Home » Askanews » Corso SICCH su Tavi e tecnologie mini-invasive per giovani cardiochirurghi

Corso SICCH su Tavi e tecnologie mini-invasive per giovani cardiochirurghi

Corso SICCH su Tavi e tecnologie mini-invasive per giovani cardiochirurghi

Focus a Salsomaggiore su innovazione e procedure avanzate in trattamento patologie cardiovascolari

Roma, 22 dic. (askanews) – Si è svolto nei giorni scorsi, presso il Palazzo dei Congressi di Salsomaggiore Terme, il 4° Corso organizzato dalla Società Italiana di Chirurgia Cardiaca (SICCH) sull’utilizzo delle nuove tecnologie mini-invasive, robotiche e trans-catetere, nel trattamento delle patologie cardiovascolari. L’evento, rivolto ai giovani cardiochirurghi in formazione, ha registrato la presenza di circa 200 partecipanti, provenienti da tutta Italia, tra esperti, docenti e specializzandi. Questi ultimi hanno avuto la possibilità di applicare le nuove tecnologie nel training campus del corso, con moderni simulatori in grado di riprodurre virtualmente le avanzate procedure chirurgiche.

L’innovazione tecnologica consente oggi la correzione efficace delle patologie cardiache in maniera micro-invasiva sul paziente, garantendo piccole cicatrici e un rapido ritorno ad una vita normale. “I pazienti da curare diventano sempre più complessi, perché più anziani e con diverse comorbilità. La cardiochirurgia – ha dichiarato il Presidente SICCH, Michele Pilato – dispone oggi di avanzate e diversificate strategie di trattamento delle malattie cardiache, che consentono di ridurre traumi e rischi dell’intervento. Ad esempio, una grave disfunzione di valvola cardiaca può essere trattata sia con tecniche chirurgiche mini-invasive, anche robotiche, che per via percutanea con l’utilizzo di un catetere senza alcun taglio chirurgico, come la procedura TAVI per il trattamento della stenosi aortica. La scelta del tipo di intervento va adattata in maniera ‘sartoriale’ al singolo paziente, in modo da garantire non solo il buon risultato immediato della procedura, ma anche il suo beneficio a distanza in termini di miglioramento dell’aspettativa e della qualità di vita”.

“La cardiochirurgia italiana ha raggiunto livelli eccelsi per la presenza di professionalità di grande competenza tecnica e di elevato profilo scientifico internazionale. Il corso di Salsomaggiore – ha aggiunto – è stata un’occasione di confronto tra tali esperti e i giovani chirurghi in formazione, che dovranno acquisire competenze e responsabilità future per gestire la complessità delle patologie cardiovascolari”.

“L’auspicio – ha concluso il Presidente Pilato – è di promuovere all’interno della comunità scientifica nazionale, un approccio culturale volto a valorizzare il concetto di ‘Heart Team’, in cui le diverse figure professionali coinvolte, possano mettere insieme le proprie competenze specifiche e condividere in armonia programmi nell’esclusivo interesse del paziente”.

Infine, durante i lavori, è stata affrontata la questione relativa al mancato riconoscimento, in Francia, del titolo di cardiochirurgo dei giovani neospecialisti italiani. A tal proposito, si è registrato anche l’intervento della deputata Alessia Ambrosi, componente della Commissione Politiche Ue della Camera, che ha riferito dell’impegno del governo, nelle opportune sedi istituzionali europee, per la soluzione della problematica.