Coronavirus, Piano vaccini, distribuito prima in ospedali e Rsa - QdS

Coronavirus, Piano vaccini, distribuito prima in ospedali e Rsa

redazione web

Coronavirus, Piano vaccini, distribuito prima in ospedali e Rsa

giovedì 19 Novembre 2020

Sarà somministrato nelle strutture e con unità mobili. Intanto la Pfizer annuncia che la stima dell'efficacia del proprio vaccino è passata, con i test finali, dal novanta al novantacinque per cento. Intanto l'azienda avanza a Wall Street. E in tre fanno da apripista

“Appare prioritario salvaguardare quei luoghi che nel corso della pandemia hanno rappresentato il principale canale di contagio e diffusione del virus, quali a titolo esemplificativo gli ospedali e i presidi residenziali per anziani. A tal fine si potrebbe prevedere in questa prima fase di somministrare il vaccino direttamente nelle strutture ospedaliere e, tramite unità mobili, nei presidi residenziali per anziani”.

E’ quanto si legge nel Piano per i vaccini anti-Covid che il Commissario per l’Emergenza, Domenico Arcuri, ha inviato ai presidenti delle Reigioni e per conoscenza ai ministri della Salute e degli Affari Regionali.

Pfizer annuncia, efficacia al 95%

Intanto si fa sempre più concreta la speranza di avere un vaccino efficace contro il covid-19 in tempi brevi, con le nuove notizie, sempre positive, che arrivano ogni giorno.

Ieri è stata Pfizer a mettersi al centro dell’attenzione, annunciando che i test finali sul suo vaccino per combattere il SarsCoV-2 danno un’efficacia al 95% mentre due giorni fa era stata Moderna a salire alla ribalta con i risultati preliminari del proprio candidato vccino, che si sarebbe mostrato efficace al 94%.

La settimana scorsa Pfizer e l’azienda partner BioNTech avevano pubblicato i risultati dei primi test basati sui primi 94 volontari affetti da Covid-19 e l’efficacia era risultata pari al 90%.

I dati di ieri, efficacia al 95%, si basano su altri 170 casi di coronavirus esaminati.

Il vaccino è stato testato su 43.500 persone in sei Paesi e al momento non sembrano esserci timori per la sicurezza.

Sembrano essere quindi Pfizer e Moderna i due candidati più vicini all’approvazione di emergenza sia da parte dell’Fda che dell’omologa europea Ema, che sta conducendo una revisione dei dati sia di questi due che di quello messo a punto da AstraZeneca, di cui si attendono a giorni i risultati di efficacia.

Dietro a questi tre apripista ci sono almeno altri sei candidati arrivati all’ultima fase della sperimentazione, mentre, in totale, secondo il censimento dell’Istituto superiore di Sanità, sono una cinquantina quelli che in questo momento nel mondo sono in fase di test sull’uomo.

Particolarmente attiva in questo campo è la Cina, che attualmente ha cinque vaccini anti-Covid in fase III di sperimentazione clinica in alcuni Paesi stranieri, come riferito oggi da un portavoce del ministero degli Esteri cinese.

Il portavoce Zhao Lijian nel corso di una conferenza stampa ha affermato che dallo scoppio dell’epidemia di Covid-19, il governo cinese ha adottato cinque approcci tecnologici per lo sviluppo di vaccini contro Covid-19, in particolare vaccini inattivati, vaccini proteici ricombinanti, vaccini che utilizzano un adenovirus come vettore, vaccini che utilizzano come vettori virus influenzali attenuati e vaccini basati sugli acidi nucleici. Invece da Mosca arriva l’annuncio dalla vice primo ministro russo Tatyana Golikova di oltre 2,8 milioni dosi Sputnik entro dicembre.

La possibilità di avere un vaccino in tempi brevi è considerata così vicina che già si ragiona su come convincere le persone a immunizzarsi quando sarà il momento. “Non esiterò a fare il vaccino quando sarà”, ha affermato ad esempio Anthony Fauci, l’immunologo a capo dell’Istituto Nazionale per le Allergie e le Malattie Infettive degli Stati Uniti, aggiungendo anche che gli americani devono avere fiducia in ogni vaccino approvato.

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