Coronavirus, "In Sicilia nel 118 mancano personale e mascherine" - QdS

Coronavirus, “In Sicilia nel 118 mancano personale e mascherine”

Ivana Zimbone

Coronavirus, “In Sicilia nel 118 mancano personale e mascherine”

sabato 28 Marzo 2020

L'Ugl chiede sicurezza e rinforzi nella Seus. Raffaele Lanteri, "Quanti operatori sulle ambulanze già positivi al virus?". L'assessore alla Sanità del Comune di Catania, Arcidiacono: "Qui operatori sufficienti per il fabbisogno"

CATANIA – “Nessuno era pronto per affrontare un’emergenza sanitaria così grave. Siamo in guerra, bisogna fare presto a schierare ‘un esercito di sanitari’. Mancano almeno 100 operatori sulle ambulanze del 118 in Sicilia e il personale non ha più mascherine, guanti e tute per proteggersi dal contagio”. A dirlo – in un’intervista al QdS – è Raffaele Lanteri, segretario regionale di Ugl Medici, nonché professore e medico chirurgo dell’ospedale Policlinico del comune etneo.

SCREENING PERSONALE, NON ANCORA OPERATIVO
Il 118 sembra trovarsi già in una situazione critica e il sistema in suo supporto non sembrerebbe funzionare a dovere: “Oltre alla carenza di personale, non sappiamo quanti operatori siano già positivi al virus. Nonostante sia stato previsto lo screening per gli operatori sanitari, l’operatività non è ancora stata raggiunta. Il 118 è un servizio davvero indispensabile per la comunità, soprattuto in questo momento. Non possiamo non tutelarlo e far sì che venga meno per sopraggiunta malattia del personale. I tamponi devono essere eseguiti immediatamente, per predisporre l’isolamento dei contagiati ed evitare che il virus possa essere trasmesso ad altri pazienti. Inoltre, l’organico è rimasto in servizio nonostante l’assenza di dispositivi di sicurezza e – per questo – si è ridotto nel numero, causando la chiusura di alcuni presidi”, ha chiosato Raffaele Lanteri.

ASSUMERE ANCHE AL 118
Il decreto “Cura Italia” si è indirizzato, in prima istanza, al potenziamento del servizio sanitario nazionale per far fronte all’emergenza. E per farlo, oltre che destinare allo scopo ingenti finanziamenti, ha previsto che le regioni abbiano ampia possibilità di assumere a tempo determinato tutto il personale medico necessario: “Negli ospedali esistono bandi di servizio per tutte le figure. Ma bisogna fare lo stesso per il 118! Noi sosteniamo di essere vicini al possibile picco di contagi previsto e riteniamo che – come in guerra – si debba schierare preventivamente l’esercito necessario. Speriamo non ci sia bisogno di utilizzarlo, ma preoccupiamoci di averlo pronto! Serve che si assumano subito nuovi sanitari per soli sei mesi e che tutte le ambulanze abbiano un medico a bordo”, ha continuato Lanteri.

Sono in continuo contatto con l’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza, il quale non mi ha mai parlato del problema. Ad oggi non sono previste nuove assunzioni nel 118 e, almeno per la provincia di Catania, gli operatori risultano sufficienti al fabbisogno. Di norma, non tutte le ambulanze hanno un medico a bordo”, ha detto l’assessore alla Sanità di Catania, Giuseppe Arcidiacono.

Ma Raffaele Lanteri ha risposto così: “Probabilmente perché Catania è una delle province più ‘fortunate’. Ma altre, come Messina, non possono dire lo stesso per il numero di Comuni da servire e per le caratteristiche anagrafiche della cittadinanza. Inoltre, in condizioni straordinarie come questa, è assolutamente indispensabile la presenza di un medico su ogni veicolo di soccorso. La vita umana vale molto più del denaro risparmiato. E il decreto ‘Cura Italia’ sembra dirlo a gran voce”.

LA SANIFICAZIONE DELLE AMBULANZE
Nel frattempo, all’Ars Giorgio Pasqua – membro della Commissione Salute – solleva la questione della sanificazione delle ambulanze che potrebbe essere motivo di ulteriori criticità: “C’è solo un ozonizzatore – talvolta due – per provincia per l’igiene degli autoveicoli, non è sufficiente”, ha detto il portavoce pentastellato. Il dottor Lanteri, al contrario, sostiene che – almeno nella provincia etnea – “le ambulanze siano disinfettate regolarmente a seguito di ogni servizio e che non sia il momento di far polemica. Ma di unire le forze, per uno scopo comune”.

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