Adottare “misure serie e celeri di prevenzione e di contenimento della diffusione virale” nelle carceri “nella consapevolezza della maggiore velocità del contagio negli universi concentrazionari, della mancanza strutturale degli spazi necessari all’isolamento sanitario e alla cura ospedaliera delle persone contagiate e dei rischi di rebound del contagio penitenziario sull’intero sistema nazionale e sulla salute collettiva dei cittadini”.
Lo chiede il Conams, coordinamento nazionale magistrati di sorveglianza.
Il documento del Conams arriva dopo i gravi disordini dei giorni scorsi, in varie carceri italiane.
“Nella prospettiva – di esclusiva competenza delle autorità politiche – di un piano ragionato, ordinato e non indiscriminato di scarcerazioni che almeno riporti il sistema penitenziario entro la sua capacità regolamentare, con strumenti ordinari e straordinari sia nel campo delle misure cautelari sia in quello delle misure alternative alla detenzione”, il coordinamento avverte “la stringente necessità di urgentissime provvidenze di eccezionale sostegno ai settori giurisdizionali che sovraintendono a tali misure”.
Con “destinazione mirata di personale magistratuale e amministrativo, di tecnologie telematiche e informatiche che consentano la gestione, anche da remoto, dei relativi procedimenti e con potenziamento delle equipe di osservazione e trattamento, degli uffici di esecuzione penale esterna e degli Uffici dedicati delle Forze dell’Ordine chiamati all’espletamento istruttorio, in modo snello ed efficace, delle verifiche e delle indagini necessarie ai fini delle decisioni ponderate e rapide nell’interesse individuale e collettivo di tutela della salute pubblica e della sicurezza nazionale”.
La magistratura di sorveglianza associata si dice infine “disponibile a ogni interlocuzione istituzionale, anche immediata, utile ai fini del miglior contrasto delle emergenze sanitarie e penitenziarie in drammatica evoluzione, nelle sedi appropriate in cui riversare il proprio contributo di scienza ed esperienza”.