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Corte dei Conti: “Criticità” per Agrigento 2025. Ma c’è ancora l’opportunità di correre ai ripari

Corte dei Conti: “Criticità” per Agrigento 2025. Ma c’è ancora l’opportunità di correre ai ripari
Valle dei templi Agrigento

Duro dossier su ritardi e problemi della Capitale della Cultura, che però possono essere ancora risolti entro l’anno

AGRIGENTO – La Capitale italiana della Cultura 2025 è finita nuovamente sotto la lente della Corte dei Conti, che dopo aver preso atto del contraddittorio fornito dagli Enti coinvolti (in primis la Fondazione Agrigento 2025, Parco archeologico Valle dei Templi, Comune e Regione) ha confermato “integralmente la sussistenza in concreto di tutti i profili di criticità gestionale” già indicati in precedenza, evidenziando però al tempo stesso come sia ancora possibile correre ai ripari da qui alla fine dell’evento, pur considerando il margine temporale risicato.

Undici punti di criticità

Le criticità, segnate in undici punti, sono contenute all’interno della Deliberazione numero 246/2025/GEST. Già il mese scorso i magistrati contabili avevano posto la propria attenzione sul Dossier Agrigento 2025, ma è stato soltanto nella giornata di giovedì che è arrivato il responso definitivo da parte della Corte dei Conti, che si è presa il tempo necessario al fine di valutare le risposte ai dubbi sollevati sull’iniziativa. Risposte che hanno chiarito certamente alcuni punti, ma non hanno cancellato del tutto le preoccupazioni legate all’iniziativa: “Nessuna delle criticità di sistema individuate nello svolgimento dell’istruttoria – hanno scritto i giudici – può ritenersi inesistente e/o integralmente superata, poiché non risultano acquisiti né documentati agli atti, elementi e circostanze utili e idonee a dimostrare il conseguimento degli obiettivi indicati nel dossier di candidatura, con specifico e puntuale riferimento al: recepimento e percezione diffusa del valore della leva culturale per la coesione sociale, l’integrazione, la creatività, l’innovazione, la crescita, lo sviluppo economico e il benessere individuale e collettivo; la visibilità e attrattività del territorio e del suo patrimonio storico-artistico paesaggistico e monumentale, valorizzato per iniziative di promozione culturale idonee a conferire impulso allo sviluppo sociale, economico e civile del territorio della provincia di Agrigento; l’attivazione di meccanismi virtuosi e di percorsi di valorizzazione del territorio”.

Una situazione che, come si legge nel documento, mette a rischio “l’attuale ed effettiva realizzazione dell’obiettivo primario dell’azione amministrativa (valore della leva culturale per la coesione sociale, l’integrazione, la creatività, l’innovazione, la crescita, lo sviluppo economico e il benessere individuale e collettivo); l’adeguatezza organizzativa e la corrispondenza attuativa delle attività in corso di svolgimento rispetto allo scopo fondamentale di trasmissione di un impulso per lo sviluppo sociale, economico e civile di tutto il territorio della provincia di Agrigento, connesso al risalto delle identità locali con la messa in moto di meccanismi virtuosi e percorsi di valorizzazione del territorio”.

Giudizio duro della Corte dei conti

Un giudizio duro, senza ombra di dubbio, chiarito in undici punti che la Corte ha messo nero su bianco dopo le precisazioni di tutti gli Enti coinvolti. Al primo posto i magistrati contabili hanno messo la sussistenza di “rilevanti profili d’incertezza sull’adeguatezza, sulla corrispondenza e sul coordinamento delle attività gestionali di attuazione, rispetto ai contenuti dei 44 progetti indicati nel dossier della candidatura, sul fondamento dei quali la Città di Agrigento ha conseguito il titolo di Capitale della Cultura 2025, in considerazione degli analitici dettagli del dossier di candidatura, il quale propone un preciso cronoprogramma dei singoli progetti, da coordinare e da connettere tra loro, con riferimento ai quattro elementi (Acqua, nove progetti; Terra, nove progetti; Aria dodici progetti, Fuoco quattordici progetti) appartenenti al pensiero di Empedocle”.

Segnalati anche “significativi profili di confusione e di commistione tra le attività di realizzazione dei 44 progetti indicati nel dossier di candidatura e le attività progettuali collegate ai finanziamenti provenienti dal bilancio regionale, poiché proprio le diverse competenze programmatorie e attuative, rispettivamente spettanti alla Fondazione Agrigento 2025 per i 44 progetti del dossier, e al Comune di Agrigento per le iniziative dei progetti collegati e gli investimenti infrastrutturali di contesto territoriale, richiedono una costante collaborazione, cooperazione e coordinamento istituzionale tra l’Ente locale e il suo organismo derivato, come chiaramente e inconfutabilmente si evince dalla composizione del Consiglio di amministrazione della Fondazione e della cabina di regia istituita presso l’assessorato regionale-Dipartimento per la Cultura”.

