Approvato ieri – con le modifiche indicate dal Garante alla privacy sollecitata dal ministro Roberto Speranza – il Decreto legge per il via libera all’indagine su centocinquantamila persone con i test sierologici, partiranno le chiamate alle persone selezionate per il campione Istat.
Un call center della Croce rossa con trecento addetti è già pronto alle prime chiamate e “a breve” cominceranno i prelievi.
Individuati tutti i laboratori in ogni regione per gli esami.
Le persone fragili potranno fare il prelievo a domicilio.
Il Mit, le app migliori nel nord Europa, bene Immuni
Intanto, dal punto di vista del trattamento dei dati le app di contact tracing adottate nel nord Europa in generale sono le migliori, mentre vanno male quelle di regimi totalitari ma non solo.
Il censimento, che proseguirà nei prossimi mesi, è stato pubblicato sulla rivista del Mit di Boston.
L’analisi ha censito anche la app Immuni, che è ancora in sviluppo e secondo le informazioni trapelate otterrebbe quattro stelle su cinque.
Dall’analisi delle prime 25 app prese in esame emergono grandi differenze, spiegano gli esperti.
“Non c’è un approccio standard – spiegano – da parte dei politici e degli sviluppatori: cittadini di paesi diversi vedono livelli molto diversi di sorveglianza e trasparenza”.
Se la Cina è l’unica che ha zero stelle, e l’Iran e la Turchia ne hanno una sola, una sonora bocciatura è arrivata anche per quella francese, quella irlandese, entrambe con una sola stessa relativa alla volontarietà nell’adozione. I primi della classe, secondo l’analisi del Mit, sono gli australiani, gli austriaci, gli islandesi, i norvegesi e gli abitanti della Repubblica Ceca, le cui app ha ottenuto il punteggio massimo.
Idrossiclorochina, da Aifa ok a studio
Intanto l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha dato il via libera a uno studio in collaborazione con l’Università di Oxford, per indagare se l’idrossiclorochina, utilizzato nella terapia dell’artrite reumatoide, abbia un ruolo di prevenzione dell’infezione negli operatori sanitari.
Il farmaco era stato da subito al centro dell’attenzione nel ventaglio dei vecchi farmaci da utilizzare contro il nuovo nemico, il COvid-19, per il quale non c’è una cura specifica. E la notizia ha provocato anche casi di accaparramento, con conseguenza per i malati di artrite reumatoide che ne debbono fare uso.
La struttura Sacro Cuore Don Calabria di Negrar in provincia di Verona sarà in prima linea nella ricerca. In Italia sono almeno ottocento i volontari, tra medici, infermieri e operatori sanitari, già arruolati nel mega test, i cui risultati potrebbero arrivare entro l’anno.
La sperimentazione sarà fatta anche attraverso le nuove tecnologie: infatti l’operatore sanitario che parteciperà alla ricerca dovrà tenere su una app un diario sanitario con tutti i valori necessari per il monitoraggio. Periodicamente saranno eseguiti i test sia con il tampone orofaringeo (in caso di insorgenza di sintomi compatibili con l’infezione) sia con i prelievi ematici, per verificare l’eventuale insorgenza dell’infezione.
Alla fine dello studio si paragoneranno i tassi di infezione dei due gruppi e si valuterà se il farmaco ha apportato un vantaggio nella prevenzione del contagio o nella gravità dell’infezione.
Plasma, studio “Tsunami” sperimentazione da Aifa e Iss
Lo studio toscano “Tsunami” (acronimo di TranSfUsion of coNvaleScent plAsma for the treatment of severe pneuMonIa due to SARS.CoV2) – con cui si testa sui pazienti Covid-19 l’infusione di plasma da pazienti negativizzati – diventa capofila della sperimentazione nazionale per la cura del coronavirus.
Su indicazione del Ministero della Salute, Aifa e Iss (Istituto superiore di sanità) hanno deciso di proporre la sperimentazione della plasmaterapia con siero iperimmune da donatori convalescenti sul territorio nazionale.
E “Tsunami”, che già aveva raccolto l’adesione delle Regioni Lazio, Campania, Marche ed Umbria, oltreché della Sanità Militare, è stato scelto quale modello metodologico di riferimento per il nuovo studio.
“La Regione Toscana – commenta il presidente Enrico Rossi – si è impegnata tempestivamente e su più fronti per fronteggiare il Covid-19: disponibilità adeguata di posti letto in area medica e in terapia intensiva, disponibilità dei test diagnostici molecolari e sierologici su tutto il territorio, interventi della sanità territoriale per cure dispensate a domicilio, ma anche intervento diretto della sanità pubblica nella gestione delle Rsa private e distribuzione di mascherine a titolo gratuito per tutti i cittadini, rappresentano i cardini di un intervento a tutto campo, che ha saputo anche cogliere e supportare la ricerca di qualità promossa dai professionisti delle strutture pubbliche. E’ il caso della sperimentazione della plasmaterapia che si sta conducendo a Pisa e che contribuisce ad aumentare le possibilità di cura per i pazienti critici”.
L’Iss, in collaborazione col professor Francesco Menichetti, direttore di Malattie infettive dell’Azienda ospedaliero universitaria di Pisa, che sarà Principal Investigator anche della sperimentazione nazionale, sta definendo gli emendamenti necessari.
La sperimentazione nazionale, scrive la Regione, “riceverà la validazione di Aifa e l’approvazione da parte del Comitato etico dell’Inmi Spallanzani, Istituto Nazionale Malattie Infettive, che sarà utilizzabile da tutti i centri aderenti”.

