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NOMI | Business dietro le sbarre: corruzione, violenza e droga al carcere Pagliarelli, scatta il blitz

NOMI | Business dietro le sbarre: corruzione, violenza e droga al carcere Pagliarelli, scatta il blitz
Carcere, immagine di repertorio

Scoperto nel carcere di Palermo un sistema criminale che vedeva protagonisti sia detenuti che alcuni agenti corrotti.

Droga, cellulari, corruzione e “business” violento all’interno del carcere Pagliarelli di Palermo: scatta l’operazione dei carabinieri, della Polizia Penitenziaria del carcere e del Nucleo Investigativo Regionale della Polizia Penitenziaria di Padova, che ha portato all’esecuzione – su richiesta della Procura della Repubblica, Direzione Distrettuale Antimafia – di 12 misure cautelari a carico di altrettante persone, accusate a vario titolo dei reati di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, accesso indebito di dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti, associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga, spaccio di sostanze stupefacenti.

Dei 12 indagati, 7 sono già detenuti per altra causa.

Droga e cellulari, scatta l’operazione al carcere Pagliarelli a Palermo

I provvedimenti restrittivi sono l’esito delle indagini condotte dal Nucleo Investigativo di Palermo e dal Reparto Investigativo della Polizia Penitenziaria del carcere Pagliarelli tra settembre 2023 e aprile 2025.

L’estesa e articolata indagine, condotta sotto il coordinamento della locale Procura della Repubblica e scaturita dalla necessità di prevenire e reprimere l’allarmante fenomeno del traffico di droga e di cellulari all’interno del carcere di Palermo Pagliarelli, ha consentito di disvelare l’esistenza di un‘associazione criminale composta da detenuti e dedita all’introduzione all’interno della locale casa circondariale “Antonio Lorusso – Pagliarelli” di sostanze stupefacenti e telefoni, e ciò anche grazie alla corruzione di alcuni agenti della Polizia Penitenziaria in servizio nello stesso carcere con denaro.

Operazione al carcere Pagliarelli, chi sono gli indagati

I 12 destinatari delle misure cautelari sono:

IN CARCERE

  • Alessio Alario, 32 anni;
  • Vincenzo Cannariato, 38 anni;
  • Salvatore Castiglione, di Crotone, 58 anni;
  • Alex Di Vita, di Catania, 32 anni;
  • Franco Filizzola, 27 anni;
  • Antonino Messina, detto “pocket coffee”, 25 anni;
  • Joseph Messina, 22 anni;
  • Filippo Miranda, 35 anni;
  • Antonio Nigito, di Catania, 50 anni;
  • Giuseppe Volpe, detto “mezzo chilo”, 32 anni.

AI DOMICILIARI

  • Francesco Paolo Cardinale, detto “u zuoppu”, 59 anni;
  • Andrea Giuseppe Corrao, di Bagheria (PA), 34 anni.

Il business e la violenza

Le indagini, in particolare, hanno evidenziato l’esistenza di tutta una serie di escamotage con i quali gli indagati facevano entrare la droga e i cellulari nel carcere Pagliarelli, avvalendosi, di volta in volta, dei congiunti durante i colloqui carcerari, dei detenuti ammessi al lavoro esterno o trasferiti da altri istituti carcerari e degli agenti della Polizia Penitenziaria corrotti.

Si tratta di un “business” estremamente redditizio: cellulari e droga, infatti, erano ceduti a prezzi estremamente più alti rispetto a quelli praticati nel mercato esterno, con ricavi addirittura decuplicati.

Inoltre, le molteplici attività investigative effettuate nel carcere Pagliarelli hanno dimostrato l’esistenza di veri e propri metodi criminali mediante i quali alcuni detenuti mantenevano il potere, mettendo in atto atti di violenza e spedizioni punitive, agevolati anche dalla connivenza o debole resistenza opposta da alcuni agenti penitenziari, i quali, favorendo tali iniziative criminali o anche semplicemente abdicando al proprio ruolo di contenimento e controllo, ingeneravano una diffusa situazione di pericolo per i colleghi più onesti e per la fascia più debole dei detenuti privi, quest’ultimi, di coperture e appoggi ed utilizzati, se necessario anche contro la loro volontà, per veicolare gli stupefacenti e i cellulari all’interno dell’Istituto penitenziario.

Nel corso delle investigazioni sul carcere Pagliarelli, le forze dell’ordine hanno sequestrato complessivamente 56 micro cellulari, 25 smartphone, 20 sim card e oltre un chilo di droga tra cocaina, crack, hashish e marijuana. Durante le perquisizioni domiciliari eseguite nella notte, i carabinieri di Catania hanno trovato a casa di uno degli arrestati circa 5 chili tra cocaina, e crack, 9.700 euro in contanti e munizionamento per pistola cal. 7.65.

A Palermo, i militari dell’Arma e gli Agenti della Polizia Penitenziaria hanno, invece, trovato a casa degli indagati un totale di 120 dosi tra hashish e marijuana e 1.200€ in contanti. È stato anche arrestato per detenzione a fini di spaccio il figlio 25enne di uno degli indagati destinatari della misura cautelare.

È obbligo rilevare che gli odierni indagati sono, allo stato, solamente indiziati di delitto, seppur gravemente; fino a sentenza definitiva, infatti, vigerà per loro il principio d’innocenza.

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