Coronavirus, in Sicilia somministrate 30.000 dosi di vaccino - QdS

Coronavirus, in Sicilia somministrate 30.000 dosi di vaccino

Coronavirus, in Sicilia somministrate 30.000 dosi di vaccino

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mercoledì 06 Gennaio 2021

Nella sola giornata di ieri sono state vaccinate 10.000 persone. La nostra regione, ad oggi, è la seconda in Italia per numero di cittadini vaccinati.

Sono circa trentamila le persone che in Sicilia hanno già ricevuto il vaccino anti-covid.
In particolare, nella sola giornata di ieri, in tutto il territorio regionale sono state complessivamente somministrate 10008 dosi di farmaco su altrettanti cittadini.

La Sicilia, al momento, è la seconda regione d’Italia per numero di vaccini eseguiti. Intanto, secondo quanto programmato nell’ambito del piano nazionale, ieri è giunto nell’Isola il nuovo approvvigionamento di vaccini che è già nella disponibilità dei centri di somministrazione.

“In queste ore fa piacere
registrare una forte presa di consapevolezza da parte del nostro sistema
sanitario – commenta l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza -.

Ruggero Razza

Nel numero di vaccinazioni già
effettuate siamo secondi in Italia. E’ un buon risultato, tuttavia soltanto
l’inizio. La campagna vaccinale entrerà nel vivo dopo la prima fase, che
coinvolge un numero ristretto di persone (operatori della sanità e ospiti delle
Rsa). Nelle settimane successive, quando si passerà ai cittadini over 80, lo
sforzo dovrà essere maggiore e conto che ogni Azienda, nessuna esclusa, stia
programmando sia la fase dei richiami che quella della vaccinazione di
massa”.
Razza ha quindi analizzato i nuovi parametri nazionali sulle aree regionali
di rischio
che abbassano l’indice Rt per il passaggio di zona:
“Entreranno in vigore già questa settimana – afferma – perché il governo centrale
ha ritenuto di recepire le indicazioni del Comitato tecnico scientifico
nazionale, che ha espresso crescenti preoccupazioni per a crescita dei contagi,
la diffusione del virus nel periodo festivo (anche per comportamenti
individuali e familiari), la variabile inglese e lo stato di emergenza
registrato in molti Paesi dell’Unione Europea. E’ una assunzione di
responsabilità che viene chiesta alle Istituzioni e ai cittadini per garantire
la campagna vaccinale nella sua fase iniziale”.

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