Federconsumatori Sicilia: il provvedimento si sarebbe potuto estendere anche agli altri dpi. Ordinanza anti speculazioni: il costo di questi dispositivi non potrà essere superiore a 0,50 €
PALERMO – Le mascherine chirurgiche monouso escono dalla giungla dei prezzi. Sui dispositivi di protezione individuale il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è intervenuto domenica sera, illustrando i provvedimenti per la ‘fase 2’ dell’emergenza coronavirus. “Avremo un prezzo giusto ed equo”, ha detto il premier, annunciando l’ordinanza del commissario per l’Emergenza, Domenico Arcuri e una legge che azzererà l’Iva sulle protezione facciali.
Sulla Gazzetta Ufficiale n. 108 del 27 aprile è stato pubblicato il decreto del presidente del consiglio dei Ministri sulle misure per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19. In particolare, l’articolo 3, comma 2, obbliga all’uso di protezioni delle vie respiratorie nei luoghi chiusi accessibili al pubblico e dove non sia possibile garantire la distanza di sicurezza, ad eccezione dei bambini sotto i sei anni, nonché dei soggetti con forme di disabilità non compatibili con l’uso continuativo della mascherina.
Nell’ordinanza del commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, Domenico Arcuri, è stabilito: “Il prezzo finale di vendita al consumo dei prodotti indicati nell’allegato 1, praticato dai rivenditori finali, non può essere superiore, per ciascuna unità, ad € 0,50, al netto dell’imposta sul valore aggiunto”.
L’intervento si è reso necessario, come si legge nel provvedimento, anche in ragione del prevedibile aumento della domanda di mascherine chirurgiche all’avvio della ‘Fase 2’ e considerato che per questo prodotto, ritenuto bene di primaria necessità, possa esserci “una lievitazione ingiustificabile dei prezzi al consumo, tale da pregiudicare il più ampio accesso a tale tipologia di dispositivi e, conseguentemente, la piena efficacia delle misure di contrasto programmate”. Infine, è necessario “calmierare tale eventuale ingiustificabile lievitazione dei prezzi al consumo di detti prodotti, definendo un prezzo massimo raccomandato di vendita al consumo”.
Fino ad oggi, in emergenza sanitaria da Covid-19, le mascherine chirurgiche sono state quasi introvabili e, se disponibili, a prezzi salatissimi: da 1 euro a 4 euro e anche di più, contro i 25 o 40 centesimi del passato. Speculazioni che hanno determinato denunce della Guardia di Finanza e indagini di varie magistrature in diverse regioni d’Italia. Anche le associazioni dei consumatori hanno segnalato il problema. Codancons Sicilia ha invitato i cittadini a inviare scontrini e ricevute d’acquisto di mascherine vendute a prezzi esorbitanti per supportare le forze dell’ordine nella repressione degli illeciti.
Federconsumatori Sicilia ha denunciato siti e inviato segnalazioni all’Antitrust. “Siamo contenti dell’ordinanza che ha fissato il prezzo massimo delle mascherine a 50 centesimi, ciò che avevamo chiesto – ha commentato il presidente di Federconsumatori Sicilia, Alfio La Rosa – ci saremmo aspettati però anche la distribuzione gratuita dei dispositivi alle fasce più deboli della popolazione, che era un’altra nostra richiesta”.
Intanto dalle speculazioni sulle mascherine ai guanti il passo è breve. “Tra l’altro – ha aggiunto La Rosa – continuiamo a registrare speculazioni su altri dispositivi, come i guanti monouso che nelle farmacie e nelle parafarmacie si trovano a 6 euro, ma online hanno prezzi quintuplicati. Prima i guanti costavano circa 3 euro. Anche su questo fenomeno faremo osservazioni alle autorità competenti. Questo ci fa pensare che il provvedimento si sarebbe potuto estendere, oltre alle mascherine, anche agli altri dispositivi e prodotti che bisogna utilizzare in questa emergenza sanitaria, come guanti, gel, alcol che, a turno, subiscono aumenti ingiustificati e sproporzionati”.
Intanto tra il commissario per l’emergenza, Domenico Arcuri, l’Ordine dei farmacisti e Federfarma è stato raggiunto un accordo per un protocollo d’intesa che ha l’obiettivo di individuare una Centrale di acquisto, affinché l’approvvigionamento delle mascherine avvenga ad un costo di acquisto congruente con il prezzo imposto di vendita all’utenza.