PALERMO – Dall’inizio dell’emergenza Coronavirus, la Società italiana di neonatologia (Sin) ha pubblicato la seconda versione del documento “Allattamento e infezione da Sars-Cov-2”. La gestione delle gravide infette e la possibile trasmissione materno-infantile dell’infezione, prima, durante e dopo il parto rappresenta un aspetto particolare dell’emergenza sanitaria dovuta alla diffusione pandemica. In generale, le evidenze finora sperimentate hanno dimostrato che i nati da mamme contagiate sono solitamente risultati negativi.
Coerentemente con quanto indicato da fonti internazionali come Unicef e l’Organizzazione mondiale della sanità, la Sin raccomanda, ogniqualvolta sia possibile, l’attuazione della gestione congiunta di madre e bambino, ai fini di facilitare l’interazione e avviare l’allattamento. Questa scelta risulta attuabile nel momento in cui la donna positiva sia asintomatica o in via di guarigione. Infatti, in caso di infezione, il latte materno non va inteso come veicolo di trasmissione: ad oggi, non ci sono studi epidemiologici che documentino l’esistenza di questo rischio.
Ad ogni modo, vanno sempre seguite rigorose misure per prevenire l’eventuale trasmissione al neonato dell’infezione con le secrezioni respiratorie o per contatto con le secrezioni respiratorie (evitare di baciare il neonato, proteggerlo dalla tosse e dalle secrezioni respiratorie usando la mascherina durante le poppate e l’intimo contatto tra i due e lavarsi le mani in particolare alle poppate). Inoltre, se il bambino rimane in ospedale insieme alla madre, si provvederà a farlo dormire nella propria culletta a distanza di almeno due metri dalla madre.
Mentre nei casi in cui la madre presenti un’infezione respiratoria pienamente sintomatica, con compromissione dello stato generale, madre e bambino vengono transitoriamente separati. La decisione se separare o meno madre e bambino va comunque presa per ogni singola coppia, tenendo conto del consenso informato della madre, della situazione logistica dell’ospedale ed eventualmente anche della situazione epidemiologica locale relativa alla diffusione del coronavirus.
Nel caso in cui sia inevitabile procedere alla separazione del neonato dalla madre, si raccomanda l’uso del latte materno fresco, per cui non è indicata la pastorizzazione. La compatibilità dell’allattamento al seno con farmaci eventualmente somministrati alla donna o della somministrazione del latte materno vanno valutate caso per caso.
La madre asintomatica, o che presenta sintomi di lieve entità, con il figlio sano vanno dimessi dall’ospedale in maniera appropriata. Di norma, è raccomandato un periodo di sorveglianza di una settimana. La dimissione precoce, anche a 48 ore dal parto, si può rendere necessaria se il contesto ospedaliero è caratterizzato da sovraccarico assistenziale. Una volta rientrata a casa, la mamma può, in base alle proprie condizioni generali ed al proprio desiderio, continuare l’allattamento al seno o l’uso del latte materno. È consigliabile effettuare un controllo clinico del neonato a 14 giorni di vita. I controlli neonatologici potranno essere sospesi qualora un ultimo test a 28 giorni di vita risulti negativo.