Ritardi nella rendicontazione delle somme utilizzate

Tutto ciò caratterizzato anche da “rilevanti e significativi ritardi nella rendicontazione delle somme utilizzate a valere sui finanziamenti rispettivamente, statali (Ministero Cultura) e regionali, con le conseguenze negative sulla disponibilità delle somme appartenenti alla dotazione finanziaria delle singole iniziative progettuali e sulla verifica degli stati di avanzamento nell’attuazione dei singoli progetti, con i recuperi temporali riscontrati negli adempimenti documentali sopravvenuti in corso d’istruttoria documentale, sui quali si constata in positivo l’ottemperanza all’effetto sollecitatorio dell’attività di controllo avviata in corso di gestione dell’iniziativa”.

L’assenza di evidenza istruttorie positive

La Corte dei Conti ha precisato anche l’assenza di evidenza istruttorie positive “sul coordinamento tra le attività progettuali (a finanziamento statale e regionale) con le altre attività indicate nel dossier di candidatura per il miglioramento dello stato delle infrastrutture destinate alla fruizione logistica degli eventi e alla migliore recettività dei flussi da ospitare nell’arco temporale dell’iniziativa, con risultati da consolidare nella crescita e nello sviluppo del territorio, nonostante la rilevanza fondamentale di tale profilo per l’attrattività turistica e la visibilità istituzionale e promozionale dell’iniziativa”.

Ancora, per i giudici contabili, “non sussiste alcuna evidenza istruttoria positiva sulla esistenza, nell’ambito dell’organizzazione amministrativa dedicata all’attuazione delle singole attività progettuali, di strutture preposte alla regia e al coordinamento nell’attuazione dei singoli progetti (interni ed esterni al dossier), nonostante che tale profilo di rilevanza organizzativa/funzionale sia, ad avviso della Sezione, fondamentale per il buon esito complessivo dell’iniziativa, nell’ambito della quale la costituzione della Fondazione di partecipazione rappresenta la scelta strategica per la realizzazione degli obiettivi primari espressi nel dossier di candidatura (art. 7 statuto)”.

Risulta inoltre assente un “sistema di controlli interni, idoneo a prevenire e/o intercettare i disallineamenti tra le attività in corso di attuazione e gli obiettivi strategici dell’iniziativa, poiché ogni centro di competenza programmatoria e gestionale/attuativa (in particolare, la Fondazione e il Comune di Agrigento) deve essere dotato di un sistema di rilevazione costante degli indicatori di conformità e di adeguatezza delle iniziative programmate e/o in corso di attuazione rispetto agli obiettivi da realizzare secondo i vincoli impressi dai rispettivi finanziamenti di progetto”.

“Non sussiste alcuna evidenza istruttoria – si legge ancora nella Deliberazione – sulla utilizzazione di strumenti dedicati alla verifica di congruità dei costi contrattuali (considerando anche le peculiarità delle attività dello spettacolo culturale), ed alla verifica dei risultati (positivi e/o negativi) collegati all’avviamento ed alla realizzazione dei singoli eventi (es. presenze alle singole manifestazioni, grado di soddisfacimento delle aspettative degli stakeholders, incremento della mobilità territoriale di matrice turistica etc…), non essendo stati acquisiti elementi significativi di rilevanza dirimente nel corso del contraddittorio su entrambi i profili. Peraltro, sul secondo profilo incide, in corso di gestione, l’andamento della riscossione dell’imposta di soggiorno, con percentuali tendenzialmente raffrontabili con quelle degli anni anteriori, senza il conseguimento dell’incremento percentuale espresso nei dati previsionali dell’iniziativa. Inoltre, l’info-point risulta agli atti tardivamente costituito nel settembre di quest’anno con modalità e costi da verificare in sede di rendicontazione finale dell’iniziativa”.

Ancora possibile un’inversione di tendenza

Detto tutto ciò, fortunatamente, i giudici contabili ritengono che sia ancora possibile un’inversione di tendenza in quanto “sussistono significativi margini di miglioramento dell’efficienza amministrativa e contabile nei rapporti tra il Comune di Agrigento e la Fondazione, a superamento delle più che evidenti disfunzioni provenienti dal ritardo nella istituzione dell’Organismo derivato, nell’avviamento della sua organizzazione e nella soluzione delle gravi questioni discendenti in prevalenza dall’impossibilità della Fondazione ad assumere il ruolo di stazione appaltante, poiché, prendendo atto degli evidenti miglioramenti nell’andamento gestionale e nei risultati di bilancio della Fondazione, è necessario il rafforzamento della collaborazione istituzionale e della cooperazione amministrativa nell’ambito degli organi collegiali che compongono la complessa governance dell’iniziativa (per esempio Consiglio di amministrazione della Fondazione e cabina di regia regionale), al fine di proseguire nelle iniziative di recupero dei tempi programmati, soprattutto per i 44 progetti inseriti nel dossier di candidatura”.

