Nessuna correlazione tra il cellulare e la diffusione di Covid-19. Lo assicura Massimo Andreoni, ordinario di Malattie infettive dell’Università di Tor Vergata
Disinfettare lo smartphone e altri dispositivi rientra nelle buone norme cliniche, ma non c’è alcuna correlazione tra il cellulare e la diffusione del Coronavirus, perché un virus ha bisogno di cellule viventi per replicare.
Questo il parere che Massimo Andreoni, ordinario di Malattie infettive dell’Università di Tor Vergata e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e parassitarie (Simit), ha riferito ad Ansa a proposito delle precauzioni da prendere nei giorni dell’epidemia, oltre a mascherine e disinfettanti. “Lo smartphone – ha spiegato – può essere un veicolo di trasmissione di germi resistenti. Diversa cosa è un virus che ha bisogno di cellule viventi per replicare. Starei attento in questo momento a correlarlo al problema Coronavirus”.
“Ha invece un senso – ha precisato – nelle infezioni correlate all’assistenza. Così come i medici sono abituati a disinfettare il fonendoscopio e gli apparecchi per la pressione, certamente se si curano pazienti con germi multi-resistenti ci sono diverse precauzioni da prendere come usare i guanti, igienizzare le mani e non usare il telefono se si sono igienizzate le mani, affinché il dispositivo possa non essere contaminato”.
“In questo momento – ha concluso Andreoni – non tutto può essere ricondotto al Coronavirus, altrimenti lo smartphone diventa come la maniglia della porta, toccandola ci si infetta”.