Coronavirus, Poste, il servizio di recapito al tempo del Covid - QdS

Coronavirus, Poste, il servizio di recapito al tempo del Covid

Michele Giuliano

Coronavirus, Poste, il servizio di recapito al tempo del Covid

sabato 04 Aprile 2020

Superate alcune iniziali criticità dopo l’emergenza scoppiata sulle limitazioni del Dpcm del 9 marzo. Limitati al massimo i disagi per gli utenti anche per le raccomandate da firmare

PALERMO – La posta in tempi di coronavirus tra le limitazioni imposte dal governo nazionale per evitare il coronavirus e le giuste rivendicazioni dei consumatori che chiedono servizi certi. Dopo un più che ovvio iniziale momento di assestamento per contemperare la sicurezza dei lavoratori e la garanzia del servizio di recapito, che aveva anche creato qualche malumore tra le organizzazioni dei consumatori, ora invece sembra che le criticità più evidente siano state superate.

Con il decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri dello scorso 17 marzo stabilite le nuove regole a cominciare dalla corrispondenza non a firma (Posta1 e Posta4) spedita da uffici postali, da cassette di impostazione e online tramite il www.posta-online.it (cosiddetta corrispondenza retail) che continuerà ad essere accettata e lavorata.

Il servizio di PostaTarget è momentaneamente sospeso fino a nuova comunicazione. Il vero nodo però è la corrispondenza a firma che aveva creato le lamentele delle associazioni dei consumatori. Il recapito di invii raccomandati, assicurati e le notifiche a mezzo posta ex legge 890/82 (atti giudiziari e multe) sull’intero territorio nazionale è effettuato, previo accertamento della presenza del destinatario o di persona abilitata al ritiro, tramite immissione dell’invio nella cassetta domiciliare o in altro luogo presso il medesimo indirizzo indicato contestualmente dal destinatario o dalla persona abilitata al ritiro.

La firma è apposta dall’operatore postale sui documenti di consegna, in cui è attestata anche questa modalità di recapito. Gli invii in contrassegno o con consegna a mani proprie saranno depositati direttamente presso l’ufficio postale, dietro rilascio dell’avviso di giacenza. I termini di giacenza saranno estesi per gli invii raccomandati e assicurati da 30 a 60 giorni.

Per i pacchi e corriere espresso il network di Poste Italiane sta attuando soluzioni per venire incontro alle esigenze di consegna, nel rispetto delle misure impartite dall’Autorità. A tale scopo, l’addetto provvederà all’immissione dell’invio nella cassetta domiciliare o in luogo indicato dal destinatario o altra persona abilitata, informando lo stesso di tale modalità di consegna ed attestandola, in qualità di incaricato di pubblico servizio, con la propria firma sui modelli di consegna e gli avvisi di ricevimento.

In alternativa, dove possibile, prima della consegna, verrà trasmesso al destinatario – via sms o via email – un codice di 5 numeri, che dovrà essere comunicato all’addetto al momento del recapito, per la relativa annotazione in luogo della firma. In caso di assenza, rifiuto o impossibilità di contatto con il destinatario, la spedizione sarà posta, laddove possibile, in giacenza, o restituita al mittente a seconda della capacità operativa delle locali strutture.

Non è possibile garantire, per causa di forza maggiore, il recapito di pacchi e invii di corriere espresso verso le zone del territorio nazionale riportate nella sezione “Centri di accettazione Grandi Clienti e network di Gruppo”.

“Pertanto – evidenziano da Poste Italiane – si invitano gli utenti a non affidare spedizioni dirette alle zone individuate dai cap elencati in queste aree”.

Cambia qualcosa anche per le spedizioni internazionali in considerazione delle ripercussioni dell’emergenza in atto sui voli aerei, sulle rotte e sui mezzi di trasporto, nonché sull’intera filiera logistica interna ed estera.

In questo caso il servizio di ‘Pacchi’ e ‘Corrispondenza dirette’ ad altri Paesi potrebbero subire rallentamenti o essere trattate o recapitate in modo differente rispetto alle procedure previste dall’operatore postale di destinazione. In ogni caso, prima di spedire ad esercizi o attività commerciali, si chiede di verificare se lo Stato estero ne ha disposto l’eventuale chiusura, per evitare la possibile restituzione degli invii.

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