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Coronavirus, ordinanza di Protezione Civile per tutte le Regioni, in Sicilia controlli su viaggiatori

Coronavirus, ordinanza di Protezione Civile per tutte le Regioni, in Sicilia controlli su viaggiatori
Stazione Termini mascherine sui volti delle persone e treni in arrivo da Milano vuoti, causa la diffusione del virus. 8 marzo 2020ANSA/MASSIMO PERCOSSI

Due settimane d’isolamento per chi è passato dalle zone rosse. Obbligo per le compagnie di trasporti di comunicare i nomi dei viaggiatori che raggiungono l’Isola da quelle aree. Borrelli, “gli uffici pubblici restano aperti”. Controlli in stazioni ferroviarie, aeroporti e strade. Chi viola quarantena rischia carcere. Boccia, “un’ordinanza unica”. L’assessore regionale Razza, “Stamattina finisce la quarantena per i turisti bergamaschi a Palermo”

“Questo è il momento della responsabilità, da parte di tutti. Questa battaglia si vince solo con l’impegno di ognuno di noi”.

Lo ha scritto ieri a tarda sera su Instagram il premier Giuseppe Conte, rilanciando quanto detto la scorsa precedente in conferenza stampa a Palazzo Chigi.

Nel corso della conferenza stampa nella sede della Protezione civile, il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia aveva parlato di “Un’ordinanza unica per tutte le Regioni per chiarire alcuni aspetti fondamentali che è necessario trasmettere” del Dpcm sul coronavirus.

Punti esplicitati in particolare per le Regioni del Sud

“L’ordinanza – ha spiegato Boccia – riguarda tre punti su un passaggio a nuova fase per l’intero Paese, esplicitati per le Regioni specie del Sud che hanno ritenuto di dover approvare, riguardano circolazione merci, lavoratori e specie di chi ha legami continui e su più territori, così come apertura uffici pubblici”.

Borrelli, gli uffici pubblici restano aperti

Il capo della Protezione Civile, e commissario per l’emergenza coronavirus, Angelo Borrelli, ha firmato una nuova ordinanza in cui si sottolinea che “non ci sono limitazioni agli uffici pubblici”, che il decreto “si applica solo alle persone fisiche” delle zone indicate (Lombardia e altre 14 province) e non “alle merci”.

Controlli in stazioni ferroviarie, aeroporti e strade

Controlli nelle stazioni, negli aeroporti e lungo le strade della Lombardia e delle quattordici province interessate dal decreto.

E’ questo uno dei punti della direttiva ai prefetti diramata dal Viminale per un’applicazione “uniforme e concordata” delle norme contenute nel Dpcm.

Il provvedimento prevede anche che i cittadini in viaggio nelle “zone di sicurezza” facciano un’autocertificazione per spiegare le “comprovate esigenze” lavorative, di salute o le situazioni di necessità alla base degli spostamenti.

Chi viola quarantena rischia carcere

Chi viola la quarantena rischia il carcere. Lo prevede la direttiva inviata dal Viminale ai prefetti.

La sanzione per chi viola le limitazioni agli spostamenti è quella prevista in via generale dall’articolo 650 del codice penale (con una pena prevista di arresto fino a tre mesi o l’ammenda fino 206 euro), “salvo che non si possa configurare un’ipotesi più grave quale quella prevista dall’articolo 452 del codice penale: delitti colposi contro la salute pubblica, che persegue tutte le condotte idonee a produrre un pericolo per la salute pubblica”.

Sicilia, finita la quarantena per i turisti bergamaschi a Palermo

Oggi una buona notizia è venuta dall’assessore alla Salute della Regione Siciliana Ruggero Razza, che ha annunciato, “Stamattina lasceranno Palermo i turisti di Bergamo che erano stati in quarantena da noi”.

“A loro – ha detto Razza – rivolgo a nome del governo regionale un buon rientro a casa”.

Sicilia, ordinanza Musumeci per controlli su chi arriva dalle zone rosse

Ieri, intanto, un obbligo di quarantena per chi negli ultimi quattordici giorni è stato nelle “zone rosse” era stato previsto in due ordinanze firmate dal presidente della Regione Nello Musumeci, per contenere il diffondersi del Coronavirus nell’Isola.

Provvedimenti ritenuti dal governo regionale indispensabili visto il rientro di un elevato numero di persone nell’Isola e, quindi, un possibile ingresso incontrollato in Sicilia di soggetti a rischio di trasmissione del virus.

I territori di provenienza coinvolti sono quelli inseriti nell’ultimo decreto del presidente del Consiglio dei ministri (leggi il decreto
http://www.governo.it/it/articolo/coronavirus-firmato-il-dpcm-8-marzo-2020/14266) : tutta la regione Lombardia e le province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio nell’Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso, Venezia, oltre alle zone a rischio epidemiologico, così come identificate dall’Organizzazione mondiale della sanità.

Due settimane d’isolamento per chi è passato dalle zone rosse

Tutti coloro che siano anche semplicemente transitati in tali aree devono comunicarlo al proprio Comune, al dipartimento di Prevenzione dell’Azienda sanitaria competente per territorio, nonché al proprio medico.

Hanno inoltre l’obbligo di rimanere in casa in isolamento fiduciario per due settimane con divieto di contatti sociali, di spostamento e di viaggi e di rimanere raggiungibili per ogni eventuale attività di sorveglianza.

Il dipartimento regionale della Protezione civile ha annunciato che disporrà negli imbarcaderi di Messina due tende per i controlli sanitari.

Il mancato rispetto delle disposizioni – ha fatto sapere la Regione siciliana – comporterà le conseguenze previste dal Codice penale, compreso l’arresto fino a tre mesi.

Per poter consentire i controlli, i concessionari di servizi di trasporto aereo, ferroviario e navale dovranno comunicare alle forze dell’ordine, alla task-force della presidenza della Regione, ai Comuni e alle Asp competenti per territorio, i nominativi dei viaggiatori, con destinazione aeroporti, porti e stazioni ferroviarie della Sicilia.

L’ordinanza del governatore Musumeci prevede anche la chiusura di piscine, palestre e centri di benessere.

I governatori della destra chiedono un incontro sulla fuga di notizie

La chiusura della Lombardia e di 14 province del nord decisa la notte tra sabato e domenica dal governo, ma soprattutto il caos seguito alla fuga di notizie che ha anticipato la decisione, è stata la scusa per un nuovo scontro sollevato dai governatori della destra – spinti da Salvini, Meloni e Tajani – e il Governo nazionale.

Le polemiche politiche, con la loro carica strumentale, hanno provocato le proteste di amministratori locali e cittadini, vanificando l’unità di intenti bipartisan raggiunta faticosamente negli ultimi giorni.

Nonostante il premier Giuseppe Conte avesse già annunciato un’imminente confronto con l’opposizione sui temi del decreto economico, gli otto governatori della destra hanno ugualmente chiesto di “attivare subito, con assoluta urgenza, un tavolo di confronto tra il Governo, le Regioni e le Province autonome”, con un confronto immediato, in videoconferenza.

Meloni e Tajani vogliono chiudere la Borsa

Giorgia Meloni e Antonio Tajani hanno chiesto alla Consob che, tra le misure anti speculazione “valuti anche la chiusura della Borsa e la sospensione della vendita dei titoli allo scoperto”.