Corruzione alla Motorizzazione Civile di Palermo: 21 arresti - QdS

Motorizzazione Civile, 21 arresti e centinaia di fascicoli sotto sequestro – I Nomi

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Motorizzazione Civile, 21 arresti e centinaia di fascicoli sotto sequestro – I Nomi

Redazione  |
martedì 28 Febbraio 2023

Motorizzazione Civile di Palermo, dipendenti e dirigenti accusati di corruzione: i dettagli dell'indagine e il video dell'operazione della polizia.

La Polizia di Stato, su delega della Procura della Repubblica di Palermo, ha eseguito 21 arresti nell’ambito delle indagini su un caso di presunta corruzione alla Motorizzazione Civile di Palermo.

Ecco i dettagli del blitz.

Corruzione alla Motorizzazione di Palermo, 21 arresti

Oltre cento donne e uomini della Polizia di Stato hanno, in particolare, eseguito 21 misure cautelari degli arresti domiciliari nei confronti di Funzionari e dipendenti della Motorizzazione Civile di Palermo e nei confronti di numerosi responsabili di agenzie disbrigo pratiche automobilistiche.

Numerose le perquisizioni effettuate alla Motorizzazione e nelle Agenzie Disbrigo Pratiche automobilistiche. Gli operatori hanno anche posto sotto sequestro centinaia di fascicoli di pratiche automobilistiche.

L’indagine

L’indagine ha avuto inizio nel 2020 e ha visto impegnati, per oltre due anni, gli investigatori della Squadra di Polizia Giudiziaria del compartimento Polizia Stradale di Palermo in una complessa e articolata attività coordinata dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Palermo. Nel corso delle indagini sul caso di corruzione alla Motorizzazione Civile di Palermo, gli operatori hanno utilizzato anche sofisticate apparecchiature di intercettazioni audio e video.

L’attività di indagine ha preso le mosse dall’attività di monitoraggio e repressione del fenomeno del riciclaggio di autovetture ed in particolare attraverso l’analisi delle pratiche di nazionalizzazione (immatricolazione dei veicoli provenienti dall’estero) evase dalla Motorizzazione di Palermo.

Chi sono gli arrestati

Gli accertamenti hanno consentito di richiedere e ottenere la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di 8 funzionari della motorizzazione civile di Palermo e di 13 responsabili di agenzie disbrigo pratiche ricadenti nella provincia di Palermo. Numerosi i reati contestati, corruzione, accesso abusivo a sistema informatico o telematico e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. Ben 187 i capi di imputazione e 42 i soggetti indagati.

Da un’analisi effettuata dagli investigatori emergeva che nel corso degli ultimi anni le nazionalizzazioni effettuate nell’ufficio della Motorizzazione Civile di Palermo avevano avuto un costante “trend” di crescita, passando dalle 7.740 immatricolazioni del 2016 alle 20.465 del 2019.

Gli indagati nell’operazione sulla Motorizzazione a Palermo, tutti i nomi

Ai domiciliari sono finiti:

  • Luigi Costa, 58 anni, di Palermo
  • Giuseppe Palermo, 65 anni, di Misilmeri,
  • Rosario Crapa, 62 anni, di Valledolmo,
  • Giuseppe Gullo, di Palermo 62 anni,
  • Giovanni Genova, 55 anni di Trabia,
  • Alfredo Gioietta, 50 anni di Villafrati,
  • Maurizio Caruso, 57 anni di Palermo,
  • Giuseppe Calabrese, 62 anni di Petralia Soprana,
  • Giovanna Passavia, 52 anni, di Palermo,
  • Maurizio Militello, 42 anni di Palermo,
  • Rosario Rubino, 45 anni di Palermo
  • Paolo Salvia, 47 anni, di Partinico,
  • Francesco Biondo,
  • Giuseppe Biondo, 46 anni di Palermo,
  • Antonio Passavia, 55 anni di Misilmeri,
  • Gerlando Cracolici, 65 anni, di Marineo
  • Ignazio Di Chiara, 58 anni, di Palermo
  • Nadia Abitabile, 51 anni, di Palermo
  • Walter Bacile, 25 anni di Palermo,
  • Salvatore Caravello, 41 anni, di Palermo,
  • Lelio Calabrese, 41 anni, di Lercara Friddi.

Il dato “strano” e la corruzione alla Motorizzazione di Palermo

Il dato evidenziato nel corso delle indagini era la circostanza che gli intestatari fossero per oltre l’80% residenti fuori la Provincia di Palermo e che la quasi totalità di tali pratiche fosse stata commissionata da un ristretto numero di Agenzie Palermitane, che, di fatto, hanno esercitato una sorta di monopolio del fiorente mercato delle nazionalizzazioni, falsando in tal modo il libero mercato a danno delle altre Agenzie concorrenti.

Gli investigatori della Polstrada attraverso la consultazione delle banche dati riscontravano numerose anomalie e irregolarità nella definizione delle pratiche esaminate, non solo relative alle pratiche di nazionalizzazione, ma anche alle pratiche di collaudo, di duplicati di carte di circolazione, di immatricolazione di macchine agricole ed operatrici.

Nelle nazionalizzazioni, le pratiche sarebbero state perfezionate senza che la documentazione fosse completa o regolare, i collaudi di tali veicoli, benché obbligatori, non sarebbero stati effettuati, i duplicati di carte di circolazione sarebbero stati emessi al fine di modificare i dati dei veicoli, in assenza dei requisiti previsti dalla norma.

Di particolare gravità erano gli omessi collaudi, in quanto diretti alla verifica della efficienza e regolarità dei veicoli, la cui mancata effettuazione poneva potenzialmente a rischio la sicurezza della circolazione stradale, come per esempio nel caso della mancata revisione degli impianti a gas dei veicoli a motore.

Secondo quanto emerso dalle indagini sul caso di corruzione, tali irregolarità sarebbero state effettuate da 8 funzionari della Motorizzazione dell’area Veicoli. Questi, in cambio di tali procedure, ritenute dagli investigatori irregolari, avrebbero ricevuto un ingiusto compenso economico dai titolari di alcune Agenzie di Disbrigo Pratiche. Gli operatori di polizia hanno scoperto la diffusa consuetudine che prevedeva la consegna di somme di denaro ai pubblici ufficiali all’interno delle carpette contenenti la documentazione che ciascuna agenzia avrebbe dovuto depositare presso gli uffici della Motorizzazione, al fine di consentirne l’esame al Funzionario preposto.

In molti casi le consegne di denaro in favore dei pubblici ufficiali sono state documentate attraverso intercettazioni video. Oltre 60 gli episodi per cui i Pubblici Ufficiali risultano indagati per specifici reati di corruzione in relazione alla trattazione di pratiche riguardanti circa 100 veicoli.

L’autorità giudiziaria, venuta a conoscenza del grave caso di corruzione, ha ordinato l’esecuzione di 21 misure cautelari e il sequestro preventivo di beni per un totale di 35mila euro.

Giova precisare che gli odierni destinatari delle misure cautelari, sono, allo stato, indiziati in merito ai reati contestati e che la loro posizione sarà definitiva solo dopo l’emissione di una eventuale sentenza passata in giudicato.

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