“Quel bando va annullato non solo perché è circolata la graduatoria in anticipo. Va annullato perché a monte di questo concorso c’è una violazione di legge compiuta dal governo regionale”. Continuano ad addensarsi nubi sulla selezione dei nuovi agenti del Corpo forestale della Regione Siciliana. Mentre la commissione ha deciso di andare avanti nell’iter che porterà all’assunzione a tempo indeterminato di 46 giovani, a chiedere che tutto venga fermato è la Ugl. Nei giorni scorsi, il sindacato ha inviato una nota di quattro pagine al presidente Renato Schifani, ai vertici del dipartimento della Funzione pubblica e anche ai nove gruppi parlamentari presenti all’Ars, per denunciare quello che sarebbe il peccato originale del concorso che a inizio mese ha portato molti a gridare allo scandalo.
“Nel bando si cita una legge che però non viene in alcun modo seguita e che invece è tutt’ora in vigore”, racconta al Qds Gerlando Mazza, responsabile regionale Ugl del Corpo forestale. Mazza, che è ispettore superiore, fa riferimento alla legge 4 del 2007, e nello specifico al passaggio in cui specifica che “al fine di far fronte al fabbisogno organico” vengono applicate le procedure concorsuali “disciplinate dalle norme in atto in vigore per l’assunzione delle analoghe figure professionali del Corpo forestale dello Stato”. Il fatto che quest’ultimo corpo da anni sia stato soppresso e assorbito nell’Arma dei carabinieri per la Ugl non avrebbe alcuna incidenza: “La legge Madia ha previsto che restano ferme tutte le attribuzioni spettanti ai rispettivi Corpi forestali regionali”, continua Mazza. A finire nel mirino del sindacato sono una serie di paradossi: “Da questo concorso dovrebbero venire fuori figure che assumeranno il ruolo di agenti di polizia giudiziaria e invece il bando riporta come titoli preferenziali anche il possesso di invalidità – spiega il responsabile regionale Ugl per il Corpo forestale –. Questo significa che, al momento di fare la visita medica, un eventuale disabile che è risultato tra gli idonei verrà escluso, anche se in principio paradossalmente avrebbe dovuto avere la precedenza. Tale stortura – prosegue Mazza – è riconducibile al fatto che il concorso è stato impostato come se al centro del reclutamento ci fossero comuni posti all’interno della pubblica amministrazione, mentre così non è”.
Mazza solleva anche un’altra questione che risale alla fase in cui il concorso è stato indetto. A novembre del 2021, una delibera della giunta all’epoca guidata da Nello Musumeci e con Toto Cordaro assessore al Territorio dispose che a occuparsi del bando per il reclutamento delle guardie sarebbe stato il dipartimento Funzione pubblica, oggi guidato da Carmen Madonia, e non il Corpo forestale, che all’epoca aveva in Giovanni Salerno il dirigente generale. “È stata una scelta senz’altro insolita, che di fatto ha impedito al nostro dipartimento di seguire da vicino i contenuti del bando”, commenta Mazza.
Il nome di Salerno, che da inizio anno è in pensione, è finito al centro dell’attenzione perché il figlio, 23enne, è risultato il primo in graduatoria dopo la prova a risposta multipla, grazie a un test completato senza commettere errori. Nelle scorse settimane è emerso anche a inviare al dipartimento Funzione pubblica la lista dei componenti della commissione giudicatrice, composta interamente da personale interno al Corpo forestale, era stato a luglio 2022 lo stesso Salerno, il quale a sua volta l’aveva ricevuta dal dirigente del servizio giuridico del Corpo, Girolamo Pipitone.
“Il concorso di queste settimane sta destando scandalo, ma qualche anno fa è successa una cosa forse anche peggiore”. A parlare è ancora una volta Gerlando Mazza. Il responsabile Ugl fa riferimento a una vicenda accaduta a fine 2020, finita sulle pagine dei giornali ma passata sotto traccia, nonostante “contenga numerosi profili di irregolarità”. Anch’essa posta all’attenzione di tutti i partiti che siedono all’Assemblea regionale siciliana, riguarda un’altra selezione indetta a dicembre 2020 per reclutare personale da adibire ad agente del Corpo forestale. In quel caso, però, la Regione non optò per un concorso pubblico, ma decise di guardare al proprio interno con una manifestazione d’interesse – firmata dal dirigente generale Giovanni Salerno – rivolta al personale del comparto non dirigenziale categoria B.
“Oltre un centinaio di dipendenti regionali si trovarono da un giorno all’altro a essere agenti del Corpo forestale, con tutto ciò che ne consegue”, spiega Mazza, sottolineando come – a differenza del concorso di quest’anno la cui partecipazione è stata limitata agli under 30 – “in quel caso vennero accolte istanze provenienti anche da persone che avevano superato i 60 anni”. In poche parole, una serie di dipendenti che fino a quel momento avevano svolto la propria carriera all’interno degli uffici, magari con mansioni di amministrativi, sono stati incaricati di assolvere al ruolo di agenti di polizia giudiziaria. “Persone che molto probabilmente fino a quel momento non avevano mai impugnato una pistola”, aggiunge Mazza.
Nella nota firmata dal segretario regionale Ugl Autonomie, Ernesto Lo Verso, si specifica inoltre come il contratto collettivo di categoria all’articolo 4 preveda che nel caso in cui si debba ricorrere alla mobilità interna “per urgenti e indifferibili esigenze di servizio” i relativi provvedimenti debbano citare quali siano “le esigenze di tutela dell’incolumità pubblica”. Riferimento questo che nella manifestazione di interesse siglata da Salerno non sarebbe stata presente.
Tali carenze portano la Ugl a definire l’intera procedura come illegittima. Ma il sindacato si spinge anche più in là: “Probabilmente anche in questo caso una verifica andrebbe fatta per accertare se tra questi dipendenti vi fosse qualcuno legato a vincoli di parentela con qualche politico – si legge nella nota inviata ai gruppi all’Ars –. L’unico dato certo in nostro possesso è che tra gli inquadrati nel ruolo di Agente figura un allora deputato nazionale del Movimento 5 Stelle”. Il nome a cui fa riferimento la Ugl è quello di Roberta Alaimo.
Per gli oltre cento dipendenti regionali, il passaggio al Corpo forestale ha comportato un aumento delle entrate mensili. “Qualcuno si chiederà a che pro dei dipendenti regionali abbiano scelto di diventare agenti del Corpo Forestale, cioè lasciare una tranquilla vita lavorativa, priva di rischi, per sceglierne una che comporta sicuramente rischi legati alle qualifiche rivestite – scrivono i sindacalisti –. La risposta potrebbe essere: indennità mensile pensionabile”. Si tratta di una somma che spetta agli agenti e che va da un minimo di 531,70 euro lordi al mese. “Ma a chi ha un’età tra i 40 e i 62 anni è stato riconosciuto – attacca il sindacato – il livello economico dei dipendenti regionali posseduto in precedenza, cioè B4, con relativo riconoscimento del grado di assistente capo con una indennità mensile pensionabile che è salita a 662,88 lordi mensili”.
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