Inoltre, viene indicata come necessaria “l’adozione di misure e soluzioni di efficientamento delle iniziative, utili e idonee ad accelerare l’attuazione dei progetti, soprattutto quelli inclusi nel dossier di candidatura”, il tutto nella finestra temporale “ormai ridotta al residuo bimestre 2025, predisponendo contestualmente la pianificazione del procedimento di liquidazione della Fondazione, la quale cessa dal ruolo e dalle competenze attuative a chiusura dell’anno 2025”.

Per la Corte dei Conti, inoltre, “è opportuno che tra le misure e le soluzioni di efficientamento siano inclusi gli obiettivi della prevenzione dei costi inutili e/o diseconomici (esempio evento inaugurazione in Teatro Pirandello) e della stabilizzazione e del consolidamento futuro delle iniziative progettuali rivelatesi idonee alla reiterazione, a vantaggio dello sviluppo culturale e della crescita economica dei territori, poiché, soprattutto con riferimento al secondo profilo, lo sviluppo socio-economico del territorio dipende dal rafforzamento, dalla diffusione e dalla visibilità dei tratti d’identità culturale, da consolidare e reiterare per gli anni futuri”.

Infine, per i magistrati contabili “è necessario procedere alla valutazione degli esiti delle singole iniziative culturali, turistiche, artistiche e scientifiche, attuate e in corso di attuazione, al fine di verificare la sussistenza e la percezione di contributi e vantaggi rilevanti e/o significativi nella effettiva realizzazione delle finalità fondamentali dell’iniziativa Agrigento Capitale della Cultura italiana 2025, con l’utilizzo di un sistema di monitoraggio e di valutazione che non è stato tuttora costituito, né con l’affidamento esterno, né con l’utilizzazione di strutture ed organismi interni agli enti territoriali ed istituzionali che compongono la complessa governance dell’iniziativa”.

C’è dunque tanto su cui lavorare – e il tempo è quanto mai tiranno – ma in tal senso la Corte dei Conti ha ritenuto essenziale evidenziare “la leale collaborazione istituzionale” ricevuta nel corso dei contradditori e “il miglioramento del quadro gestionale” rispetto al recente passato, “anche per il concorrente effetto del controllo attivato dalla Sezione in corso di gestione”. Punti essenziali da cui ripartire per rendere effettivamente utili per il territorio questi ultimi due mesi di Agrigento come Capitale italiana della Cultura 2025.

Le precisazioni della Fondazione Agrigento 2025 e del Comune

“Tutti i progetti previsti dal dossier saranno ultimati entro dicembre”

Dopo la diffusione della Deliberazione della Corte dei Conti sono arrivate le precisazioni della Fondazione Agrigento 2025 e del Comune.

“La relazione – hanno sottolineato dalla Fondazione – evidenzia criticità nelle fasi iniziali della gestione, ma riconosce il lavoro di riorganizzazione avviato dall’attuale governance, insediata a febbraio, che ha riguardato la ricostruzione di procedure, cronoprogrammi e piani di lavoro in collaborazione con gli enti coinvolti, al fine di restituire coerenza, chiarezza e continuità operativa. Ma soprattutto non rileva irregolarità contabili. Questo conferma la correttezza della gestione e di un lavoro quotidiano, complesso e coordinato della Fondazione che ha rimesso al centro l’idea di Agrigento Capitale Italiana della Cultura come progetto fondamentale e vitale per il territorio. Vale la pena ricordare che la cerimonia inaugurale, citata nella relazione e sulla linea delle designazioni precedenti, si è svolta alla presenza del Presidente della Repubblica e del ministro della Cultura che hanno scelto di essere ad Agrigento per sottolineare la rilevanza nazionale e simbolica del progetto. Metterne oggi in discussione la portata significherebbe, anche indirettamente, sminuire un gesto istituzionale di massimo rilievo: ci permettiamo di ritenere che questo non fosse l’intento di alcuno”.

“Si rende noto – hanno aggiunto – anche che dall’ultima audizione a oggi sono state completate le procedure di rendicontazione per le attività che si vanno via via sviluppando. La Fondazione conferma che tutti i progetti previsti dal dossier saranno completati entro dicembre 2025, a partire dall’attesa mostra su Banksy che si inaugurerà il 3 dicembre. E che negli ultimi mesi sono state realizzate ulteriori manifestazioni, sostenute dalla Regione Siciliana, che hanno coinvolto attivamente il territorio della provincia di Agrigento. La valutazione finale dell’impatto verrà effettuata al termine dell’anno di programmazione, come previsto. La Fondazione prosegue il proprio lavoro con responsabilità e visione di lungo periodo”.

“Agrigento 2025 – hanno concluso dalla Fondazione – è un processo in corso. La città lo sta vivendo, la Fondazione lo sta portando a compimento”.

Ottimismo rilanciato anche dal sindaco di Agrigento, Francesco Miccichè, il quale ha evidenziato come “le conclusioni della Corte alimentano un margine di miglioramento delle attività fin qui poste in essere in prossimità della conclusione del titolo”.