La sezione della Corte d’appello di Catania ha bloccato la scarcerazione di Giuseppe “Enzo” Mangion, boss mafios 65enne che sarebbe dovuto tornare libero oggi. Accolta da Sebastiano Mignemi l’istanza dei sostituti procuratori generale Marino e Ursino, basata su un’informativa da parte del nucleo di Polizia giudiziaria interforze della Procura Generale che della Dia. Ripristinata la misura cautelare per il detenuto.
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Chi è Mangion
Giuseppe Mangion è il figlio dello storico uomo d’onore Francesco, ormai deceduto, luogotenente di fiducia del capomafia Benedetto Santapaola. Era destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare emessa nel 2019, nell’ambito dell’operazione Samael, provvedimento che però sarebbe scaduto oggi.
Lo scorso anno, la Corte d’appello ha confermato la sentenza del Tribunale del 2022, rideterminando la condanna a 19 anni e 3 mesi di reclusione con verdetto irrevocabile del 2009 per associazione mafiosa.
“Sussiste il pericolo di fuga”
I giudici sottolineano che per Mangion “sussiste il pericolo di fuga”, sia per “il ruolo apicale ricoperto negli anni” che per la “gestione economica degli affari illeciti della famiglia” mafiosa e perché può contare sulla “perdurante reggenza del sodalizio da parte del cognato Aldo Ercolano”, sposato con Francesca Mangion.
La Corte d’appello ribadisce che il boss è “nelle condizioni di ricevere disposizioni” e c’è “l’indiscusso l’interesse della famiglia mafiosa di Cosa nostra a garantire la sottrazione dalla cattura dell’imputato”.
Sottolineato anche che Mangion possa “ricevere disposizioni” e “fornire comunicazioni ad Aldo Ercolano tramite dei colloqui, di presenza, ma anche telefonici, della sorella Francesca con il marito”.
I giudici ritengono che nei confronti di Mangion “non siano venuti meno i gravissimi indizi di colpevolezza, né si siano affievolite le esigenze cautelari”. E per questo hanno ripristinato, nei suoi confronti, la misura cautelare della custodia in carcere.

