Coronavirus, l'epidemia rallenta, l'Italia cambia i propri colori - QdS

Coronavirus, l’epidemia rallenta, l’Italia cambia i propri colori

redazione web

Coronavirus, l’epidemia rallenta, l’Italia cambia i propri colori

sabato 28 Novembre 2020

Dati confortanti dall'ultimo bollettino settimanale riguardo l'indice di trasmissibilità Rt. Ma ieri sono stati anche registrati ancora 827 morti. Calo dei ricoveri nelle Intensive. Calabria, Piemonte e Lombardia diventano arancioni ma l'Istituto superiore di Sanità ammonisce, non allentare le misure.

Diminuiscono i nuovi casi di coronavirus e, soprattutto, calano i ricoverati in terapia intensiva per il secondo giorno consecutivo e scende l’indice di trasmissibilità Rt a 1.08 – con valori medi tra 1 e 1,25 nella maggior parte delle Regioni – ma continua ad aumentare il numero dei decessi che passano dagli 822 del precedente bollettino agli 827 di quello di ieri.

La situazione epidemiologica in Italia conferma iniziali segnali di miglioramento grazie alle misure restrittive prese, ma l’incidenza dei nuovi casi – pur in calo – resta ancora troppo alta, così come il carico sugli ospedali.

E in base ai dati l’Italia cambia insomma di nuovo colore e con esso il grado di limitazioni dei cittadini e delle attività economiche nei diversi territori, per effetto dell’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza.

Non solo Lombardia e Piemonte che ci speravano e che hanno premutoper tornare arancioni, ma anche la Calabria del neo commissario alla Sanità Guido Longo lascerà la zona rossa di massime restrizioni anti-covid da domenica prossima, 29 novembre.

Dall’arancione al giallo passano invece Sicilia e Liguria.

Restano rosse Val d’Aosta, Provincia autonoma di Bolzano, Toscana, Abruzzo e Campania; arancioni Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Umbria, Basilicata e Puglia; gialle Veneto, Provincia autonoma di Trento, Lazio, Molise e Sardegna.

Gli ultimi dati del monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità e ministero della Salute, così come i numeri del bollettino quotidiano sull’epidemia, rappresentano però anche un monito a non abbassare la guardia ed a non rilassare le misure in atto, perché la situazione nel Paese resta grave e dieci regioni sono considerate a rischio alto di un’epidemia non controllata.

Sono infatti 28.352 i nuovi casi registrati dall’ultimo bollettino, contro i 29.003 del precedente, ma le vittime sono 827.

I contagiati scendono di 7.952 unità, mentre i guariti o dimessi sono 35.467. I tamponi eseguiti sono in totale 222.803 e il rapporto tra nuovi casi e test si assesta al 12,7% .

Un segnale positivo riguarda le terapie intensive: per il secondo giorno consecutivo, infatti, diminuiscono i pazienti ricoverati, passati da 3.846 a 3.782.

Ancora in calo, per il quarto giorno consecutivo, anche i ricoverati in area medica che da 34.038 passano a 33.684. Prime indicazioni di un trend in miglioramento che, tuttavia, non devono indure a un allentamento “prematuro” delle misure, è l’avvertimento di Iss e Ministero.
La velocità di trasmissione dell’epidemia in Italia, si spiega infatti nel Rapporto, sta rallentando e ha raggiunto livelli di Rt prossimi a 1 in molte Regioni o Province autonome.

Inoltre, per la prima volta da molte settimane, l’incidenza calcolata negli ultimi 14 giorni è diminuita a livello nazionale, anche se in diverse Regioni si continua a segnalare un’incidenza in aumento.

Questi dati sono definiti nel Rapporto “incoraggianti” e segnalano l’impatto delle misure di mitigazione.

L’incidenza rimane tuttavia ancora troppo elevata per permettere, si avverte, “una gestione sostenibile, pertanto sarà necessario raggiungere livelli di trasmissibilità significativamente inferiori di 1 consentendo una rapida diminuzione nel numero di nuovo casi e, conseguentemente, una riduzione della pressione sui servizi sanitari territoriali ed ospedalieri”.

Rimane inoltre elevato il numero di Regioni/PA che sono state classificate a rischio alto e/o equiparate a rischio alto.

Al 24 novembre, inoltre, 17 regioni avevano superato almeno una soglia critica in area medica o Terapia intensiva e nel caso si mantenga l’attuale RT, quasi tutte le Regioni o Province autonome hanno una probabilità maggiore del 50% di superare almeno una di queste soglie entro il prossimo mese.

E anche se in cinque regioni non si registra attualmente un sovraccarico oltre la soglia critica del 30% dei posti letto Covid occupati per le terapie intensive (in Sicilia, Basilicata, Calabria, Molise, Veneto) e in sette non si registra alcun sovraccarico oltre la soglia critica del 40% per i posti letto vovid occupati in area medica (in Sicilia, Basilicata, Molise, Bolzano, Sardegna, Toscana, Veneto), ciò non deve indurre a trascurare il rischio, tanto più in vista delle festività natalizie, come avverte il il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza.

Dopo molte settimane, commenta, “diminuisce leggermente per la prima volta l’incidenza di casi, anche se si mantiene molto elevata. L’Rt questa settimana si fissa a 1,1 quindi si nota un primo effetto delle misure di contenimento. Purtroppo aumentano i ricoveri. Data la situazione – afferma – è bene continuare a mantenere comportamenti prudenti e tutte quelle misure che siano adeguate rispetto all’evoluzione dell’epidemia”.

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