Un industriale di Chiaramonte Gulfi (Ragusa), Giovanni Leonardo Damigella ha scritto una lettera aperta al presidente del consiglio, Giuseppe Conte per chiedere di rivedere la decisione di fermare le attività produttive anche nel sud del paese.
Damigella, alla guida di un’industria del marmo, con 100 dipendenti e 250 lavoratori dell’indotto ha detto: “Fermare l’attività produttiva al Sud significa dare il colpo di grazia alla nostra economia e aggiungere miseria a miseria”. D
amigella ricorda che a Ragusa ci sono solo 8 casi di Covid 19 e nessuno in terapia intensiva.
In molte aziende, come la sua, si lavora in condizioni di sicurezza, garantendo le distanze e gli accorgimenti per evitare i contagi.
Damigella ha stigmatizzato la politica industriale errata che ha permesso il raggruppamento di aziende e popolazione in poche aree del Nord piuttosto che distribuirle su tutto il territorio nazionale ed auspica una nuova politica industriale che favorisca non solo il rientro in Italia di tante aziende che operano all’estero e di delocalizzare in parte al Sud tante attività produttive del Nord. Gli obiettivi sono: decongestionare il Nord dagli effetti nefasti dell’inquinamento; modernizzare e distribuire la ricchezza su tutto il territorio nazionale; evitare la “deportazione di massa” di tanti giovani dal Sud al Nord.
Infine, ha auspicato interventi straordinari a “sostegno dell’agricoltura e della filiera in ginocchio totale, cosa che genererà decine di migliaia di disoccupati a breve”.
