Coronavirus strega cattiva nella favola scritta dal padre lontano - QdS

Coronavirus strega cattiva nella favola scritta dal padre lontano

Giuseppe Lazzaro Danzuso

Coronavirus strega cattiva nella favola scritta dal padre lontano

mercoledì 01 Aprile 2020

"Virus la mostricciatola" è il titolo della novella che il giornalista gelese Giuseppe D'Onchia, che lavora a Piacenza, ha scritto per rassicurare la figlioletta Gloria, di nove anni. E lei ha arricchito il testo di disegni

Lontano da casa in tempi di Coronavirus con la figlia piccola che chiede del papà e vuole rassicurazioni, Giuseppe D’Onchia ha preso carta e penna e ha scritto una favoletta: “Virus, la mostriciattola”.

Quella di D’Onchia, giornalista, ex direttore della Tv Canale 10 di Gela, chiusa per la crisi dell’editoria, si è dovuto trasferire a Piacenza dove fa la guardia giurata, sembra una favola nella favola.

A casa, in Sicilia, ha lasciato la moglie e i due figli: Nicolò, 17 anni, e Gloria, di 9.

Come scacciare, dunque, da lontano, gli incubi che la bambina gli esprime ogni volta che si sentono al telefono?

Con una fiaba rassicurante da raccontarle, come faceva quando era a casa.

Protagonista della novella il Coronavirus che in questo caso viene presentato al femminile perché visto dalla bambina come una strega cattiva.

D’Onchia parla di “una mostriciattola che andava in giro per il mondo lasciando dietro di sé una scia di starnuti, voleva essere una regina che comandava su tutti e imponeva il suo dominio col raffreddore”.

“Ma i bambini chiusi in casa a riflettere – continua la favola – pensarono come sconfiggerla e dopo avere lavato bene le mani più volte, disegnarono tanti arcobaleni e tante corone, più belle di quella di ‘virus la mostriciattola’, che i genitori appesero ai balconi con le bandiere nazionali”.

“Lo stesso – prosegue la novella – fecero medici e infermieri negli ospedali dove curavano le persone ricoverate”.

“Virus – conclude la favola – aveva capito che nessuno le voleva bene e allora, stanca, così come era venuta se ne andò, e i bambini tornarono a scuola, a giocare all’aperto e ad abbracciarsi. E tutto andò bene”.

Gloria, tranquillizzata dalla favola del papà, ha realizzato numerosi disegni sulla scia del racconto e glieli ha mandati.

Un’amica di famiglia, Francesca Cosky, di Verona, ha voluto prestare la sua voce alla lettura della novella di Giuseppe D’Onchia animandola con i disegni di Gloria.

Ne è venuto fuori un video di quasi tre minuti che è stato messo in rete e diffuso attraverso i social al motto “contagiamoci di speranza”.

www.ansa.it/sicilia/videogallery/2020/04/01/figlia-a-gela-lui-a-piacenza-le-scrive-favola-su-coronavirus-_1be922dc-07a5-43f5-8a86-82adaf006ccf.html

“Perché – ha detto Giuseppe D’Onchia – i bambini possano superare senza traumi questi momenti difficili”.

“E se dovessero arrivare soldi da questa esperienza – ha concluso – saranno devoluti in favore della Protezione civile”.

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