Coronavirus, uova e colombe sugli scaffali per una settimana in più - QdS

Coronavirus, uova e colombe sugli scaffali per una settimana in più

redazione web

Coronavirus, uova e colombe sugli scaffali per una settimana in più

giovedì 26 Marzo 2020

E' l'appello di Santi Finocchiaro, imprenditore dolciario, che chiede ai supermercati di prolungare di sette giorni la vendita dei prodotti pasquali. E mette in guardia, "nel comparto sono migliaia i posti di lavoro a rischio"

“Prolungare per quest’anno di una settimana la permanenza dei prodotti pasquali, come uova di cioccolato e colombe, sugli scaffali dei supermercati e, con la collaborazione della Grande distribuzione organizzata, rimandare fino alla domenica successiva il reso dell’invenduto”.

E’ l’appello alla Grande distrubuzione organizzata di Santi Finocchiaro, presidente della Dolfin spa, storica azienda siciliana di Riposto nota per i Polaretti.

“Noi produciamo uova di cioccolato dal 1964 – spiega l’imprenditore – viviamo, come tutto il comparto, un momento di difficoltà con la chiusura dei centri commerciali e di conseguenza con grande sofferenza da parte degli ipermercati, canale che raccoglie il 30% delle vendite, che, vedendo diminuire l’utenza, hanno disdetto importanti commesse dei mesi scorsi per le quali l’azienda aveva potenziato la produzione e si accingeva alla distribuzione nelle piattaforme Gdo”.

Nel caso di Dolfin sono oltre tre milioni le uova di Pasqua messe in produzione per la Pasqua 2020, l’equivalente di 670 tonnellate di cioccolato, e abbinate a importanti licenze internazionali per le quali l’azienda catanese ha affrontato importanti investimenti tanto da registrare un 45% di ordini in più rispetto allo scorso anno: un’ottima partenza vanificata dall’attuale crisi.

“Per noi di Dolfin – continua Finocchiaro – la campagna pasquale incide sul 40% del fatturato complessivo, perché siamo presenti tutto l’anno sugli scaffali con prodotti continuativi e con altri legati al periodo estivo (polaretti, sorbetti e granite) e al Natale. Ma per le aziende delle ricorrenze, come quelle che lavorano i lievitati, sono a rischio il lavoro e gli investimenti di un anno intero: penso anche alle filiere di artigiani e pasticcerie e ai livelli occupazionali di migliaia e migliaia di lavoratori delle industrie e dell’indotto”.

“Abbiamo apprezzato – chiosa l’imprenditore – l’intervento del ministro Teresa Bellanova che con l’hashtag #iononrinuncioalletradizioni, ha dimostrato vicinanza al settore dell’agroalimentare nell’imminenza della ricorrenza pasquale”.

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