi nel territorio nel Comune di Latina interviene la Asl, chiedendo di lasciare le proprie abitazioni “solo in caso di necessità e ad evitare le uscite superflue, fino a quando non ci sarà un quadro chiaro”.

In Italia si registra una lieve flessione dei nuovi casi, 2.578 nelle ultime 24 ore secondo il bollettino di ieri rispetto ai 2.844 del giorno precedente, ma è minore anche il numero di tamponi effettuati: 92.714, circa 26mila in meno.
In calo anche il numero delle vittime: 18 in un giorno, per un totale di 35.986 (ieri erano state 27).

La maggior parte dei nuovi malati è ancora in Campania (+412), dove tra le vittime c’è anche il Vescovo di Caserta Giovanni D’Alise, ricoverato dal trenta settembre nell’ospedale della città e morto per complicazioni polmonari: è il primo presule deceduto per il covid.

E il Governo, che scrive la bozza del decreto senza distogliere lo sguardo dai numeri del bollettino, presenterà il nuovo Dpcm oggi in Consiglio dei Ministri.

Poi il passaggio del ministro Speranza in Parlamento e mercoledì la firma del premier Conte, che da Assisi avverte: “il nemico non è stato ancora sconfitto, siamo consci che non possiamo disperdere i sacrifici compiuti”.

Un monito che conferma le intenzioni degli esperti, in queste ore, di un ulteriore restringimento delle maglie.

Il Comitato Tecnico Scientifico indica la sua linea: contingentamento delle presenze alle feste private e in occasione di eventi e cerimonie.

Secondo gli scienziati, per allontanare un aumento significativo del contagio e la necessità di un lockdown generale, sarà necessaria una restrizione progressiva delle misure nella stagione autunnale: a cominciare da una stretta sulla movida agli orari anticipati di chiusure dei locali sino ad un aumento significativo dei controlli, oltre all’obbligo di mascherina all’aperto. Quest’ultimo provvedimento, già in atto con ordinanze in Campania, Lazio e altre regioni, “è una delle ipotesi che stiamo valutando.

Il governo farà le sue scelte solo dopo il passaggio parlamentare – spiega Speranza, per il quale “ora siamo in una fase di crescita significativa del contagio”. Poi, alla luce delle polemiche sulla mancata sfida Juve-Napoli, lancia un imperativo: “Un po’ meno calcio e un po’ più scuola, se possibile”.

Ma garantisce anche che non ci sarà alcuno stop alla serie A, perché “il Cts in tutta sicurezza ha disposto delle norme che consentono al campionato di andare avanti”.

Timori anche per le occasioni di contagio dovute ai trasporti e al momento non si possono escludere del tutto nuovi interventi in futuro.

A Roma e in tutte le altre città italiane metropolitane “dovrebbero essere raddoppiati”, secondo il direttore sanitario dell’Istituto Spallanzani, Francesco Vaia: “Abbiamo fatto tantissimo nei porti e negli aeroporti e siamo diventati un riferimento europeo e internazionale, ma i trasporti metropolitani sono un elemento di grande preoccupazione”.

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