Corruzione, inchiesta Sanità regionale, due arresti a Palermo - QdS

Corruzione, inchiesta Sanità regionale, due arresti a Palermo

Corruzione, inchiesta Sanità regionale, due arresti a Palermo

lunedì 12 Aprile 2021

L'operazione "Tutto in regola" di Finanza e Carabinieri scattata al termine delle indagini sull'appalto del trasporto dei pazienti nel Policlinico, con costi maggiorati di oltre tre milioni di euro

Nuova indagine della magistratura sulla Sanità regionale siciliana.

Il servizio trasporto dei pazienti all’interno del Policlinico di Palermo, affidato con un appalto alla Italy Emergenza, è finito sotto inchiesta dopo le denunce presentate dalla direzione del nosocomio.

Nel corso dell’operazione “Tutto in regola”, i militari del comando provinciale della Guardia di finanza e i Carabinieri del Nas hanno eseguito un’ordinanza agli arresti domiciliari emessa del gip di Palermo nei confronti di Maurizio D’Angelo, 63 anni, di Palermo già segretario del dipartimento dei servizi centrali dell’azienda ospedaliera universitaria Policlinico “Paolo Giaccone” di Palermo e Alessandro Caccioppo, 49 anni, di Messina, già rappresentante legale della Italy Emergenza Cooperativa Sociale, indagati per corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio.

Con i due arrestati sono indagati per lo stesso reato altre tre persone.

Nello stesso provvedimento, il gip ha disposto il sequestro preventivo di duecentosessantamila euro, ritenuti profitto della corruzione.

L’indagine avviata dai Carabinieri del Nas di Palermo, su segnalazione dell’azienda ospedaliera, ha evidenziato gravi anomalie nella gestione del servizio di trasporto ammalati, appaltato alla Italy Emergenza nel 2012 e svoltosi sino al 2018, con una spesa preventivata di ben quattro milioni e mezzo di euro.

D’Angelo, pubblico funzionario, avrebbe attestato la conformità delle fatture rilasciate dalla società nonostante, secondo quanto appurato nelle indagini, fossero prive dei documenti.

D’Angelo avrebbe fatto lo stesso con le informazioni previste dal capitolato speciale d’appalto, con particolare riguardo all’indicazione specifica dei servizi resi e nonostante fossero stati addebitati all’ente pubblico costi del personale già compresi nelle prestazioni pagate.

L’azienda avrebbe avuto un costo maggiorato di circa tre milioni e 367 mila euro.

A D’Angelo centotrentamila euro

Secondo gli approfondimenti del nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo, diretto dal colonnello Gianluca Angelini, sarebbe stato accertato il patto fra Caccioppo e D’Angelo, che avrebbe ricevuto 130 mila euro.

Soldi pagati con stratagemmi che servivano a “schermare” il passaggio di denaro.

In un caso la cooperativa avrebbe pagato ottantamila euro su un conto corrente cointestato a T.I., parente del dipendente pubblico e al coniuge, S.M.L. per giustificare la risoluzione bonaria di una potenziale controversia di lavoro per una prestazione irregolare svolta nei confronti della cooperativa.

Rapporto di lavoro che secondo i finanzieri non ci sarebbe mai stato.

In un’altra circostanza, una società immobiliare, legalmente rappresentata da G.F., di fatto collegata alla Italy Emergenza ha pagato con bonifico su un conto corrente, a un’anziana signora, altri cinquanta mila euro.

Per giustificare il pagamento la società, al di fuori da ogni logica commerciale, versò la somma come pagamento anticipato dei canoni di locazione per un periodo di sei anni di un’immobile fatiscente affittato alla cooperativa.

La somma sarebbe poi entrata definitivamente nella disponibilità del pubblico funzionario.

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