Coronavirus, scuola, verso una proroga della chiusura - QdS

Coronavirus, scuola, verso una proroga della chiusura

redazione web

Coronavirus, scuola, verso una proroga della chiusura

giovedì 19 Marzo 2020

Lo ha anticipato la ministro Azzolina, spiegando che non è possibile per il momento fissare una data per la riapertura. Denunciati in 53 mila sorpresi fuori casa. Guariti due detenuti. Twitter elimina i post pericolosi

“Penso si andrà nella direzione che ha detto il presidente Conte di prorogare la data del tre aprile”.

La conferma che si sta lavorando a rinviare la riapertura delle scuole è venuta dalla ministro dell’Istruzione Lucia Azzolini.

“Non è possibile – ha aggiunto – dare un’altra data per l’apertura delle scuole. Tutto dipende dall’evoluzione di questi giorni, dallo scenario epidemiologico. Riapriremo le scuole solo quando avremo la certezza che gli allievi, i docenti e il personale tutto possono frequentarle in condizioni di assoluta sicurezza”.

“In questi giorni invito tutti alla massima responsabilità” ha detto la Azzolini, che ieri aveva fatto diffondere una nota sulla didattica a distanza annunciando l’assunzione di mille tecnici per renderla disponibile a tutti gli allievi.

Viminale, cinquantatremila sorpresi fuori casa

Intanto le forze di polizia hanno controllato ieri, in applicazione delle misure di contenimento del Coronavirus, 200.514 persone e 8.297 sono state denunciate.

Gli esercizi commerciali controllati sono stati 116.712, denunciati 195 esercenti e sospesa l’attività di 29 esercizi commerciali.

Salgono così a 1.226.169 le persone controllate dall’11 al 18 marzo 2020, 51.892 quelle denunciate per mancato rispetto di un ordine dell’autorità e 1.126 per dichiarazioni false.

Gli esercizi commerciali controllati sono stati 643.726 e 1.668 i titolari denunciati.

Carceri, guariti due detenuti contagiati

Intanto due dei detenuti contagiati dal Covid-19 sono guariti, “come dimostra l’esito negativo del terzo tampone effettuato, e hanno fatto rientro in istituto dall’ospedale dove erano ricoverati”.

Lo rende noto il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria.

Per uno il medico dell’istituto ha prescritto la quarantena fino al 24 marzo prossimo e quindi si trova attualmente in isolamento precauzionale in una camera di pernottamento singola, dotata di bagno autonomo.

Per l’altro, invece, non è stato ritenuto necessario l’isolamento e ha quindi fatto rientro nella sezione detentiva.

“Rimangono così soltanto otto – si legge in una nota del Dap – i detenuti positivi sull’intero territorio nazionale dal 22 febbraio scorso, da quando cioè il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ha varato i primi provvedimenti per fronteggiare il rischio contagio da coronavirus, fra cui l’istituzione dell’unità di crisi per il monitoraggio del fenomeno”.

Alcuni di questi sono ricoverati presso strutture ospedaliere delle città.

Altri si trovano in istituto, isolati dal resto della popolazione detenuta, secondo il protocollo sanitario previsto dalle circolari del Dap e del Ministero della Sanità: in qualche caso hanno contratto il virus all’esterno mentre si trovavano ricoverati, per altri motivi, presso strutture sanitarie.

Fake news, Twitter elimina tutti i post pericolosi

Nella lotta al coronavirus, Twitter mette al bando tutti i post contrari alle linee guida offerte dalle fonti autorevoli in tema di salute pubblica. In un post, il social elenca una lista di contenuti che saranno eliminati dalla piattaforma, con priorità a quelli potenzialmente più dannosi, per cui sta istituendo un sistema globale di valutazione della gravità.

Ad essere cancellati da Twitter saranno i post che vanno contro le raccomandazioni delle autorità sanitarie per evitare il contagio e, in questo modo, incentivano comportamenti rischiosi, sostenendo ad esempio che la distanza di sicurezza è inutile.

Via anche i tweet che descrivono misure protettive e trattamenti inefficaci, siano essi innocui, come consigliare l’aromaterapia per allontanare il Covid-19, o pericolosi, come suggerire di bere candeggina.

I tweet che negano fatti scientifici accertati sulla trasmissione del virus, o che propongono teorie complottiste (come sostenere che il Covid-19 sia un’invenzione per far crollare le borse o per far guadagnare chi vende disinfettanti) sono tra gli altri esempi di tweet bannati, insieme a quelli che seminano il panico (“le autorità hanno detto che i supermercati non saranno riforniti per due mesi”), che propongono metodi non scientifici di autodiagnosi e che attribuiscono a diversi gruppi etnici una maggiore o minore resistenza al contagio.

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